Carlo e Licia

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venerdì 30 novembre 2018

"Ragghianti & Collobi" ha venticinque mesi!

Questo blog è entrato nel terzo anno di pubblicazione – pardon, postazione – con alle spalle 267 interventi o post. Non male per l'attività di un quasi ottuagenario e di sua nipote Irene che gli fornisce assistenza tecnica nel tempo residuo di un'intensa vita di neo sposa, di neo casalinga, di blogger in proprio e di collaborazione letteraria e – finalmente s'è decisa – di matricola universitaria.
I 267 post sono di vario genere, comprendendo persino l'intera pubblicazione “anastatica” della quarta serie di “SeleArte” (1988-1999) – di cui a cura di Rosetta Ragghianti si sono realizzati gli Indici dei nomi, dei luoghi, degli argomenti, agevolmente consultabili in rete. Perché apportassero un rinnovato interesse ai testi e ai documenti originali riproposti si è resa necessaria una notevole mole di lavoro, dall'essenziale scannerizzazione alla ricerca e elaborazione dei materiali integrativi quali fotografie, altre documentazioni, commenti informativi nonché corredi biografici e bibliografici, ecc. Tutta questa attività copre e ricorda già una buona parte dei settori culturali ed artistici di cui si sono occupati i coniugi Ragghianti durante la loro indefessa azione, sempre operante, anche durante le non infrequenti malattie, di Licia soprattutto. Particolare attenzione è stata dedicata, ed è tuttora in corso, alla riproposta dell'intera Mostra Arte Moderna in Italia, 1915-1935, del 1967 in Palazzo Strozzi, con integrazioni inerenti gli studi di Carlo L. Ragghianti, di nuove fotografie e altri materiali con persino un po' di aneddotica secondo le mie residue rimembranze.
Più che per fare il punto della situazione, per chiarezza d'intenti sarebbe opportuno definire che tipo di mezzo di comunicazione è, o vorrebbe essere, la nostra presenza in rete.
I blog, per loro indefinizione, sono di vario tipo, di contenuti ancor più vari. Si va dal diario personale, al commento del mondo dal proprio punto di vista, all'organo di propaganda organizzato, a mezzo di comunicazione gratuito ma sovvenzionato altrimenti (pubblicità, ma – direi – non solo), a vero e proprio organo d'informazione alternativo oppure integrativo della carta stampata e altri media strutturati.
Il nostro “Ragghianti e Collobi” è un contributo informativo e critico che intende proseguire con altri mezzi l'esperienza e gli scopi di “SeleArte” (quarta serie), rivista per noi oggi economicamente insostenibile senza “sponsor”. Questi però, persone o enti o ditte che siano, non sono come lo sono stati Sergio e Luisa Perdisa – editori ma soprattutto ammiratori dei Ragghianti – o come l'amico di famiglia Bruno Tassi (sempre col consenso del socio Roberto Cecchi), cioè persone che mi hanno economicamente aiutato senza chiedere in cambio alcunché. I pochi – e in punta di piedi – tentativi che ho esperito sono sempre stati accolti ma a condizioni inaccettabili. Non perché mi venisse chiesto di inserire la loro pubblicità (il che sarebbe stato ovviamente doveroso, purché fosse esplicita e pertinente al marchio) ma perché invece mi è sempre stato chiesto – informalmente, verbalmente of course – di aderire anche a campagne di sostegno più o meno esplicite però sostanzialmente non palesi ed identificabili o comunque non coincidenti con le idealità di Ragghianti.
Quindi posso affermare che già più di vent'anni fa ho accertato che in questo paese non esiste stampa libera, salvo che non si consideri “libertà” difendere e promuovere gli interessi di un proprietario e/o di chi lo finanzia.
Il blog è un mezzo sostanzialmente economico da gestire, anche per me che tecnologicamente sono un plantigrado dell'era Gutenberg, di conseguenza un analfabeta e-qualcosa. “SeleArte” (IV serie) era una fanzine dell'operato di Carlo L. Ragghianti e Licia Collobi, un organo di stampa utile e anche necessario, nonostante l'esistenza a Lucca della Fondazione Centro Studi Licia e Carlo L. Ragghianti, la cui quasi quarantennale attività è da ritenersi tutto sommato positiva per quanto riguarda i fondatori.
“Ragghianti e Collobi” indubbiamente vuol proseguire sul binario di “SeleArte” (IV serie), ed essere un medium indipendente, distinto ma se necessario alleato della Fondazione di Lucca. Il blog intende anche potenziare l'attività e introdurre alcune novità.
L'innovazione più significativa è quella di mettere via via a disposizione dell'indefinito (ma potenzialmente infinito) “pubblico” di studiosi, di studenti, di persone colte, di residui amici e stimatori dei coniugi R., ed anche di semplici curiosi, l'accesso ad opere scritte sempre più rare da rintracciare nel mercato (e comunque non gratuite, nonostante il crollo del prezzo dei libri inattuali), oppure nelle scomode – spesso burocraticamente frustranti – biblioteche, purtroppo temo concettualmente sempre più lontane dalla mentalità internettiana. E di rendere accessibili non solo gli scritti ma anche la conoscenza della vita personale, sociale, politica, delle relazioni con artisti e personalità, delle iniziative di ogni genere dei coniugi Ragghianti. Tutto questo per me e le sorelle ha la sua importanza sia  
emblematica che esemplare, oltre che documentale. L'immissione in rete delle fonti parrà un po' disordinata e casuale, e in parte lo è il mio personale eclettismo; in parte – ma non del tutto volutamente – rispetta il tipo di metodo espressivo caro a mio padre e a Benedetto Croce, spesso, di asistematicità nei confronti del modello manualistico, per dirla in soldoni. Comunque io non sono in grado di procedere in quel senso e preferisco astenermene piuttosto di fare pastrocchi a danno della cultura.
Mi si può obiettare circa la preoccupazione di non immettere in rete materiali sufficienti in relazione alla loro mole complessiva, colmando così le lacune tra i post pubblicati e quelli in attesa di esserlo, o di essere organizzati. A ciò non rispondo positivamente. Cioè non si possono immettere pari pari tanti scritti che son lì ad aspettare: prima di tutto di essere riconosciuti nel contenuto al di là della loro titolazione, quindi eventualmente dotati di note esplicative e di commento per non lasciare completamente all'utente del post la pena di fare i riscontri e i collegamenti necessari.
Altra notazione di qualche rilevanza connessa al mio lavoro sui singoli contributi del blog è che per me c'è molto da imparare e/o da capire. Perciò va considerato anche questo aspetto – soprattutto rilevante per il tempo che assorbe – di un “non è mai troppo tardi”, che noto con soddisfazione può rimanere capacità attiva anche nella vecchiaia. Devo riconoscere, infatti, che da un lato non sono mai stato un particolare conoscitore dell'opera dei miei genitori, per naturale inclinazione a certa mediocrità e certo ostacolo a fronte di quel che concerne la speculazione teoretica. Dall'altro ha ostato la naturale superficialità giovanile, l'illusorio rimandare al domani, i tanti casi della vita lì per lì considerati importanti. Adesso, di fatto, passo abbastanza tempo a leggere quanto ignorato e a rileggere quanto non compreso o non interamente afferrato. (E devo confessare – anche se mi brucia – che estesi sono i margini di approfondimento ancora da esplorare e – questo lo so per certo – non avrò né il tempo né l'energia per farlo).
Tutto questo – anche se un po' imbarazzante – dovevo scriverlo perché si collega piuttosto intrinsecamente alla mia partecipazione diretta nel blog. Ricollegandosi a quanto in precedenza scritto circa la frammentazione degli argomenti, ecc., sarebbe indecoroso immettere in rete testi e documenti senza conoscerne il contenuto effettivo ed anche senza lettura di controllo su carte note ma di lontana o lontanissima prima lettura. Verifiche necessarie, quindi, non per il merito (ovviamente intangibile) ma per agevolare la lettura fornendo ulteriori informazioni o quant'altro possa essere necessario per la migliore comprensione del lettore.
Mi sono accorto, poi, che via via la presenza dei miei interventi, di ricordi, di osservazioni, di precisazioni si è infittita. Oltre al fatto che alla fin fine figlio dei Ragghianti e Collobi sono e che anch'io – come le sorelle e nipote – ritengo che almeno in buona parte queste interpolazioni possano interessare e risultare utili alla complessa ricostruzione di una storia famigliare che non è stata ordinaria né tanto meno insignificante.
Avevo in programma di rendere note con una certa frequenza anche “corrispondenze” (intere o parziali) di Carlo L. Ragghianti con i suoi significativi ed importanti interlocutori. Purtroppo, stando lo stato di degrado di molte fotocopie (i cui inchiostri spesso non reggono il passare del tempo), ma anche di veline originali (il cui inchiostro dal nastro tende a sbiadire) le lettere risultano non riproducibili o praticamente illeggibili Occorrerebbe trascrivere queste missive con non poco dispendio di tempo e denaro. Ciò non ci è possibile. Perciò, almeno per il momento, dobbiamo accantonare il progetto di rendere accessibile anche questo veramente unico materiale dell'Archivio. Spero comunque nella concomitante, continua e del tutto indipendente attività di studiosi affermati e di laureandi che svolgono e concludono ricerche presso l'Archivio della Fondazione Ragghianti di Lucca. Confido che esse ci saranno comunicate, così da renderle ulteriormente note tramite questo blog.
Anche in un altro post ho accennato al fatto che questa attività è piuttosto impegnativa e smisurata, con l'evidente conseguenza che il sottoscritto potrà parteciparvi più o meno a lungo, ma non concluderla. A questo punto spero che le sorelle individuino come e con chi proseguire questo compito che abbiamo affrontato consapevolmente (seguito allo sbandamento fisico ed emotivo conseguito ai 34 giorni di degenza in ospedale) sia per continuare a significare la filiale ammirata devozione a Ragghianti-Collobi, sia per la banale necessità di avere uno scopo per cercare se non proprio di evitare almeno di ritardare, attutire le orrende conseguenze sulla memoria e sulla consapevolezza di sé, le quali possono venir meno anche prima dell'inevitabile decesso.
Nel frattempo: cotidie laboremus.
F.R. (26 novembre 2018)

Addendum
Questo blog "Ragghianti & Collobi" è anche equivalente di un messaggio in bottiglia lanciato in mezzo al mare, in balia delle onde finché qualcuno lo pescherà e lo aprirà. Vuol essere quindi e soprattutto un messaggio potenziale con destinatario preferibilmente stocastico, dato che chi è predisposto dagli ordinari mezzi di formazione e informazione culturale a voler conoscere o studiare Carlo L. Ragghianti o Licia Collobi generalmente viene orientato alla bisogna in sedi accademiche. Comunque anche per costoro la frequentazione del blog "Ragghianti & Collobi" può risultare di qualche interesse ed addirittura tornar utile.

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