Con
questo titolo il celebre scritto controcorrente di Luigi Einaudi è
stato pubblicato nel volume Scritti di sociologia e politica in
onore di Luigi Sturzo (1953-54), quindi nel libro, edito da
Laterza, Il Buongoverno (1955). Considerato un mirabile
articolo per chiarezza, spregiudicatezza e anticonformismo, il testo
è indice di profondo sentimento dei reali valori intellettuali
liberali (non necessariamente partitici) dell'autore e per “il
valore morale che vibra in esso può ancora sortire benefici effetti
in tutti noi”.
Questa
coraggiosa opinione è stata più volte ampiamente citata, riassunta,
trascritta parzialmente. Nel 2001 la pedagogista, storica e
archivista Giuliana Limiti lo pubblicò integralmente nella
documentazione del suo libro Il presidente professore: Luigi
Einaudi e il Quirinale (Luni editrice, Milano-Trento). Noi lo
riprendiamo da questo bel libro, la cui partecipazione affettiva
dell'autrice – mazziniana rigorosa – non fa ombra alla lucida e
puntuale ricostruzione storica. La professoressa Limiti fu anche
collaboratrice di Carlo L. Ragghianti alla ADESSPI, associazione
laica di difesa e sviluppo della scuola italiana dalla fine degli
anni Cinquanta ai primi Sessanta.
La
validità o meno dei titoli di studio nel mondo è illustrata – una
volta tanto – con chiarezza ed articolazione esauriente nella voce
Wikipedia, Valore legale del titolo di studio.
Non
avendo potuto, a causa della finale confusione della giornata
dedicata a C.L. Ragghianti nell'Aula dei gruppi parlamentari della
Camera dei Deputati il 27 gennaio 1988, ringraziare personalmente la
professoressa Limiti per la sua breve ma commossa testimonianza su
mio padre (v. SeleArte, IV s., n.26, 1999, pp.53-54), lo voglio fare
adesso ringraziandola anche per le belle parole (che si possono
adattare a R.) all'inizio della presentazione dei documenti di Luigi
Einaudi allegati al suo sopracitato libro:
“La
vita di Luigi Einaudi fu nel segno dell'educazione. Nella scuola,
nell'università, nella famiglia, così come nel dibattito economico,
nel confronto politico e giornalistico, egli fu innanzitutto un
educatore, un credente nella religione della libertà e nella
funzione elevatrice della cultura”.
F.R. (20 settembre 2019)
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