Carlo e Licia

Carlo e Licia

Archivio

Cerca nel blog

lunedì 3 maggio 2021

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 24. GIUSEPPE MARCHIORI, 1 (ROSSI, LICINI).

 


Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
14. RAFFAELINO DE GRADA I (BOLDINI, ANDREOTTI). 22 giugno 2020.
15. RAFFAELINO DE GRADA II (BERNASCONI, CARPI, CARENA, FUNI). 6 luglio 2020.
16. ANTONIO DEL GUERCIO (MAZZACURATI, MENZIO, RICCI). 8 agosto 2020
17. TERESA FIORI (INNOCENTI). 1 settembre 2020.
18. CESARE GNUDI (FIORESI, PIZZIRANI, PROTTI). 2 ottobre 2020.
19. VIRGILIO GUZZI (MANCINI, CAVALLI, MONTANARINI, PIRANDELLO). 19 novembre 2020.
20. MARIO LEPORE (DEL BON, LILLONI). 21 dicembre 2020.
21. LICISCO MAGAGNATO (NARDI, PIGATO, FARINA, TRENTINI, ZAMBONI, BERALDINI, SEMEGHINI). 21 gennaio 2021.
22. CORRADO MALTESE (GERARDI). 4 marzo 2021.
23. FRANCO MANCINI (PANSINI, NOTTE, BRESCIANI, CRISCONIO, CIARDO, GATTO, VITI).  3 aprile 2021


Giuseppe Marchiori (1901-1982) è stato un importante critico d'arte contemporaneo, il Decano della sua generazione. Di formazione sostanzialmente autodidatta con precedenti di pittura e di poesia, potè sempre esprimersi con una libertà e sincerità rara grazie al proprio carattere estroverso e a confortevole indipendenza economica dovuta al patrimonio familiare. Conobbe Carlo L. Ragghianti a Roma negli anni Trenta e i due studiosi mantennero durante la loro esistenza ottimi rapporti personali, non intaccati dalle differenze metodologiche inevitabili e dagli interessi critico-artistici talora divergenti.

Da bambino lo ricordo come un omaccione, piuttosto sgraziato nei movimenti, dall'approccio irruento ma cordiale: un orso buono, rispettato

molto dai giovani studiosi e artisti gravitanti in Palazzo Strozzi nell'orbita dello Studio Italiano di Storia dell'Arte, e in quello de “La Strozzina”.

Marchiori fu l'animatore del “Fronte Nuovo delle Arti”, movimento che dal 1947 al 1951 fu vivacemente presente nella cultura artistica espressivamente rappresentato da artisti quali Birolli, Santomaso, Morlotti, Alberto Viani, Pizzinato, Vedova, Guttuso, Cassinari e Leoncillo, tutti conosciuti, frequentati e stimati da C. L. Ragghianti. Il “Fronte” si sciolse per le allora piuttosto virulente polemiche tra realisti ed astrattisti.

Il 29 luglio 1943 Marchiori scrisse la cartolina, qui sotto riprodotta, a C.L.R. appena liberato dal carcere di Bologna.


Dopo la caduta del Governo Parri, nel quale R. era stato sottosegretario autonomo per le Belle Arti e lo Spettacolo, dovuta ad una bieca (ed irresponsabile) manovra liberale – Benedetto Croce consenziente – ben vista da comunisti e clericali, Marchiori scrisse il 27 dicembre 1945 di nuovo a Ragghianti deprecando la sua esclusione e di nuovo insistendo sul “ritorno agli studi”, riparatore e di maggior soddisfazione. Forse l'unico amico di R. che intuì la scelta effettiva di mio padre, il quale proprio in quei giorni – tornando a Firenze di sera dalla Assemblea Costituente da Roma – discusse con animo pacato ma incontrovertibile con Athos Albertoni, e non ricordo chi, affermando che si dovevano loro e gli altri rendere conto che in realtà tutti noi, la Resistenza, ha perso la guerra. Gli Alleati erano comunque occupanti, sostenevano la monarchia e una sostanziale continuità col passato regime. Non rammento perché fossi solo col babbo, ricordo invece che questo discorso avvenne dopo la stazione di Arezzo. Ho sempre ritenuto che questo ricordo mi sia restato impresso perché impressionato dalla foga serena di R., ma soprattutto perché da quel momento me lo ripetevo

sempre, ogni sera a letto, a scuola sui libri ancora fascistoidi, e le maestre sempre più irridenti i partigiani, nonché nei numerosi cambiamenti da “ossequio” in “indifferenza” – persino in “altezzosità censoria – che constatavo dovunque, dal portiere, dai coinquilini importanti, dai negozianti, dai farmacisti, dal giornalaio che ti dava con fastidio e monche parole la “Voce repubblicana” o il “Nuovo Corriere”. Questo per anni, fino almeno al 1950, guarda caso con C.L.R. diventato Ordinario all'Università e mia madre ff. Direttrice della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Palazzo Pitti tornò palese il rispetto.

Nel 1946 Marchiori fu attivo propagatore della prima campagna di sottoscrizione per poter editare di nuovo “La Critica d'Arte” (vedasi in Archivio la lettera del 15 dicembre 1946). A proposito della “Mostra Arte Moderna in Italia 1915-1935”, l' 8 agosto 1966 il critico veneto scrive “ho spedito...le schede critiche che mi erano state richieste: Spazzapan, Rossi, Licini, Severini. Sono stato molto contento della scelta, soprattutto di Rossi, che la divina Palma voleva invece per sé.” Nel 1973 Marchiori scrive a C.L. Ragghianti: 




   

La “Fototeca” era la sezione “Novecento” di quella di casa che R. aveva dato in comodato all' U.I.A. di Firenze, promuovendo anche una modesta campagna di acquisizione di nuovi materiali- Con la lettera del 4 aprile 1973, C.L.R. insiste nel cercare di organizzare l'ampliamento, con l'aggiunta di materiali iconografici e testi di Marchiori, della sua “Fototeca” in allestimento col nuovo nome di FRAMOC. Purtroppo, per la scarsa dinamicità dell'Ente dovuta ad un imposto portaborse di Cariglia presidente quale Segretario Gen. (in luogo della dott.ssa Lanzillo) i quali tentarono di estromettere Ragghianti dall'Università Internazionale dell'Arte di Firenze, il discorso fu sospeso e poi non ebbe seguito.

materiali di Marchiori sono stati donati dai suoi eredi alla Biblioteca di Lendinara, dove sono disponibili per il pubblico.

Dopo la morte di Marchiori il 23 aprile 1983 C.L. Ragghianti scrisse la lettera (che riportiamo in calce a questa presentazione) alla cognata dell'amico, in parte riprendendo il progetto sui materiali iconografici, ma soprattutto inquadrando l'operato di studio e di divulgazione del defunto, asserendo che a Marchiori “senza dubbio” spetta “il posto principale tra i critici d'arte moderna”.

F.R. (31 marzo 2021)



C.L. Ragghianti da "La Critica d'Arte", n.2-4, 1939: 

Giuseppe Mazzariol, 1958:





Il rapporto personale tra Carlo L. Ragghianti e Osvaldo Licini (1894-1958) è avvenuto dopo il 1948 perché in quell' anno lo storico dell'arte chiese a Giorgio Morandi l'indirizzo per contattarlo. L'incontro, avvenuto a Palazzo Strozzi, tra i due è dimostrato dalla lettera del 12 febbraio 1951 dell'artista a R., nella quale chiede di “ricordarmi” a Righi (segretario di mio padre) e a Parronchi (segretario de “La Strozzina”), conosciuti evidentemente dall'artista in occasione dell'incontro con Ragghianti.

Nell'utilissimo, più volte citato in questo blog, “Mostre permanenti” C.L.R. in un secolo di esposizioni, curato da Silvia Massa ed Elena Pontelli, alle pp. 106-107 si fa notare che Licini è stato un caso esemplare perché “contattato tre volte (1948, 1953, 1968 refuso per il 1958) senza ottenere alcun riscontro” circa la possibilità di esporre a “La Strozzina” di Firenze. Riscontri ce ne sono stati, eccome: due con rinvii determinati da considerazioni di esclusivo interesse dell'artista, il terzo per la morte di Licini e poi per le titubanze degli eredi, come mostrano le lettere che posteremo subito dopo questa nota redazionale.

Prima della consueta carrellata di opere dell'artista, riporto l'importante scritto di Giuseppe Marchiori Ricordi di Licini (da “seleArte”, n. 41, mag.-giu. 1958) esauriente documentazione anche di una amicizia durata l'intera loro esistenza. 

Nella citata panoramica dell'opera dell'artista in ordine cronologico viene riprodotta la scheda del Catalogo/Mostra “Arte in Italia 1935-1955”, stesa da Pier Carlo Santini con la consueta chiarezza, partecipe allo sviluppo della personalità di questo inconsueto ed originale pittore marchigiano. E' necessario, direi, poi riportare la parte di testo e le illustrazioni che C.L. Ragghianti pubblicò in Bologna cruciale 1914 (1969) riguardanti l'opera di Licini. Oltre al testo specifico di R., riprodotto, ci sono nel libro altri riferimenti riscontrabili con l'indice dei nomi. Tra l'altro si tratta dell'unico scritto di C.L.R. esplicitamente dedicato a l'artista marchigiano. Date alcune mie perplessità in proposito, riproduco lo stesso la scheda di Cecilia Scatturin, soprattutto per ricordare la rilevante esposizione e il Catalogo C.L.R. e il carattere cinematografico della visione (Charta, Milano 2000), che iniziò autorevolmente una stagione di attenzione sull'operato e la metodologia innovativa di mio padre. Chiudo la rassegna dei testi su Licini con la parte finale del ricordo (1974) critico di Leone Minassian (oggi, mi pare, immeritatamente dimenticato), pittore veneziano e vecchio amico del pittore di Monte Vidon Corrado.

F.R. (4 marzo 20121)

Nessun commento:

Posta un commento