Carlo e Licia

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giovedì 27 giugno 2019

Il 1948 dei critici d'arte – Il Convegno di Firenze, Atti (XI) - Sezioni VI, VII. Legislazioni sulle Arti e Varie.

Post precedenti:

23 luglio 2918. n.1 – Preliminari e inaugurazione.
26 agosto 2018. n.2 – Sezione 1A. Indirizzi, metodi e problemi di critica d'arte.
25 settembre 2018. n.3 – Sezione 1B. Spazio, critica d'arte architettonica. Discussione (Sezioni A e B).
25 ottobre 2018. n.4 – Sezione 1C e 1D. Le arti figurative e il cinema. Arti figurative e stampa quotidiana.
25 novembre 2018. n.5 – Sezione 2. Comunicazioni, 1.
27 gennaio 2019. n.6. - Sezione 2A. Comunicazioni, 2.
27 febbraio 2019. n.7 – Sezione 2B. Ricostruzione e restauro di monumanti in Italia.
27 marzo 2019. n.8 - Sezione 3. Il restauro delle opere d'arte, pp. 164-180.
27 aprile 2019, n.9 - Sezione 4. Museografia, Mostre, pp. 181-200.
29 maggio 2019, n.10 - Sezione 5. L'Insegnamento della storia dell'arte, gli strumenti scientifici, gli scambi internazionali, pp. 200-232



La sesta sezione del Convegno fiorentino riguardante la “Legislazione delle Arti” tratta un argomento che ha sempre preoccupato e coinvolto Carlo L. Ragghianti fin da quando tentò di riformare le Belle Arti e lo Spettacolo da Sottosegretario di Stato con deleghe di larga autonomia del Governo di Ferruccio Parri (1945). Oggi il dibattito sulla materia ha qualche importanza quale contributo storico specifico riguardante soprattutto il “Consiglio Superiore   delle Antichità e Belle Arti”. La relazione di Roberto Pane (pp. 234-236) e gli interventi dell'architetto Barbacci, Soprintendente ai Monumenti di Firenze, e di Bruno Zevi riflettono le critiche e il sostegno alla proposta ministeriale dell'epoca, evidentemente tesa alla continuità retriva dei desiderata ecclesiastici e della burocrazia post (ma solo cronologicamente) fascista.
Di Barbacci è meglio tacere, di Zevi (pp. 236-237) si è detto qui in precedenza, di Roberto Pane (1897-1987, si veda anche il post “Storia conclusiva” del 3 febbraio 2019), storico dell'architettura e architetto, penso si possa dire che è stata figura controversa. Divenuto amico di Benedetto Croce, tramite il quale conobbe Ragghianti, sostenendone le idee conservatrici di fatto svolse un controcanto – purtroppo sul piano politico efficace – alle idee e ai propositi riformatori e innovativi del giovane studioso lucchese. Aderendo al Partito d'Azione, Pane risultò essere un cavallo di Troia a favore degli intendimenti liberai del P.L.I., senza però l'acume, la duttilità e la lealtà di Alfredo Parente, anch'egli napoletano, crociano e caro amico dei Ragghianti. Dopo la morte del filosofo (1952) Pane si avvicinò ad Olivetti  ma senza riuscire a scalzare l'ingombrante presenza di Zevi all'I.N.U., di Ferrarotti e di altri. Perciò ripiegò su incarichi istituzionali anche all'estero (Unesco). Naturalmente durante l'orgia sessantottina si posizionò con la demagogia della scuola di Francoforte “schierandosi accanto agli studenti che chiedevano una radicale riforma sociale”. In altri termini chiedevano di fare esami di gruppo, di essere laureati e poi sistemati senza prove di merito proprio e di idoneità.
La sezione settima “Varie” negli interventi di Davide Cugini e di Luigi Bellini ha anch'essa oggi un valore prevalentemente di analisi di documenti storici, però interessanti per valutare la continuità di questi due aspetti “parassitari” delle arti, però socialmente rilevanti, inerendo la riverenza al dio denaro, particolarmente diffusa sul mercato delle opere d'arte.
Davide Cugini (1896-1991), noto avvocato bergamasco, storico
dell'arte (Novecento incluso) è stato un mecenate e collezionista importante tra gli anni Quaranta e i Settanta, lasciando (in parte all'Accademia Carrara di Bergamo) una raccolta prestigiosa di 850 disegni, acquarelli, tempere, olii, assemblages, con opere dalla Figurazione al Concettualismo e all'Informale. In questa sede con l'intervento Sulle cosiddette autenticazioni (pp. 238-239) da giurista egli stigmatizzava il fatto che le expertises siano incontrollate e che se “taluno si erige a perito senza idonei requisiti e si autoelegge critico” non c'è nessun controllo di merito.  Perciò il mercato è inondato di certificati inqualificabili tra i quali quelli responsabili e specialistici sono parte minoritaria e difficilmente avvertibile. In conclusione Cugini auspica l'istituzione di un Registro Ufficiale di Esperti accreditati a vantaggio di tutti. Il che a tutt'oggi non è avvenuto e, come ieri, esistono soltanto i periti di tribunale, con procedure comunque  inadeguate e disomogenee.
L'intervento riguardante il “Commercio dell'Arte” (pp.239-243) è affidato all'autorevole testimonianzadi Luigi Bellini (1884-1957), nel 1948 certamente il più prestigioso mercante, come teneva ad essere qualificato, d'arte attivo in Italia. Su di lui si vedano il post “Ponte a S. Trinita, 4  del 28 novembre 2017. Partendo dal presupposto “Io commercio in arte, è vero, ma amo l'arte”, Luigi Bellini descrive le caratteristiche contemporanee del mercato internazionale di opere d'arte. Conclude il suo excursus appassionato ed ottimistico con la preoccupazione circa l'attività di antiquari e galleristi d'arte contemporanea e moderna la quale “sarebbe per altro più efficace se... fosse giudiziosamente diretta”.
Nino Perizzi (1917-1994), pittore, scultore, scenografo triestino, invitato da C.L.R. tra i “Sessanta Maestri del prossimo trentennio” (1955; vedere post 28 settembre 2017), svolge una relazione apparentemente incongrua: Note sulla situazione delle arti a Trieste. Infatti il suo intervento doveva riferirsi al problema Arte figurativa e arte astratta, discusso nel Convegno in precedenza (sezione 1-A) ed “esaurito”. Quindi l'artista triestino preferisce relazionare (pp. 243-244) sui problemi della città italiana però al momento in ostaggio delle potenze vincitrici e concupita dalla dittatura jugoslava di Tito. La situazione di Trieste, è bene ricordarlo, era una spina nel cuore di tutti gli italiani e di C.L.R. che già nel 1945 vi si recò in aereo con Parri per rivendicarne la riunione alla Patria, nonostante la propaganda fracassona e fascistoide delle destre.
F.R. (19 maggio 2019)




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