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sabato 4 dicembre 2021

Mostra Storica del Futurismo (1960), 2 – Documenti e altri scritti di Carlo L. Ragghianti.

 

Premetto che le due seguenti "antologie" (cioè: 1. Documenti inerenti la Mostra storica del Futurismo del 1960 progettata da C.L.R. e 2. lettere e interventi di Ragghianti su singoli aspetti del Futurismo) non hanno pretese di completezza, possono però risultare di utile orientamento. Si tratta di testi che via via ho radunato sotto il termine Futurismo.

Da eventualmente vedere in Archivio trascrivo l'elenco di lettere citate nel documento precedente: lettera a Gino Ghiringhelli (24.02.1960); a Marcello Nizzoli (24.02.1960); a Anton Giulio Bragaglia (24.02.1960); a Mario Melino (24.02.1960); a Enrico Vallecchi (26.02.1960); a Umbro Apollonio (09.01.1960).

Nella corrispondenza di mio padre si trovano certamente altri nominativi da affiancare ai su citati; così come anche in articoli e libri che l'autore non ha citato esplicitamente alle pp. 210,211 del progetto "Prima mostra storica sul Futurismo", pubblicato su "Critica d'Arte" (172-74, 1980) e postato il 10 novembre 2021 su questo blog. Riproduco anche gli ultimi scritti di C.L. Ragghianti sul Futurismo, pubblicati in "Critica d'Arte", IV serie edita da Panini, Modena. Il primo, Futurismo, resoconta il libro di Fanette Roche-Pezard, giovane studiosa con la quale C.L.R. ha avuto la corrispondenza formativa, qui precedente, nel 1971. Segue la concisa e severa nota Prosopografia marinettiana. L'ultimo scritto di R., Marinettiana, circoscrive l'esperienza del "guru" futurista alla sua reale incidenza culturale di fronte a "la sua illusione ignara e la sua pretesa, mentre erano in atto o si preparavano come troppo più grandi di lui".

A queste documentazioni ho aggiunto la riproduzione prefuturista di un'immagine da "Natura ed Arte" (settembre 1901), che non ho visto riprodotta altrove. Allego, infine, anche il breve scritto dell'amico Giovanni Spadolini (1925-1994) Ritorna il Futurismo? da "Nuova Antologia" (n.2158 del 1986). Queste pagine "illustrano la proiezione politica complessa, sfaccettata e contraddittoria del fenomeno futurista sullo sfondo della società italiana nel Novecento". Di conseguenza lo storico fiorentino e giornalista moderato – però assieme ad Azeglio Ciampi e pochissimi altri loro contemporanei tra gli ultimi esponenti politici ed intellettuali coerenti e consapevoli di credere in una democrazia laica, sociale, decente e pensante – prefigura il panorama sconfortante di una situazione politica che di lì a poco creerà ex abrupto Berlusconi e le premesse di un crescendo filofascista, che attualmente potrebbe tornare al potere apertamente fascista, grazie alla viltà corrotta della classe dirigente che ci ritroviamo. Gli sviluppi più che storici, cronistici e di bassa lega, hanno portato l'Italia odierna ad un regime di trita e trista operetta, che non può nemmeno fregiarsi di scontri di personalità come quelle di Giovanni Gentile e di Benedetto Croce (con le sue debolezze borghesi radicate in un mondo che fu sì ma peggiore di quel che lui credesse) o dei limiti ed errori di un pensatore – e martire! – quale fu Antonio Gramsci. Il popolo italiano, noi, io, allora risulta affidato alle mani incerte e incoerenti di un singolo drago sfiatato.

F.R. (15 agosto 2021)

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