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mercoledì 20 maggio 2020

{Lo Scaffale di Irene} La confraternita degli storici curiosi.

" Mi sono inventata tutto. Storici e fisici, vi prego, non sputatemi per strada".


Questa la premessa onesta e provocatoria con cui Jodi Taylor introduce, o forse mette in guarda al suo romanzo d'esordio La Confraternita degli storici curiosi o nel suo titolo originale Just One Damned Thing After Another ( Una maledetta cosa dopo l'altra ) edito in Italia soltanto in questo 2020 ma nel suo Regno Unito già dal 2013, che catapulta il lettore in una dimensione stralunata, accattivante in cui sai che appunto tutto è frutto della pura invenzione eppure sembra impossibilmente plausibile.


Primo edito in Italia di una lunga serie di romanzi sulle Cronache del Saint Mary, conto di reperire gli altri in lingua originale e seguire le avventure di questo gruppo di personaggi che seppure all'inizio del libro sembrano stereotipati, eccessivamente semplificati,  acquistano man mano che la storia si sviluppa personalità rotonde, credibili e umane che intrappolano a volerne sapere di più. E' un libro di fantascienza atipico, romantico e immerso in un caos pragmatico, contraddittorio delle aspettative che si hanno su questo genere di narrativa. Spassoso e a tratti toccante, l'autrice è riuscita ad amalgamare una serie di generi insieme in modo formidabile, soprattutto per una scrittrice non di esperienza, senza squilibri e soddisfacendo in qualche modo aspettative che non sai di avere se non dopo un centinaio di pagine senza risultare scontato. 
Si sa che la storia non è solo quella che si impara sui banchi di scuola - per chi è stato attento - e certamente non nei film ad ambientazione storica più o meno basati su una generica infarinatura di costumi ed eventi accaduti, ma che inesorabilmente mancano di accuratezza puntuale. La storia vera, o Storia maiuscola come viene spesso citata nel libro ad indicarne l'entità personificata di vita propria, è quella invece di cui non si sa più niente, la gente che non ha trovato posto su nessuna pergamena ed i piccoli ed enormi fatti quotidiani che ci sono impossibili da tracciare all'indietro. E se così non fosse?
Taylor è riuscita a dare nuova importanza proprio a queste memorie perdute del tempo e renderle meno irrecuperabili, almeno nella fantasia. Sfruttando l'idea del viaggio nel tempo in modo lucido, divertente, originale ha messo un pazzissimo gruppo di studiosi di varia natura e livello di precaria sanità mentale a capo di un altrettanto mirabilante Istituto di Ricerche Storiche Saint Mary, incaricato di organizzare "viaggi nel tempo" per studiare, confermare e raccogliere dati su periodi ed eventi storici più disparati. Tutto va storto naturalmente, come dev'essere in un romanzo d'avventura a cui non mancano dosi uguali di dramma, romanticismo e mistero. Non è un tema nuovo quello dell'eventualità di spostarsi sulla linea temporale e tornare indietro (o andare avanti) nella storia ed è stato sfruttato ampiamente sia in ambito cinematografico (celeberrimo Ritorno al Futuro) che letterario, basta pensare al Canto di Natale di Dickens.

La Macchina del Tempo di Wells, Un Americano alla corte di Re Artù di Mark Twain che è da che ho memoria uno dei favoriti di mio zio Francesco. Eppure ho trovato che questo romanzo - o dovrei meglio dire questa serie di romanzi - adopera la tematica in modo assolutamente personale, allontanandosi dall'ambiente metallico e post-apocalittico tipico di tanta fantascienza, ed è per questo che parlo in questo caso di fantascienza atipica e che trovo difficile collocare questa serie del Saint Mary in un unico genere letterario, ma si allontana anche dal format trito e ritrito del povero protagonista che si ritrova in qualche modo sbalzato in un'altra epoca per tempo da definire e vi si deve abituare, con sventure e disagi di varia natura. Parla del viaggio nel tempo con riluttanza come se fosse la parte più scontata del libro e volesse che il lettore si concentrasse su quel che merita veramente attenzione, il mistero e l'investigazione su chi e perché voglia contrastare a tutti i costi il Dipartimento, sul lavoro degli storici e sul valore delle varie scoperte, sulla relazione tra i vari personaggi...in una sorta di ampolla atemporale creata dall'ambiente decisamente unico del St. Mary che lo eleva e lo sottrae a qualsiasi contesto geografico, storico. Quando leggi delle loro avventure, le pianificazioni delle missioni, la sete di conoscenza di questi storici strambi che cercano di imparare dalla Storia e salvarla senza interferire con i suoi moti naturali, sei come trasportato in una dimensione in cui tutto questo ha perfettamente senso e non ti poni domande sull'accuratezza delle vaghe spiegazioni di come in effetti sono possibili questi salti temporali o se te le poni in fondo convieni con l'autrice che alla fine non ha così importanza, non come il resto.
Una scrittura intelligente e moderna, passo incalzante e una giusta ripartizione della trama nelle varie fasi del libro fanno sciogliere le sue 376 pagine (stampate a dire il vero piuttosto grandi) in una lettura accattivante ma che procede senza intoppi, se non per qualche risata. 
Ho avuto modo di leggere solo il secondo episodio di questa saga in inglese (appena possibile coronavirus-permettendo, conto di reperire gli altri in lingua originale) e ho trovato il secondo libro A Symphony of Echoes più trasandato nello sviluppo di alcuni aspetti della trama, in particolare gli intrecci personali tra i personaggi e ho percepito un po' di fretta forse nel risolvere nodi strategici in modo da accellerare la pubblicazione; nonostante questo seguire le avventure di questo gruppo di personaggi è estremamente piacevole. 
Irene Marziali Francis (marzo 2020)

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