Carlo e Licia

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venerdì 8 luglio 2022

Enzo Mari comunista utopico, designer concreto 1. Rapporto con Carlo L. Ragghianti.

Enzo Mari è morto di Covid19 il 19 ottobre 2020 a 88 anni. La notizia mi sfuggì perché distratto da problemi di salute. Appresi il triste evento leggendo su "Internazionale" (28 maggio 2021; una delle pochissime testate giornalistiche veramente indipendente nel panorama embedded del giornalismo attuale in Italia) l'articolo, o meglio, il saggio di Glenn Adamson La politica del design (The communist designer, the fascist designer forniture dealer, and politics of design). Questo storico statunitense è direttore del "Museum of Arts and Design" di New York; il suo saggio è interessante, stimolante e, soprattutto, convincente. Scritto con taglio "divulgativo" (nell'accezione del termine che dava C.L.R.) attraverso un profilo del pensiero e dell'attività di Mari l'a. traccia una storia critica del design internazionale con una impostazione coraggiosa. Infatti egli non si perita di porre al centro del problema l'aspetto politico per quel che è, o per quel che inevitabilmente ostacola la creatività. Trattandosi di uno studio da antologia, penso di inserirlo nella seconda parte di questo post.

Reputo che Enzo Mari, oltre che per gli indubbi meriti propri, passerà alla leggenda per la commuovente, drammatica e gloriosa conclusione del suo matrimonio con la distinta storica dell'arte Lea Vergine, la quale si spense il giorno seguente la morte del coniuge.

Non voglio entrare in un ginepraio storiografico, ma non posso non ricordare che mio padre Carlo L. Ragghianti fu se non proprio uno degli antesignani (e con lui, formandosi nella redazione di "SeleArte", Pier Carlo Santini) dell'industrial design e del graphic design, certamente fu uno dei primi storici e critici che individuarono le originalità di questi fenomeni espressivi e di farsene interpreti critici coerentemente consapevoli delle metodiche e dei rapporti con le arti figurative "convenzionali".


Il rapporto diretto tra Enzo Mari e C.L.R. è di poco precedente l'articolo pubblicato dal critico su "L'Espresso" (27 maggio 1962). Difatti in precedenza vi erano stati la preparazione del catalogo e l'esposizione presso "La Strozzina" di Firenze, come si riscontra dalle lettere di Mari del 17 aprile e del 2 maggio 1962 e dal Catalogo stesso, riprodotto integralmente. 

Seguono la scheda di Francesca Giusti circa la mostra di Mari in parallelo con quello di Bruno Munari (del quale oltre al post del 4 maggio 2018, ci occuperemo in un apposito intervento), con analogo catalogo a sé stante, dal volume "Mostre permanenti". C.L.R. in un secolo di esposizioni (Fondazione Ragghianti, Lucca 2018). Di conseguenza segue la recensione della detta mostra su "SeleArte" (n.58, lug.-ago. 1962). L'anno seguente, in margine alla XII Mostra Nazionale di Pittura Premio "Golfo della Spezia" il medesimo testo di C.L.R. Presenterà il designer alla I Mostra Nazionale del disegno di forme (lug.-ago. 1963).

Nel 1965, Enzo Mari il 15 gennaio invia a C.L.R. Il testo dattiloscritto completo (15 pp.) di "Nuova Tendenza 3", sperando "che lei sia d'accordo se non sui particolari, sullo spirito e sulle intenzioni della cosa".

Il 9 febbraio 1965 C.L.R. Risponde a Mari con una impegnata e articolata lettera nella quale si augura che le ulteriori realizzazioni dell'artista "abbiano l'altezza e lo slancio di fantasia intuitiva di quello che ho visto negli anni scorsi".

Il 23 aprile 1970, la lettera manoscritta di Mari avverte C.L.R. dell'invio della sua “Funzione della ricerca estetica”. Il critico risponde con una lunga missiva sui problemi del linguaggio suscitati da Mari e conlcude “Non c'era da attendersi da lei che ha sempre dimostrato nel suo lavoro un impegno tanto intenso e continuo ...”.

Conclusa l'esposizione delle carte che mi risultano intercorse tra Mari e Ragghianti, riporto la scheda di un quarto di secolo dopo, in occasione del Catalogo della Mostra C.L.R. e il carattere cinematografico della visione nella quale Marco Meneguzzo descrisse il rapporto tra Mari e Ragghianti.

Colgo, infine, l'occasione – dato che nella sopracitata scheda è riprodotta l'opera di Mari Piccola struttura, 1962, della quale risulto essere collezionista – per rendere noto che questa opera d'arte la donai, anche a nome delle mie sorelle, a Marco Scotini – curatore della Mostra e del Catalogo – per ringraziarlo per la notevole ed impegnativa dedizione nella realizzazione dell'esposizione dedicata alla memoria di nostro padre Carlo Ludovico Ragghianti.

F.R. (18 maggio 2022)



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