Carlo e Licia

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venerdì 5 febbraio 2021

S. Andrea apostolo Duomo a Carrara.

 

Nel dicembre 1972 è stato pubblicato il volume S. Andrea apostolo Duomo a Carrara con il quale la locale Cassa di Risparmio “inizia una serie di pubblicazioni destinate a mettere in luce i monumenti e la storia della nostra Provincia”. Stampato da Sagep editrice di Genova, il libro, in quarto grande, oltre all'introduzione Tre secoli per un Duomo di Carlo L. Ragghianti contiene “la minuziosa ed appassionante ricerca storico-critica” dell'arch. Franco Buselli e fotografie – appositamente eseguite – di M. Gasperini e di C. Colombo.

Noto, infine, con piacere che per i documenti in appendice ha collaborato il dr. Giorgio Tori, dell'Archivio di Stato di Lucca, il quale negli anni 2013-2017 è stato Presidente della Fondazione Centro Studi sull'Arte Licia e Carlo L. Ragghianti di Lucca.

Carrara nella mitologia della gioventù di sinistra non comunista degli anni Cinquanta e Sessanta rappresentava il luogo residuale dell'Anarchismo italiano, con ancora viventi alcuni dei protagonisti della Guerra di Spagna aggredita dai fascionazisti e poi Partigiana in Italia, combattuta assieme ai G.L. delle Brigate Rosselli, il cui fondatore e comandante era C.L. Ragghianti.

Carrara era poi la capitale del marmo più noto e nobile del mondo, fonte di ispirazione per tutti gli scultori, dai più originali ed illustri ai mestieranti cimiteriali. Molti amici della nostra famiglia sono stati legati anche profondamente al territorio e a persone che vi vivevano abitualmente. Personalmente ricordo con affetto Emilio Greco, Pier Carlo Santini, Rodolfo Ceccotti. Ricordo anche Nardo Dunchi, il quale ha scritto un bellissimo libro sulla sua vicenda di partigiano combattente in Piemonte prima, poi nel carrarino e dintorni dove era nato e cresciuto scultore. Di lui presto sarà postato un profilo in questo blog.

Dopo i fatti di Reggio Emilia, le stragi poliziesche e le rivolte popolari per cacciare il governo Tambroni e la cricca che lo sosteneva, nel 1961, C.L. Ragghianti fu invitato da vecchi compagni anche a Carrara a tenere una conferenza commemorativa dell'Unità d'Italia di cui ricorreva il primo centenario congiunto con la vigilanza attiva del pericolo fascista testé sconfitto. Per far ciò i locali erano ricorsi alla presentazione in anteprima integrale del film Viva l'Italia col quale il regista Roberto Rossellini narrava la vicenda dei Mille di Garibaldi. (Un bel film a colori che però non cancella il ricordo del vibrante bianco/nero di 1860 – del 

1934 – di Alessandro Blasetti (“Pabst e fagioli”, secondo Mazzacurati, mi pare).

Accompagnai il babbo in macchina (il 1100 Fiat nero sul quale Rosetta si eserciterà per la sua patente di guida), ci fermammo a Viareggio lo stomaco con un paio di panini e un bicchiere di vino e ci recammo in un cinema del centro di Carrara di recente costruzione accolti dall'architetto e altri compagni. Locale stracolmo, alle ventuno il babbo - particolarmente in “valvola” - cominciò la lezione che doveva precedere la proiezione del film.

Tutto bene fino alle ventidue e venti, quando dal pubblico in platea (c'erano anche alcune file di palchi) un'inviperita “popolana” rumoreggiò che “aveva pagato il biglietto” e che, di conseguenza, voleva vedere lo spettacolo. Saltò così all'evidenza che gli astuti provinciali avevano unito l'utile al dilettevole facendo pagare il biglietto “normale” al pubblico attirato magnificando “la prima visione speciale” del film e riducendo la conferenza prevista ad una introduzione pertinente. Si appurò poi che l'incasso era almeno destinato a non ricordo quale buona causa progressista locale.

Ebbi modo di constatare ancora una volta le sue capacità naturale di leader e di oratore capace di riprendere in mano una situazione compromessa. Dichiaratosi estraneo alla faccenda, comunque marginale, pur dicendo di essere disposto ad interrompere la lectio, se richiesto. Battimani ed urla perché continuasse, cosa che fece con un intervento veramente trascinante e coinvolgente e...breve.

Già l'esperto oratore riuscì a concludere in tempo breve, con un taglio – che io avvertii, ma ero avvantaggiato per averne parlato in precedenza in automobile – drastico, il quale non fu avvertito dal pubblico. La proiezione del film fu un meritato successo ed anche lo storico del cinema C.L.R. lo apprezzò, pur avvertendone alcune incertezze e cadute di stile.

In conclusione, sotto sotto il babbo era scocciato. Quindi anziché pernottare come previsto a Carrara – evitando così, penso adesso io marginalmente, di dover pagare l'albergo – dopo aver rinunciato alla cena tardiva organizzata in elegante locale, accampando impegni mattutini a Firenze, tornammo subito a casa. Guidare per due ore, già stanco e a stomaco vuoto è stressante, lapalissiano e “Catalano” ma proprio vero. Il babbo dormì beatamente per tutto il tragitto. Non ci furono banchi di nebbia tra Viareggio e Altopascio.

F.R. (12 gennaio 2021)




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