Carlo e Licia

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martedì 24 settembre 2019

Alois Riegl: Arte tardoromana, 1.

La decisione di rendere pubblica e gratuita la traduzione e la curatela scientifica di Arte tardoromana del grande storico dell'arte della rinomata Scuola Viennese Alois Riegl (1858-1905) è stata in buona parte determinata da un precedente tentativo di pubblicazione non portato a termine dall'editore che si era proposto di ristampare l'opera. Qualche anno fa, infatti, l'editore Abscondita – dopo aver appurato che i diritti erano scaduti – ci chiese di poter utilizzare senza modificazioni il lavoro di Licia Collobi per una loro riproposta di Arte tardoromana. Ricordo (dato che non ritrovo l'incartamento e non mi pare il caso di perdere tempo) soltanto ma chiaramente che agevolammo questo editore fornendogli gratuitamente i materiali occorrenti. Dopo qualche tempo, senza dare spiegazioni, l'editore rinunciò all'impresa. Comunque la nostra attenzione era stata suscitata e il nostro riscontro ci aveva convinto della piena validità del libro e della curatela di Licia Collobi nonostante fosse trascorso oltre mezzo secolo dalla edizione cartacea.
Facendo gli abituali controlli constato inoltre la consueta “puttanata” in Wikipedia, organo che si presta ad essere tramite di propaganda tendenziosa di bande organizzate anche in campo culturale. In questo caso Arte tardoromana pubblicato nei “saggi” Einaudi – nella voce Alois Riegl viene indicato come ristampa (non titolo modificato, diverso) dell'edizione Sansoni 1953, i cui limiti critici e metodologici sono indicati da Licia Collobi nella sua versione (terminata nel 1952 o prima, pubblicata nel 1959). Questo ennesimo tentativo di inficiare l'originalità e l'importanza della attività culturale dei miei genitori mi indigna e, nel contempo, rafforza il convincimento che sia utile e opportuno riproporre su Internet le loro opere nella veste originale, in modo da non poter dare adito a distorsioni.
L'Arte tardoromana, cardine del pensiero di Alois Riegl, venne tradotto dal tedesco in italiano da Licia Collobi su indicazione del marito Carlo L. Ragghianti. Sempre su la di lui promozione il libro venne edito da Einaudi nella sua “mitica”collana “Saggi” la quale pur declinando in quegli anni verso una deriva di recupero della Kultur gemanica e di appiattimento a fenomeni di moda, ha rappresentato uno dei punti di riferimento duraturo della italianità istruita (sia pur numericamente modesta), soprattutto quella orientata a sinistra. Che l'opera del Riegl rappresentasse un “fiore all'occhiello” anche per l'editore fu testimoniato dal fatto che nel 1953 per la messa a punto finale presso la curatrice del libro a Firenze fosse inviato niente meno che il braccio destro di Giulio Einaudi, il nobiluomo Giulio Bollati di Saint Pierre, più tardi editore in proprio rilevando la casa editrice Boringhieri, cui associò il proprio cognome.
Una parentesi: ricordo vivamente Bollati, un giovanottone alto ma robusto, timido nonostante l'evidente appartenenza al top sociale. Forse era un po' a disagio, lì nel luminoso studio della mamma in viale Petrarca, anche perché la sua missione comportava la richiesta di dilazione del pagamento dei diritti d'autore di Cinema arte figurativa a C.L.R., e in via subordinata l'acquisto di libri Einaudi scontati in luogo di parte dei suddetti diritti d'autore. L'aspetto riguardante i libri fu accettato da mia madre, la quale pensava soprattutto a me che avevo letto e leggevo molto ma libri della Biblioteca Vieusseux, senza avere uno scaffale proprio, come ella riteneva giusto e necessario; inoltre anche lei soffriva un po' per la carenza in casa di classici, dovuto alle perdite e sottrazioni belliche, e poi alle ristrettezze economiche del dopoguerra, piuttosto gravose ed evidenti, che ancora ricordo con apprensione e afflizione. Per questi motivi fui chiamato dalla mia stanza nel seminterrato, lugubre e spoglia, per poter contribuire a scegliere nel catalogo ricco e affascinante della Einaudi. Mamma ed io soprattutto classici dei “millenni” (stupendo Ariosto, Boccaccio ecc.), babbo ed io - più che altro presenziante – storici, filosofi (Storia della rivoluzione russa del Carr, Cassirer, Omodeo ecc.). Un'infornata culturale di cui ancora c'è una traccia in casa e alla Fondazione di Lucca. Per me fu una goduria, raramente poi ripetuta, quel tuffo da zio Paperone tra quei tanti e tanti libri importanti, eleganti persino, data la grafica di Albe Steiner, ben noto ma non troppo apprezzato da R.
Non molto dopo, non so se inopinatamente, l'editore fiorentino Sansoni nel 1953 pubblicò con il titolo Industria artistica tardoromana una edizione identica nell'illustrazione e nel testo a quella viennese del 1927, non curata dall' autore, morto ventidue anni prima, tradotta da Bruna Forlati Tamaro e da M.T. Ronga Leoni, con una lunga introduzione di Sergio Bettini. Einaudi ritenne di conseguenza la propria iniziativa “bruciata” e quindi sospese l'edizione in vista di tempi migliori. Personalmente temo che non fosse estranea alla decisione dell'umbratile editore l'opposizione – velata ma tenace – della parte della sua redazione appiattita sulle Panowskererie e Warburgarismi vari, la quale non amava l'impostazione della Introduzione di Licia Collobi. D'altra parte il nucleo “storico” e storicista della redazione era in via di smantellamento dopo il suicidio di Cesare Pavese, l'allontanamento di Vittorini, e poi Muscetta e altri, Italo Calvino ecc. vieppiù emarginati.
Comunque nel 1959, Bollati redivivo pressò mia madre perché il libro venisse pubblicato al più presto. La curatrice di Arte tardoromana riprese in mano il materiale e lo aggiornò secondo i criteri di cui scrisse il 28 maggio 1959 a Bollati nei termini seguenti:



Arte tardoromana fu finita di stampare il 29 luglio 1959, quindi presumibilmente distribuita e in vendita da settembre nelle librerie. Nel fascicolo n. 44 di “seleArte” (genn.-feb. 1960, p. 38) nella rubrica “Biblioteca”
comparve col titolo Arte dell'antichità una recensione al volume Einaudi, non so se scritta da Carlo L. Ragghianti o da lui insieme alla coniuge. Riproduciamo anche questo testo:


Nel 1963 nel fascicolo n. 63 di “seleArte” (mag.-giu., pp.23-33), forse in vista di una seconda edizione, fu pubblicato un estratto del libro di Riegl intitolato Sull'arte figurativa nell'antichità. In esso il testo riproduce quello delle pagine 27-36 del libro, mentre le illustrazioni sono una scelta di opere assenti nel volume, ragion per cui le riproduciamo assieme a quelle già presenti nella seconda postazione del blog.
Il 18 ottobre 2019 posteremo l'articolo pubblicato da Carlo L. Ragghianti su “La Nazione” del 6 luglio 1985 con il titolo Ma Alois Riegl era ben noto. Ciò perché questo breve saggio – anche biografico – può fare da collegamento esplicativo anche per questa nostra edizione di Arte tardoromana, nonché per la comprensione della
riproposta della riduzione di C.L.R. di Arte primitiva del Boas (vedi post del 15 ottobre 2019 e successivo in novembre).
Altri scritti di C.L. Ragghianti su Alois Riegl, così come altri documenti inerenti, verranno pubblicati in un apposito post dopo (o forse insieme) la sesta parte in cui abbiamo diviso questa riproposta di Arte tardoromana. E' importante, comunque, tenere presente che Alois Riegl è stato uno studioso le cui indagini si incontrano con quelle di Carlo L. Ragghianti in altri settori delle arti visive riguardanti soprattutto la critica della forma e l'omonimo volume a cui l'A. pose il significativo sottotitolo “ragione e storia di una scienza nuova”, argomento a proposito del quale saranno postati ulteriori interventi.
F.R. (13 agosto 2019)





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