Carlo e Licia

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mercoledì 27 maggio 2020

Aldo Salvadori, 2.

In questo post si riproducono un altro centinaio di opere di Aldo Salvadori esposte a Firenze in Palazzo Strozzi nel 1979. Esse seguono la sequenza impaginativa del Catalogo. Curata personalmente dall'artista essa si svolge secondo un'alchimia distributiva non casuale, però di non facile decifrazione, da Salvadori sempre operata nelle monografie e nei cataloghi che lo hanno riguardato in vita.
Il testo critico di Carlo L. Ragghianti che precede la sequenza delle immagini è un saggio, il primo cronologicamente, nel quale lo studioso indaga l'opera del pittore a lui noto – e apprezzato – dalla fine degli anni Trenta e riapprezzato nell'immediato dopoguerra, soprattutto come disegnatore.
Salvadori, infatti, sarà già nel 1950 invitato tra gli artisti prescelti per l'importante e risonante Esposizione Arte italiana (Italienische Kunst der gegenwart), itinerante nei maggiori centri della Germania Occidentale postbellica. Questa iniziativa, patrocinata dal Comune di Firenze amministrato dal comunista Mario Fabiani, concepita e realizzata da C.L. Ragghianti, riscuoté difatti un lusinghiero successo e sancì la ripresa di rapporti culturali ed umani con i tedeschi, i quali stavano iniziando a riscattare 
coscienza ed onore dopo la loro adesione pressoché compatta e convinta al regime hitleriano. Non ricordo dove scrissi che Aldo Salvadori era un artista “fuori dal coro”, giacché egli risultava assolutamente indifferente alle mode e ai riferimenti culturali visivi altrui, pur essendo criticamente in grado di considerarli, di storicizzarli, magari anche apprezzarli, però solo come osservatore colto, non come pittore agente.
Il saggio di Carlo L. Ragghianti, tratto dalla monografia Solamon e Agustoni editori dell'ottobre 1972, è anche il primo scritto impegnativo dedicato dallo storico e critico d'arte a questo pittore, che diverrà uno dei suoi pochi, autentici amici personali.
Nelle prossime postazioni, oltre alla consueta “carrellata” di opere di Salvadori presenti nella “antologica” di Firenze, saranno documentati altri aspetti meno noti del percorso creativo di Aldo Salvadori. Illustreremo opere sia dai semisconosciuti anni Trenta-Cinquanta, sia successive che presenti in Mostra, cioè dal 1980 al 2002 anno della scomparsa di questo solidissimo artista conscio di sé ma non arrogante.
F.R. (28 marzo 2020)






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