Carlo e Licia

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lunedì 19 aprile 2021

Tono Zancanaro, 4/I - C.L. Ragghianti: Parlamento per Tono, 1. Testo e illustrazioni di Gibbo e con altri soggetti fino al 1975.

Post precedenti:

1. Finalmente Tono Zancanaro. 1. La Divina Commedia.

2. Tono Zancanaro, 2 – Pisa 1964: Montella, Ragghianti, Santini.

3. Tono Zancanaro (3) e Antonello da Messina.


Con questo quarto nostro intervento sull'opera di Zancanaro, Carlo L. Ragghianti conclude col saggio Parlamento per Tono il suo percorso analitico di interpretazione e di ricostruzione del fare dell'artista. Nei successvi scritti, che riproporremo, lo storico preciserà ed approfondirà l'operato dell'amico artista. Questo Parlamento riguarda soprattutto le origini e la lunga, nonché assolutamente originale stagione del Gibbo (e – aggiungo – coraggiosa dati i tempi del contesto operativo di Tono: fine del regime, Repubblica Sociale fascista) ma indaga anche le successive tappe espressive. Quindi vedremo disegni e incisioni sugli altri temi cari a Tono, da Levana alle mondine, dalla caruseria siciliana al rock&roll, ecc. fino al folgorante e fortunato incontro con la litografia a colori. Questa intensa attività avverrà esclusivamente presso il litografo Busato di Vicenza, magistrale aiuto prima poi coadiuvatore nella complessa preparazione per l'esecuzione, cosa che Tono affrontava in prima persona, persino abbarbicato alla macchina – come raccontava talvolta – per realizzare gli effetti e le sfumature ottenute dalle tante lastre di zinco necessarie. Tante perché l'attività frenetica di Tono richiedeva l'uso di un alto numero di lastre, se si fosse ricorso al metodo classico di una pietra per ogni colore ci sarebbero stati tempi e spese insostenibili. La foga, l'impeto di Tono ne fanno uno dei non numerosi artisti della litografia autenticamente autori del risultato finale. Si ricordi che negli anni Settanta si scoprì ufficialmente che molti pittori e scultori consegnavano un bozzetto e poi, a tiratura finita, ricomparivano per firmare l'operato degli artigiani. In conclusione Tono è stato l'autore indiscutibile delle proprie litografie e delle proprie incisioni.

Il saggio di Carlo L. Ragghianti fu concepito per la monumentale monografia Il Gibbo (Galleria La Loggetta, Ravenna e Edizioni Bora, Bologna, 1971), di cui sono fiero di essere stato il redattore dell'imponente catalogo dei disegni. All'epoca avevo vari impegni editoriali ("Critica d'Arte", Editore Casini per l'Arte in Italia, soprattutto) perciò fui coinvolto nell'impresa "Gibbo" per alcuni entusiasmanti mesi di lavoro tra quei 2002 fogli di carta di misure differenti, di colore dal bianco del foglio Fabriano, al grigiastro, a diverse sfumature di avorio, ecc. E, benché ormai "veterano" della catalogazione di disegni, fui onorato in modo particolare di questo lavoro e ancora sento gratitudine nei confronti dell'amico Tono per la fiducia riposta nei miei confronti. Non è cosa da poco aver consegnato un patrimonio consistente (senza inventari seppur sommari, senza assicurazione) quella caterva ingombrante e disordinata di opere uniche, quali sono i disegni, per di più per un lungo periodo di tempo. La mia, per altro ampia, stanza di casa era diventata un laboratorio, un'orificeria cartacea nella quale le esigenze di conservazione del materiale prezioso convivevano con le 

centinaia di libri preesistenti e gli altri incartamenti. Insomma un caos pulito con cartelle e cartelline in continuo smistamento. E la custodia! Persino le indispensabili pulizie del letto e del bagno ad opera della esperta e precisa Pina avvenivano soltanto in mia presenza. Come uscivo dalla stanza la chiudevo a chiave, così anche la notte mentre dormivo chiudevo dall'interno. In camera per tutto quel tempo non fumai nemmeno una sigaretta, lo facevo nel bagno.

Misurare i disegni, trascriverne i titoli e le battute estemporanee di Tono, costituì un susseguirsi di sorprese e, ai pasti, di risate dei familiari contagiati dal mio racconto. Ero anche sopraffatto dall'abilità fantastica di Tono che risultava originale anche in soggetti ripetuti molte volte, alcuni dei quali a prima vista sembravano copie ma non lo erano perché sempre almeno un dettaglio, un quid di differenza rendevano il foglio assolutamente originale e imprevedibile.

Naturalmente mio padre qualche anno dopo considerò che il suo lungo testo conteneva tutti gli spunti e le indicazioni per risultare un excursus su tutti gli aspetti dell'opera di Tono fino al 1976. Decise quindi di farne un fascicolo speciale di "Critica d'Arte" (n.141-142, mag.-ago. 1975). Successivamente volendo l'editore ristampare il fascicolo della rivista perché esaurito e ancora richiesto da lettori e biblioteche, C.L.R. decise di farne un volume a sé stante, utilizzando tutti gli "impianti" della rivista. Come redattore aggiunsi un Indice dei nomi e un Indice analitico e il libro fu pronto; poi, rilegato con sovracoperta e testo di quarta di copertina, fu stampato e distribuito con le strenne natalizie del 1975. Mi risulta anche che fu un piccolo successo commerciale, ossigeno per la Nuova Vallecchi, da poco nata dal fallimento della gestione Montedison, ma come sempre già in difficoltà economiche.

In questo blog ripropongo il volume integralmente, però diviso in due postazioni, per motivi tecnici derivanti dal fatto che i post troppo lunghi sono spesso disturbati nella captazione dell'etere e risultano difettosi quando richiesti dall'utente di un computer.

La prima parte contiene il saggio di Carlo L. Ragghianti e gli Indici, ai quali in "Appendice" aggiungo la riproduzione del manoscritto di Tono Il sogno di Gibbo, tre pagine di getto che l'A. aveva consegnato a C.L.R. con i materiali documentari per poter scrivere Parlamento di Tono. Accludo, infine, anche la lettera manoscritta inviata il 9 febbraio 1976 a Ragghianti da Cesare Zavattini, un notissimo scrittore e personaggio in grado di apprezzare le "favole" di Tono e i ragionamenti e gli argomenti di Ragghianti. La seconda parte contiene le Tavole delle illustrazioni che rappresentano un percorso visivo dell'artista dalle origini (1931) al 1975.

F.R. (5 marzo 2021)






Appendice

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