Bonetti e il suo pensiero su Croce.
La
recente postazione di Partito d'Azione e il riscatto civile della
nuova Italia (3 agosto 2019), mi
ha fatto reincontrare una tematica politica e storiografica
sostanzialmente tenuta ai margini dei prevalenti interessi effettivi
nel Paese, ed insieme rammentare la enorme figura di Benedetto Croce,
accantonata, per non dire rimossa, il giorno della sua morte nel
novembre 1952. Però il pensiero del filosofo è da allora planante
sulla cultura internazionale ed italiana in modo inespresso ma
incombente. Se tuttora piuttosto marginale in mezzo ai filosofemi
arretrati e confusi, le idee di Benedetto Croce sono limitate nella
conoscenza anche a causa della modesta capacità di diffusione, di
analisi, di critica e di sviluppo dei suoi esegeti, puntuali ma
ripetitivi (e non sempre esplicativi), generalmente non innovativi e
spesso politicamente ambigui (ad es.: confondere il liberalismo con
l'autocrazia e il libertinismo di un Berlusconi!). Perciò
ho pensato di postare testi rievocativi dell'opera o sull'opera del
filosofo di Pescasseroli, sia pure alla rinfusa, perché possano
essere se non altro un minuscolo incentivo di approfondimento, di
riflessione e di indirizzo nello studio del pensiero – vasto ed
appassionante – che, proprio secondo i dettami del Filosofo,
contiene in sé gli elementi e gli stimoli per interpretazioni
aggiuntive o innovative, così come ha fatto, per esempio, per tutta
la sua vita Carlo L. Ragghianti. Egli infatti sovente si è espresso
con intuizioni e dimostrazioni originali, talora profetiche ma non
del tutto comprese, talora impostate in palese attesa di
vivificazione dialettica, di rigoroso “superamento”.
F.R. (30 luglio 2019)
Appendice:
Il pensiero di Paolo Bonetti (1939-2019) su Benedetto Croce
Riporto dal web e dalla rivista “Diacritica” (n. 13,
25 feb. 2017) la intervista a Bonetti circa il pensiero crociano.
Essa è indicativa ed esauriente per comprendere le opinioni di
questo filosofo. Di particolare interesse per noi sono le riflessioni
sul “cristianesimo” di Croce, perché anche in Carlo L.
Ragghianti c'è un aspetto di
meditazione “cristiana” - che non va
assolutamente confuso come accostamento alla pratica religiosa –
che non mi risulta analizzato. Forse sarà opportuno riproporre il
famoso (ma in realtà poco letto) saggio di Croce, che C.L.R.
certamente ha letto e meditato. Per il momento non azzardo
riflessioni mie, peraltro non interessanti, dato l'argomento così
delicato e impegnativo. Comunque una cosa è certa: la totale laicità
di Carlo L. Ragghianti e la sua estraneità a qualsivoglia pratica
religiosa o deistica.
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