Considerando
l'escussione (sempre meglio di "resocontazione", letto in
atti ufficiali), o l'esame che dir si voglia, della parte finale di
quest'anno che abbiamo fatto, o che stiamo per postare, di libri e
testi pubblicati durante il 2010-11 in occasione del Centenario dalla
nascita di Carlo L. Ragghianti, abbiamo pensato fosse opportuno
rendere noti anche sul web, in occasione della trentennale ricorrenza
dalla morte, gli elogi funebri, i ricordi, i resoconti che furono
allora manifestati. Ciò perché la loro pubblicazione in "LUK"
(n.3, 1988) – allora essenzialmente un Bollettino della Fondazione
Ragghianti di Lucca – non ebbe praticamente diffusione al di fuori
di quello specifico ambito. Da considerare anche il fatto che
trent'anni, oltre che ricorrenza simbolica, costituiscono un lasso di
tempo sufficiente a storicizzare un individuo: in questo caso, specie
per le nuove generazioni, possono rappresentare un punto di partenza
per inquadrare Ragghianti nel suo tempo e cogliere le implicazioni
della presenza dell'opera sua valida in questo presente, nonché
della necessità dello studio, dell'analisi e valutazione del suo
pensiero sul futuro, non solo prossimo.
Questo
insieme di scritti operato da Pier Carlo Santini
rappresenta una scelta sul merito del contenuto ed esclude le
numerosissime attestazioni a stampa derivanti da comunicati d'Agenzia
e da commenti ripetitivi e non originali. Naturalmente, inoltre esso
è giocoforza disomogeneo e rappresenta comunque una
significativa panoramica, una prima puntualizzazione sullo studioso e
sull'uomo politico e operatore culturale; offre anche un efficace
spaccato d'epoca e testimonia, in maniera dissonante ma
statisticamente orientativa, l'importanza avuta da Carlo L.
Ragghianti nella cultura e nella società italiana. Mentre all'estero
egli era – e tuttora è – conosciuto e apprezzato come
"filmmaker", storico dell'arte e divulgatore, nei luoghi
dove ci sono studiosi culturalmente attrezzati informati e
indipendenti, nonché professionalmente corretti, non settari.
Certamente
però, per dirla con un'espressione che in genere si usa quando si
vuol svicolare da un argomento spinoso ed imbarazzante, Carlo L.
Ragghianti e ben altro. Egli, cioè, ha avuto una personalità
ancor più poliedrica ed originale di quanto non si deduca da questi
commenti funebri, e presenta uno spessore culturale che tuttora
necessità di studi, approfondimenti e prosecuzioni esplicative ed
applicative delle sue illuminanti intuizioni.
(24.12.2017)
Per chi desidera qualche ragguaglio biografico di Ragghianti ricordiamo due contributi già postati in questo blog: Biografia 1978 (22 novembre 2016); Biografia 1986-80 (3 agosto 2017).
P.S.
La famiglia Ragghianti, ad esequie avvenute, pubblicò ne “La
Nazione” di Firenze il seguente ringraziamento per il cordoglio
manifestatogli in occasione della morte del coniuge e padre:
P.P.S. Prossimamente pubblicheremo un altro post con articoli e testimonianze su Carlo L. Ragghianti non incluse nella precedente scelta curata da Pier Carlo Santini. Questi nuovi testi sono in buona parte stati stampati dopo la rassegna, qualcuno è stato volontariamente escluso da Santini, qualche altro lo sarà perché insignificante. Di alcuni di questi documenti, poi, può darsi che ne abbiamo perso il ricordo o addirittura ci sia tuttora ignoto.
Pubblico, infine, qui accanto come chiosa della silloge sopra riproposta la bella e toccante lettera che Silvio Locatelli inviò a mia madre. In essa da parte del francesista e dirigente della De Agostini di Novara si dicono verità scomode, in qualche misura persino a molti ex-allievi e collaboratori di Carlo L. Ragghianti, compreso il benemerito Pier Carlo Santini.
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