Carlo e Licia

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venerdì 18 febbraio 2022

Pittura del Quattrocento in Germania e nell'Europa centrale.

Precedenti 

1. Storia della pittura. Presentazione di Carlo L. Ragghianti: 17 aprile 2020 
2. Storia della pittura. "Il Quattrocento Europeo” di Licia Ragghianti: 20 aprile 2020 
3. La pittura spagnola del Quattrocento: 25 novembre 2021 
4. Pittura dell'Europa settentrionale e orientale nel Quattrocento: 20 dicembre 2021.
5. Pittura francese del Quattrocento: 13 gennaio 2021.
 

L'autrice, Licia Collobi, all'inizio del volume su la Pittura del Quattrocento in Europa dice che: “La varietà delle definizioni con le quali la pittura europea di quel periodo è stata descritta dagli studiosi è, di per sé, indice della diversità dei punti di vista, dei metodi di analisi, persino dei pregiudizi (nazionalisti od ideologici) con i quali la si è esaminata e giudicata”.

Da questa osservazione è conseguita una approfondita ricerca di controllo delle fonti, ricavandone dati conseguenti a configurare un'interpretazione originale dei fenomeni artistici del periodo.

Questa complessa operazione critica è stata possibile anche grazie al bilinguismo italiano e tedesco dell'autrice, nonché dalla profonda conoscenza delle lingue francese e inglese. Inoltre mia madre nell'adolescenza aveva approfondito l'apprendimento del croato in Istria, per motivi di radici familiari, e a Spalato (dove il padre diresse un cementificio per alcuni anni). Successivamente la studiosa ha esteso la propria conoscenza sul piano culturale a tutte le lingue slave. In questa maniera le è stato possibile trovare un equilibrato metodo critico ed espositivo durante la formazione universitaria e poi con l'adesione a l'impronta originale degli studi rappresentata dal pensiero di Carlo L. Ragghianti, divenuto suo coniuge.

In questo caso, quindi, questi strumenti formativi sono serviti a dare una soluzione originale e stimolante al complesso di problemi storiografici di quella vasta area geografica e plurilingue d'Europa, qui presa in esame.

Così, come nelle sezioni precedenti di questa sistemazione organica, i fenomeni storici sono esaminati e valutati con la sigla del proprio collaudato linguaggio espositivo, divulgativa ma priva di concessioni semplicistiche. Di conseguenza i problemi e le connessioni critiche sono risolti escludendo pregiudizi e partigianerie, i quali non solo rappresentano l'antitesi della ricostruzione storica metodologicamente critica, ne sono il letale veleno che comporta inevitabilmente barbarie.

F.R. (24 gennaio 2022)

P.S. - Credo opportuno precisare che l'apprendimento della lingua croata da parte di Licia Collobi avvenne – come detto sopra – in due tempi. Il primo, quello dell'infanzia fu elementare, derivante dai soggiorni estivi ad Abbazia e dalle escursioni nell'interno del Carso nei possedimenti dei familiari della nonna Anna De Franceschi. Il secondo, quello con residenza a Spalato in Dalmazia – allora provincia del Regno d'Italia, come Torino o Agrigento – fu soprattutto apprendimento scolastico, poi approfondito da insegnamento privato a casa.

Difatti, in quella bella terra Adriatica, salvo minoranze costiere, coloro che parlavano italiano (o meglio veneto italianizzato) erano una minoranza piuttosto esigua. La stragrande maggioranza dei croati odiava palesemente il dominio italiano. Erano esclusi rapporti sociali, salvo gli obblighi di lavoro. Mia madre adolescente fuori di casa girava sempre accompagnata da almeno un adulto armato. Persino lei, in una fondina alla vita portava una calibro 22 (in certi percorsi più “pericolosi” senza sicura, per poter reagire subito), che ancora possediamo e usiamo come posacarte, perché rotta e assolutamente innocua.


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