La
decisione di rendere pubblica e gratuita la traduzione e la curatela
scientifica di Arte tardoromana del
grande storico dell'arte della rinomata Scuola Viennese Alois Riegl
(1858-1905) è stata in buona parte determinata da un precedente
tentativo di pubblicazione non portato a termine dall'editore che si
era proposto di ristampare l'opera. Qualche anno fa, infatti,
l'editore Abscondita – dopo aver appurato che i diritti erano
scaduti – ci chiese di poter utilizzare senza modificazioni il
lavoro di Licia Collobi per una loro riproposta di Arte
tardoromana. Ricordo (dato che
non ritrovo l'incartamento e non mi pare il caso di perdere tempo)
soltanto ma chiaramente che agevolammo questo editore fornendogli
gratuitamente i materiali occorrenti. Dopo qualche tempo, senza dare
spiegazioni, l'editore rinunciò all'impresa. Comunque la nostra
attenzione era stata suscitata e il nostro riscontro ci aveva
convinto della piena validità del libro e della curatela di Licia
Collobi nonostante fosse trascorso oltre mezzo secolo dalla edizione
cartacea.
Facendo
gli abituali controlli constato inoltre la consueta “puttanata”
in Wikipedia, organo che si presta ad essere tramite di propaganda
tendenziosa di bande organizzate anche in campo culturale. In questo
caso Arte tardoromana –
pubblicato nei “saggi” Einaudi – nella voce Alois Riegl viene
indicato come ristampa (non
titolo modificato, diverso) dell'edizione Sansoni 1953, i cui limiti
critici e metodologici sono indicati da Licia Collobi nella sua
versione (terminata nel 1952 o prima, pubblicata nel 1959). Questo
ennesimo tentativo di inficiare l'originalità e l'importanza della
attività culturale dei miei genitori mi indigna e, nel contempo,
rafforza il convincimento che sia utile e opportuno riproporre su
Internet le loro opere nella veste originale, in modo da non poter
dare adito a distorsioni.
L'Arte tardoromana, cardine del pensiero di Alois Riegl, venne tradotto dal tedesco in italiano da Licia Collobi su indicazione del marito Carlo L. Ragghianti. Sempre su la di lui promozione il libro venne edito da Einaudi nella sua “mitica”collana “Saggi” la quale pur declinando in quegli anni verso una deriva di recupero della Kultur gemanica e di appiattimento a fenomeni di moda, ha rappresentato uno dei punti di riferimento duraturo della italianità istruita (sia pur numericamente modesta), soprattutto quella orientata a sinistra. Che l'opera del Riegl rappresentasse un “fiore all'occhiello” anche per l'editore fu testimoniato dal fatto che nel 1953 per la messa a punto finale presso la curatrice del libro a Firenze fosse inviato niente meno che il braccio destro di Giulio Einaudi, il nobiluomo Giulio Bollati di Saint Pierre, più tardi editore in proprio rilevando la casa editrice Boringhieri, cui associò il proprio cognome.
L'Arte tardoromana, cardine del pensiero di Alois Riegl, venne tradotto dal tedesco in italiano da Licia Collobi su indicazione del marito Carlo L. Ragghianti. Sempre su la di lui promozione il libro venne edito da Einaudi nella sua “mitica”collana “Saggi” la quale pur declinando in quegli anni verso una deriva di recupero della Kultur gemanica e di appiattimento a fenomeni di moda, ha rappresentato uno dei punti di riferimento duraturo della italianità istruita (sia pur numericamente modesta), soprattutto quella orientata a sinistra. Che l'opera del Riegl rappresentasse un “fiore all'occhiello” anche per l'editore fu testimoniato dal fatto che nel 1953 per la messa a punto finale presso la curatrice del libro a Firenze fosse inviato niente meno che il braccio destro di Giulio Einaudi, il nobiluomo Giulio Bollati di Saint Pierre, più tardi editore in proprio rilevando la casa editrice Boringhieri, cui associò il proprio cognome.
Una
parentesi: ricordo vivamente Bollati, un giovanottone alto ma
robusto, timido nonostante l'evidente appartenenza al top
sociale. Forse era un po' a disagio, lì nel luminoso studio della
mamma in viale Petrarca, anche perché la sua missione comportava la
richiesta di dilazione del pagamento dei diritti d'autore di Cinema
arte figurativa a C.L.R., e in
via subordinata l'acquisto di libri Einaudi scontati in luogo di
parte dei suddetti diritti d'autore. L'aspetto riguardante i libri fu
accettato da mia madre, la quale pensava soprattutto a me che
avevo letto e leggevo molto ma libri della
Biblioteca Vieusseux, senza avere uno scaffale proprio, come ella
riteneva giusto e necessario; inoltre anche lei soffriva un po' per
la carenza in casa di classici, dovuto alle perdite e sottrazioni
belliche, e poi alle ristrettezze economiche del dopoguerra,
piuttosto gravose ed evidenti, che ancora ricordo con apprensione e
afflizione. Per questi motivi fui chiamato dalla mia stanza nel
seminterrato, lugubre e spoglia, per poter contribuire a scegliere
nel catalogo ricco e affascinante della Einaudi. Mamma ed io
soprattutto classici dei “millenni” (stupendo Ariosto, Boccaccio
ecc.), babbo ed io - più che altro presenziante – storici,
filosofi (Storia della rivoluzione russa del Carr,
Cassirer, Omodeo ecc.). Un'infornata culturale di cui ancora c'è una
traccia in casa e alla Fondazione di Lucca. Per me fu una goduria,
raramente poi ripetuta, quel tuffo da zio Paperone tra quei tanti e
tanti libri importanti, eleganti persino, data la grafica di Albe
Steiner, ben noto ma non troppo apprezzato da R.
Non
molto dopo, non so se inopinatamente, l'editore fiorentino Sansoni
nel 1953 pubblicò con il titolo Industria artistica tardoromana
una edizione identica nell'illustrazione e nel testo a quella
viennese del 1927, non curata dall' autore, morto ventidue anni
prima, tradotta da Bruna Forlati Tamaro e da M.T. Ronga Leoni, con
una lunga introduzione di Sergio Bettini. Einaudi ritenne di
conseguenza la propria iniziativa “bruciata” e quindi sospese
l'edizione in vista di tempi migliori. Personalmente temo che non
fosse estranea alla decisione dell'umbratile editore l'opposizione –
velata ma tenace – della parte della sua redazione appiattita sulle
Panowskererie e Warburgarismi vari, la quale non amava l'impostazione
della Introduzione di Licia Collobi. D'altra parte il nucleo
“storico” e storicista della redazione era in via di
smantellamento dopo il suicidio di Cesare Pavese, l'allontanamento di
Vittorini, e poi Muscetta e altri, Italo Calvino ecc. vieppiù
emarginati.
Comunque nel 1959, Bollati redivivo pressò mia madre perché il libro venisse pubblicato al più presto. La curatrice di Arte tardoromana riprese in mano il materiale e lo aggiornò secondo i criteri di cui scrisse il 28 maggio 1959 a Bollati nei termini seguenti:
Comunque nel 1959, Bollati redivivo pressò mia madre perché il libro venisse pubblicato al più presto. La curatrice di Arte tardoromana riprese in mano il materiale e lo aggiornò secondo i criteri di cui scrisse il 28 maggio 1959 a Bollati nei termini seguenti:
Arte
tardoromana fu finita di
stampare il 29 luglio 1959, quindi presumibilmente distribuita e in
vendita da settembre nelle librerie. Nel
fascicolo n. 44 di “seleArte” (genn.-feb. 1960, p. 38) nella
rubrica “Biblioteca”
comparve
col titolo Arte dell'antichità
una recensione al volume Einaudi, non so se scritta da Carlo L.
Ragghianti o da lui insieme alla coniuge. Riproduciamo anche questo
testo:
Nel
1963 nel fascicolo n. 63 di “seleArte” (mag.-giu., pp.23-33),
forse in vista di una seconda
edizione, fu pubblicato un estratto del libro di Riegl intitolato
Sull'arte figurativa nell'antichità. In
esso il testo riproduce quello delle pagine 27-36 del
libro, mentre le illustrazioni sono una scelta di opere assenti nel
volume, ragion per cui le riproduciamo assieme a quelle già presenti
nella seconda postazione del blog.
Il
18 ottobre 2019 posteremo l'articolo pubblicato da Carlo L.
Ragghianti su “La Nazione” del 6 luglio 1985 con il titolo Ma
Alois Riegl era ben noto. Ciò
perché questo breve saggio – anche biografico – può fare da
collegamento esplicativo anche per questa nostra edizione di Arte
tardoromana, nonché per la
comprensione della
riproposta
della riduzione di C.L.R. di Arte primitiva del
Boas (vedi post del 15 ottobre 2019 e successivo in novembre).
Altri
scritti di C.L. Ragghianti su Alois Riegl, così come altri documenti
inerenti, verranno pubblicati in un apposito post dopo (o forse
insieme) la sesta parte in cui abbiamo diviso questa riproposta di
Arte tardoromana. E'
importante, comunque, tenere presente che Alois Riegl è stato uno
studioso le cui indagini si incontrano con quelle di Carlo L.
Ragghianti in altri settori delle arti visive riguardanti soprattutto
la critica della forma e l'omonimo volume a cui l'A. pose il
significativo sottotitolo “ragione e storia di una scienza nuova”,
argomento a proposito del quale saranno postati ulteriori interventi.
F.R. (13 agosto 2019)
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