La
serata abituale della domenica televisiva quasi sempre è un deserto
di notizie ed immagini decenti. Fuori casa c'è un silenzio
inquietante nel quale le auto parcheggiate sembrano bestie in
agguato. Se invece c'è fiera od altro intrattenimento turistico ti
rintani in casa per evitare l'onda di pedoni garruli e di automobili
in cerca di parcheggio nel viale. Questo è alquanto difficile da
trovare anche perché noi residenti mettiamo l'auto fuori dal garage
dell'abitazione e la parcheggiamo nel viale antistante per poterla
usare in caso di necessità, giacché gli “ospiti” hanno
l'abitudine di occupare sistematicamente i passi carrai dei garage,
privandoci così dell'uso della macchina privata.
Di
conseguenza prima di dedicarsi a letture impegnative q.b. e
propiziatorie del sonno, capita che uno smanetti il telecomando della
TV in cerca di una distrazione di qualche spessore e coinvolgimento.
Mi
è così capitato di sostare in una trasmissione calcistica
imperniata sulla Fiorentina, un programma meno becero e un po' meno
tifoso degli altri similari e contemporanei nel quale è ospite fisso
o quasi un allenatore di calcio che si chiama Roberto Galbiati. Bene,
la faccia e la mimica di costui ricordano molto quelle di Aldo
Salvadori, illustre pittore e caro amico di famiglia. Aldo
(1905- 2002) è morto quasi diciotto anni fa, però il suo ricordo
m'è tuttora vivido in memoria e così la “nostalgia” per la
sorpresa visiva che ogni volta ci procuravano le sue nuove opere, sia
fossero in fotografia o cataloghi, sia fossero originali dipinti,
incisioni, litografie, sempre stupefacenti negli schemi, sempre
affini nella loro estrinsecazione. Si può sostenere, infatti, che
Aldo fosse come Morandi, capace di varianti originali sullo stesso
impianto di base, talora prevalentemente cromatiche, talora
strutturali, sempre originali ma omogenee.
Qualche
sera fa ho ripreso in mano il ricco catalogo della mostra antologica
che il Comune di Firenze (grazie a dio ancora non inquinato dal
pressappochismo artistico di un Renzi in cerca del “sacro”
Anghiari) dedicò ad Aldo Salvadori in Palazzo Strozzi nel 1979. Dopo
un paio d'ore di full immersion ho deciso che era giunto il momento
di riproporre una promozione visiva della sua opera tramite il nostro
blog “Ragghianti & Collobi”, suoi vecchi ed autentici amici.
Ne
consegue che i disegni e i dipinti esposti in quella mostra saranno, se non totalmente quasi, riprodotti in alcuni post. A queste singole
pubblicazioni penso di unire una documentazione di scritti di Carlo
L. Ragghianti sul Maestro (e forse d'altri studiosi), nonché alcune
opere di Aldo posteriori al 1979 e altre (soprattutto pastelli, meno
noti) che risultano tuttora inedite.
Ricordiamo
che in questo blog sono già stati postati su “SeleArte” IV
serie, interventi su Aldo Salvadori e riproduzioni di sue opere,
cioè:
- 13 novembre 2016 – n.1, p.10: cit. donazione al Comune di Firenze, lettera a R. di Elio Gabbugiani, datata 10.04.1981.
- 1 febbraio 2017 – n.8, pp.62-75: Virgilio Fagone s. recensione con illustrazioni della monografia di C.L.R., Salamon e Agostoni ed. 1975.
- 8 luglio 2017 – n.16, pp.4,13-15: cit. e notizie donazioni al Museo Arte Contemporanea di Firenze, 1967.
- 6 gennaio 2018 – n.22, pp.52-54: cit. in Donazione alla Fondazione Ragghianti di Lucca.
- 7 febbraio 2018 – n.24: Copertina e illustrazioni in tutto il fascicolo; pp.89-100, testo di F. Ragghianti Impegno per Aldo Salvadori, 1996.
Siccome
il mio motore Diesel non è ancora a regime, mi vedo costretto a
confessare che non sono adesso in grado di rispettare quanto
prospettato nel suddetto Impegno per Aldo Salvadori. Dato che è statisticamente più probabile
la mia dipartita di quanto non
sia probabile scrivere qualcosa di diverso da quanto già espresso,
ricorro al ripiego di riproporre alcuni brani di quell'intervento del
1996, eliminando alcuni periodi superflui.
F.R.
N.B.: causa ristrettezze COVID-19 per ora non siamo in grado di inserire le traduzioni in inglese, francese e tedesco del saggio introduttivo di Carlo L. Ragghianti.
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