Carlo e Licia

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lunedì 17 giugno 2019

Maiolica Italiana.

Nella decima puntata della ripubblicazione degli Atti del Convegno Internazionale per le Arti figurative, Firenze 20-26 giugno 1948, postato in questo blog il 27 maggio 2019, viene pubblicata la relazione Per la ripresa delle pubblicazioni del “Corpus” della Maiolica italiana di Gaetano Ballardini (1878-1953).
Nella scheda redazionale introduttiva di quel post si ricorda brevemente che il Ballardini ha dedicato la propria esistenza a studiare la Maiolica italiana (cioè la ceramica porosa ricoperta da pittura e invetriatura, che la rende impermeabile) con concreti e riconosciuti risultati scientifici e sociali, come la realizzazione del Museo Internazionale della Ceramica di Faenza (1908), il più rappresentativo e importante nel suo genere in Italia e non soltanto.
Riguardo agli studi scientifici Ballardini fu autore di molti scritti specialistici, tra cui l'opera che ne contiene tutti i risultati, cioè il libro La Maiolica Italiana dalle origini alla fine del Cinquecento. Roberto Bosi, direttore di Faenza editrice, volle rieditare il volume, un classico ormai introvabile, e chiese a Carlo L. Ragghianti di scriverne la prefazione, conoscendone l'ammirazione per l'operato del Ballardini. Nonostante la contrarietà del vigente direttore del Museo di Faenza, che negò persino fotografie dei reperti andati distrutti in guerra, il libro uscì nel 1975 con un buon apparato di riproduzioni dalle quali abbiamo scelto quelle che illustrano le pagine del prefatore.
Ho ritrovato ieri, in Archivio, gli appunti che C.L.R. predispose e utilizzò per la stesura dello studio. Questi appunti sono analoghi a quelli che abitualmente faceva come “scalette” per gli interventi in pubblico (conferenze, lezioni, comizi politici ecc.) di particolare importanza o delicatezza. Altrimenti procedeva, come si suol dire, “a braccio”, cioè senza supporto mnemonico da un lato, dall'altro per non divagare e rimanere aderente ad una esposizione programmata. Per i testi riguardanti gli studi, gli appunti preliminare di C.L.R. superstiti sono, che io sappia, rari. Perciò può sembrare strano il fatto che essi 
non siano stati redatti o conservati sistematicamente. Un motivo è sicuramente palese: non ne sentiva la necessità per gli argomenti lineari, consequenziali, ed anche in casi di materia intricata, ma già mentalmente risolta. Altro caso, credo piuttosto frequente, è quello per cui C.L.R. “ripescava” in precedenti (anche di decenni) appunti, spunti, schizzi e disegni, annotati prevalentemente su quadernetti e notes che portava sempre con sé assieme all'agendina annuale degli indirizzi, degli spostamenti e degli appuntamenti. Da anziano, infine, la lunga ed intensa esperienza sopperiva spesso all'esigenza di organizzare schemi preventivi particolarmente elaborati dello sviluppo della ricerca.
Intervallo queste cinque pagine di appunti con illustrazioni di maioliche provenienti dal “Museo Medievale” di Bologna, vuoi perché interessanti, rare e ben stampate, vuoi per ricordare sia pure indirettamente Giancarlo Cavalli, il quale era allora direttore di quel Museo, caro amico dei coniugi Ragghianti dal 1940 e una delle prime persone che io ho conosciuto e frequentato – sia pur raramente – per tutta la sua vita da allora.
Ovviamente non ripropongo il testo del libro di Gaetano Ballardini perché è un classico che i cultori della materia conoscono ed hanno certamente in biblioteca, ed anche per non impelagarmi in una richiesta concernente diritti d'autore ecc.
Carlo L. Ragghianti e Licia Collobi hanno pubblicato diversi brevi scritti su “seleArte” e riferimenti, anche specificamente considerevoli, in vari dei loro saggi e libri riguardanti l'arte ceramica nelle varie declinazioni tecniche e geografiche. Questi loro testi indicano quindi, oltre a propri specifici interessi culturali, l'importanza implicita di questa forma – per un verso scultorea, per altro pittorica – che è alla base del fare espressivo dell'uomo fin dalla protostoria con la “scoperta” del fuoco.
F.R. (29 aprile 2019)



















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