Carlo e Licia

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lunedì 14 dicembre 2020

Dipinti fiamminghi in Italia 1420-1570.

Sono passati trent'anni dalla pubblicazione del Catalogo Dipinti Fiamminghi in Italia 1420-1570 (Calderini, Bologna 1990), l'ultima fatica di studiosa – complessa e assorbente, già dai primi anni Cinquanta del secolo scorso – pubblicata postuma pochi mesi dopo la sua morte. L'autrice, infatti, finì di correggere il secondo giro di bozze pochissimi giorni prima del decesso. Quest'opera, che in quella occasione dedicò a Carlo, il marito spentosi un anno e 51 settimane prima di lei, compagno di una vita intensa e di studi ininterrotti. Si deve a C.L.R. il progetto iniziale che si concluse con questo corpus, progettato come thesaurus cui avrebbe dovuto attendere lo Studio Italiano di Storia dell'Arte di Firenze. Prematura, come talvolta avveniva in Ragghianti, la ricerca di un editore con cui dividere il percorso realizzativo, non si concluse per la complessità e il costo del lavoro (fotografie inesistenti o quasi) che spaventò alcuni editori. L'ultimo, Einaudi, dopo una prima fase di accettazione si defilò perché, insieme alla maggior parte dei suoi illustri redattori, stava divenendo organico al Partito Comunista. Di conseguenza, basta laici, socialisti minoritari di Giustizia e Libertà rimasti coerenti agli ideali del socialismo liberale di Carlo Rosselli. Il volume nei “saggi” Cinema arte figurativa di Ragghianti fu ristampato perché era insistentemente richiesto dai lettori.

Non so se questo Catalogo della Calderini ha avuto un buon riscontro di acquisti, né se il libro sia ancora in circolazione distributiva. Spero di sì, anche perché questi “dizionari” fanno parte delle opere di consultazione di ogni Biblioteca e di ogni studioso interessato alla materia trattata; sono libri – inoltre – senza data di scadenza anche se ritenuti, a torto o a ragione, “superati”, perché indispensabili per le storicizzazioni delle opere d'arte.

Forse non è abbastanza esplicito il fatto che questo Catalogo di Licia Collobi è impostato in pratica soltanto sulle opere presenti in Musei e in Collezioni pubbliche del nostro paese. La presenza di dipinti in collezioni private è spiegata nella Premessa (che riportiamo). Il fatto che il libro sia stato pubblicato nella collana “Musei d'Italia-Meraviglie d'Italia” delle edizioni Calderini dovrebbe essere una indicazione sufficiente dell'ambito nel quale si è svolta la ricerca. Avendo constatato che non sempre è stato avvertito l'ambito dell'opera, ho reputato opportuna questa precisazione.

D'altro canto circa il collezionismo italiano privato l'autore precisa che esso è “a me del tutto estranea ogni ricerca personale sul mercato e presso il collezionismo attuale”. Ciò per il semplice motivo che la studiosa era stata funzionaria delle Belle Arti e come tale assente per “conflitto di interessi”, oltre a quelli di carattere etico circa certe pratiche dell'antiquariato e del collezionismo privato. Quest' ultimo, poi, in un paese di altissimo tasso di evasione fiscale è praticamente “clandestino” e quindi inaccettabile – e vietato – ai ricercatori scientifici che sono docenti o funzionari pubblici.

In questo post riporteremo la sovracoperta, e la copertina, e i dati del volume; quindi la Premessa dell'autrice e, a mo' di esempio delcontenuto ordinato cronologicamente , qualche pagina del Catalogo, nonché l'importante Bibliografia e l'Indice generale. Riproduco, sia pure a malincuore, la recensione che fece di questo Corpus il subentrato al defunto C.L. Ragghianti come direttore della collana “Musei d' Italia-Meraviglie d'Italia” sulla rivista “Critica d'Arte” serie baldinesca (n. 2-3, 1990). Mi scuso per le evidenziazioni in giallo, a suo tempo eseguite per un dimenticato utilizzo volto alla promozione del Catalogo.

Si ricordano i collegabili recenti post sul volume Pittura fiamminga (Mondadori, 1962): prima parte 27 luglio 2020, seconda parte 24 agosto 2020, al quale libro intendiamo far seguire altri contributi di Licia Collobi (e di C.L.R.) riguardanti quest'ambito della Storia dell'Arte nel quale i due studiosi sono riconosciuti specialisti. Infatti il 24 novembre sarà postato lo studio (anch'esso pubblicato postumo, ma controllato dall'autrice anche nella impaginazione) Originali, repliche, copie e derivazioni (1,2),  nel quale si approfondisce il fenomeno, che risulta diffuso, di replicare opere particolarmente apprezzate dal “mercato”. In proposito alle riproposte fiamminghe, sto recuperando una copia del Catalogo della Mostra d'Arte Fiamminga olandese dei secoli XV e XVI (Firenze, 1948) le cui opere esposte e illustrate costituiscono le prime acquisizioni di dipinti inerenti il progetto Thesaurus e quindi questo Catalogo/Corpus di Licia Collobi Ragghianti: se questa acquisizione risulterà in buono stato costituirà la base di un apposito post.

F.R. (24 ottobre 2020)


























 

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