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domenica 31 maggio 2020

Arte italiana al 1960, 5. Grafica e arti della visione.

Caratterizzata dal riassunto in castigliano, cioè in quello che viene comunemente chiamato spagnolo, questa quinta ed ultima puntata della riproposta integrale del fascicolo n.48 di “SeleArte” (ott.-dic. 1960) conclude la ricapitolazione dell'arte italiana al 1960.
Essa fu voluta da Ragghianti come punto fermo di una situazione generalmente matura con evidenti avvisaglie di profondi mutamenti. Alcuni dei quali maturati nel recente passato e nel presente, altri, talvolta con forzature pretestuali, “dialetticamente” recepiti ed ampliati dal panorama ormai in via di globalizzazione (nel senso uninformativo) delle arti visive. La contrapposizione tra 
“astrattismo” e “figurativismo” è vanificata – dice C.L.R. - perché: “l'analisi dei processi espressivi degli artisti deve cogliere le singolari identità di tali processi, in tutte le loro componenti costitutive reali, e perciò sapere accertare come la formulazione linguistica e stilistica non muti principio e valenza quando avvenga in termini figurali o non figurali”.
Converrà, quindi, rinfrescare non tanto la memoria quanto la complessità del dibattito critico, soprattutto formale, ritornando al posto del 20 gennaio 2020 dove – in italiano – il testo importante ed illuminante di Carlo L. Ragghianti è riportato nella sua lampante integrità.
F.R. (1 maggio 2020)





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