Carlo e Licia

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lunedì 24 gennaio 2022

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 34. ATTILIO PODESTA' (MERELLO, RAMBALDI, SACCOROTTI).

 


Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
14. RAFFAELINO DE GRADA I (BOLDINI, ANDREOTTI). 22 giugno 2020.
15. RAFFAELINO DE GRADA II (BERNASCONI, CARPI, CARENA, FUNI). 6 luglio 2020.
16. ANTONIO DEL GUERCIO (MAZZACURATI, MENZIO, RICCI). 8 agosto 2020
17. TERESA FIORI (INNOCENTI). 1 settembre 2020.
18. CESARE GNUDI (FIORESI, PIZZIRANI, PROTTI). 2 ottobre 2020.
19. VIRGILIO GUZZI (MANCINI, CAVALLI, MONTANARINI, PIRANDELLO). 19 novembre 2020.
20. MARIO LEPORE (DEL BON, LILLONI). 21 dicembre 2020.
21. LICISCO MAGAGNATO (NARDI, PIGATO, FARINA, TRENTINI, ZAMBONI, BERALDINI, SEMEGHINI). 21 gennaio 2021.
22. CORRADO MALTESE (GERARDI). 4 marzo 2021.
23. FRANCO MANCINI (PANSINI, NOTTE, BRESCIANI, CRISCONIO, CIARDO, GATTO, VITI).  3 aprile 2021.
24. GIUSEPPE MARCHIORI, 1 (ROSSI, LICINI). 3 maggio 2021.
25. GIUSEPPE MARCHIORI, 2 (SEVERINI, SPAZZAPAN). 28 maggio 2021.
26. MICHELANGELO MASCIOTTA, 1 (LEGA, VENNA LANDSMANN, CALIGIANI, COLACICCHI). 7 giugno 2021.
27. MICHELANGELO MASCIOTTA, 2. (DE PISIS, PEYRON, LEVASTI, CAPOCCHINI). 18 giugno 2021.
28. GIAN LORENZO MELLINI. (VITTORINI, SALIETTI, SANI, DE JURCO, BUGIANI). 23 luglio 2021.
(Il numero 29 sarà prossimamente pubblicato).
30. ALESSANDRO PARRONCHI (CARLINI, MOSES LEVY). 14 settembre 2021
31. GIACINTO NUDI. (RAFFAELE CASTELLO). 16 agosto 2021.
32. GUIDO PEROCCO (CADORIN, MARTINI, MOGGIOLI, PELLIS), 1. 23 ottobre 2021
32bis. GUIDO PEROCCO (ZECCHIN, CAVAGLIERI, GARBARI, CAGNACCIO DI S. PIETRO), 2. 6 novembre 2021
33. AGNOLDOMENICO PICA (DEPERO, BOLAFFIO, MARTINI, SIRONI, D'ALBISOLA, GHIRINGHELLI, USELLINI). 16 dicembre 2021


Personaggio della critica militante, o meglio, di base a suo tempo molto considerato, Attilio Podestà (1903) nell'ambiente artistico attento alla diffusione mediatica si può considerare sia stato il critico più autorevole in Liguria. Oggi la memoria della sua persona è scomparsa, al punto che in Internet (a parte l'offerta di suoi libri divulgativi sulla Pittura del '600 e su la Pittura francese dell'800) praticamente non si trova neppure la data della sua morte. Altresì, non è stato possibile reperire una sua immagine fotografica. Però, quando sia nato lo si apprende grazie all'utile Dizionario degli storici, teorici e critici d'arte delle Arti Figurative (1800-1940) di Sergio (Samek) Lodovici. 

Podestà fu giornalista e cronista titolare del "Secolo XIX", quotidiano storico di Genova, degli inizi degli Anni Trenta fino alla ignora sua dipartita. Fu prima collaboratore, poi direttore della rivista "Emporium", di cui C.L.Ragghianti durante la guerra progettò una nuova serie con criteri originali. Essa non fu realizzata allora ma certamente quel progetto è alla base di "SeleArte" (1952-1960).

Di Podestà si riproducono la lettera del 21 giugno 1951 e, quindi, quella che Ragghianti gli inviò il 24 giugno 1962 a proposito del proprio libro Mondrian e l'arte del ventesimo secolo.

F.R. (6 dicembre 2021)

Circa questo eccellente pittore, e marginalmente scultore, si sottolinea una vita dedita essenzialmente alla propria espressività. Vita intensa professionalmente però breve, della quale soltanto sette anni di attività riguardano questa Mostra 1915-1935. Le biografie del Podestà nella scheda e quella su Internet sono esaurienti.

La stessa cosa si può dire circa la bibliografia critica, ricca di contributi che di fatto non sono più illuminanti di quella degli autori citati nella scheda. Fatta eccezione per lo scritto di Enrico Sacchetti ("Dedalo", 1922-23, vol.II, pp.397-408; cit. in Internet) dinamico contemporaneo sul quale

ricordo il nostro post del 12 gennaio 2020. A proposito di una retrospettiva di Merello alla Galleria Pesaro, inoltre, Sacchetti nel 1926 acutamente osservò che "Merello ha scoperto che tutte le forme organiche vivono sommerse in un bagnoturchino che è il colore dell'infinito, e per lui l'ombra e la luce hanno una cupa intensità siderale e le ombre sono come intrise della serenità dei grandi spazi dove la luce passa senza fermarsi".

F.R. (21 dicembre 2021)



Morto sessantacinquenne un anno dopo la storica Esposizione "Arte Moderna in Italia, 1915-1935" tenutasi nell'intero Palazzo Strozzi a Firenze, Emanuele Rambaldi – definito da un critico locale amico "artista allo stato puro" – si può considerare, assieme a Eso Peluzzi e ad Oscar Saccorotti, l'artista più rilevante del secolo XX operante in Liguria.

Rambaldi è stato pittore solido, coerente, con un percorso espressivo intenso svolto dai sommovimenti di inizio secolo a una classicità di stampo tradizionale suscitata dal "richiamo all'ordine". Rambaldi ha dimostrato anche che un autodidatta con vocazione esplicita può diventare un artista professionista di salda impostazione, di cifra propria distinguibile, declinata con una propria scelta di cultura a sostegno della originalità di concezione, volutamente ancorata alla tradizione. 

Non ho trovato riscontri di particolare attenzione critica da parte di Carlo L. Ragghianti nei confronti di Emanuele Rambaldi. Però i pochi documenti che riproduco (un telegramma a CLR in occasione dei Trenta Anni di "Critica d'Arte" e la lettera di ringraziamento dello studioso al pittore per il dono al costituendo Museo di Arte Contemporanea di Firenze, concepito in occaisone dell'Alluvione del 4 novembre 1966) esprimono una reciproca stima, basata su una conoscenza di vecchia data.

Infatti Ragghianti conoscenva e apprezzava l'operato di Rambaldi certamente già prima della guerra. Altrimenti non lo avrebbe invitato a partecipare alla Mostra organizzata dalla CADMA negli Stati Uniti poco dopo la liberazione dal nazi-fascismo. Esposizione tramita la quale, presentando artisti come Morandi e Marini (tanto per fare un es.) e altri 35 distinti artisti, scelti per mostrare la creatività espressiva di una Italia in ricostruzione morale e materiale.

F.R. (23 dicembre 2021)

Ricordo di Attilio Podestà
Opere di Rambaldi


L'itinerario artistico di Oscar Saccorotti (1898-1986) è stato molto articolato ma sostanzialmente coerente. Egli ha dedicato le proprie attenzioni oltre che alla pittura e alla incisione anche alla ceramica, al mosaico, alla decorazione di interni per l'architettura.

Romano di nascita, infanzia udinese, l'artista è profondamente ligure di formazione culturale, diventando conoscitore del territorio (grazie anche alla pratica della caccia) variegato per natura e per paesaggi terrestri, nonché – stimolato dal confronto amicale con Emanuele Rambaldi ma mantenendo enrambi percorsi originali per impostazione e stile – anche autore di suggestive nature morte e composizioni floreali.

Insomma, come nel catalogo L'universo artistico di Oscar Saccarotti hanno scritto (2016) Matteo Fochessati e Gianni Franzone "Saccorotti è stato un artista che ha attraversato il Novecento, tracciando un autonomo itinerario linguistico, che molto ha attinto dal contrasto culturale e paesaggistico della Liguria, ma che pure ha avuto – in particolare negli anni tra le due guerre – un rilevante riscontro a livello nazionale".

Non so come e da quando Carlo L. Ragghianti fosse venuto a conoscenza dell'opera di Saccorotti. Certo lo aveva visto alle Quadriennali, ma più probabilmente fu dalla frequentazione di Eugenio Montale, prima, e poi di quella dell'amico architetto Mario Lobò che R. conobbe e seguì l'attività di Saccorotti. Non molti e non in presenza i loro rapporti epistolari, però improntati a cordiale e reciproca stima. I citati autori del catalogo del 2016, comunque, hanno notato (p.35) che "il pittore seguitò infatti a proporre una ricerca svincolata dalle mode e dagli emergenti indirizzi estetici e finalizzata, piuttosto, a scandagliare le potenzialità espressive del suo personale universo artistico: una costanza stilistica e iconografica che, pur contribuendo al suo progressivo isolamento nei confronti delle coeve dinamiche di ricerca, fu comunque ricompensata nel 1967 dall'invito di Carlo Ludovico Ragghianti a partecipare alla grande mostra antologica Arte moderna in Italia 1915-1935, allestita a Firenze nelle sale di Palazzo Strozzi".

Il fatto che C.L.R. apprezzasse le incisioni del pittore è certo, e io stesso lo posso testimoniare, non giustifica però che nel Catalogo/Mostra Arte in Italia 1915-1935, la scheda su Saccorotti sia illustrata soltanto con tre grafiche (fatto già eccezionale nella struttura dell'opera) e che il testo di Valeria Bruni verta con insistenza sulla poeticità delle opere in bianco/nero, nelle quali "si avverte fortemente il senso della morte". Pertanto non riproduco in questa sede la scheda riduttiva per scelta del Comitato esecutivo; la inserirò nel post appositamente centrato sulla grafica di Oscar Saccorotti, che ho in animo di concretizzare.

Per documentare la poliedricità dell'artista riproduco due mosaici eseguiti negli anni Sessanta dal fratello maggiore Fausto (1895-1976), specializzatosi in arti decorative. Ripropongo anche un bozzetto per tessuto (1963). Mi ha colpito, divertito e riportato a miti giovanili il progetto e la realizzazione (brevetto del 1952) di un velivolo giocattolo, oniricamente arcaico e moderno di design fantaingegneristico, come si può osservare nelle due pagine riprese dal citato catalogo.

L'apparente semplicità di soggetti e di ductus pittorico altamente professionale, unitamente alla "sincerità del sentire" – sottolineata da Gianfranco Bruno nella monografia O.S. (Sagep, Genova 1988) – hanno probabilmente indotto parte della critica (non Zeri) a trascurare questo artista, degno di maggior fortuna e attenzione in vita, che però certamente – invece – resterà negli annali delle future indagini critiche ed esposizioni.

Riporto, infine, alcuni scritti di interesse nei confronti della comprensione e dell'apprezzamento dell'opera e della personalità di Oscar Saccorotti. Si tratta di interventi di Camillo Sbarbaro (1929), di Nanni Servettaz (1948), Mario De Micheli (1978), Giovanni Arpino (1984), di Gianfranco Bruno (1988). Ad essi allego la testimonianza di Gina Lagorio, sempre acuta interprete dei fenomeni artistici nella sua Liguria (ante 1973).

F.R. (28 dicembre 2021)



Antologia di critica
Opere di Saccorotti

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