Carlo e Licia

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martedì 20 novembre 2018

L'Arte Moderna in Italia, 1915/1935 - 10. LEVI, MAFAI, RAPHAEL MAFAI (1 parte)


Post precedenti:

1. 30 dicembre 2017
Presentazione di Carlo L. Ragghianti.
Criteri del Catalogo, Bibliografia generale. Comitato d'onore; Comitato esecutivo; Comitato tecnico; Comitato di consulenza nazionale; Consiglio A.T.T. di Firenze; Consiglio de “La Strozzina”;  organizzatori percorso museografico; segreterie; fornitori dell'esposizione.
2. 31 dicembre 2017
Criteri assegnazione schede critiche; criteri per la consultazione del Catalogo e quelli distintivi di questa rievocazione.
Artisti: ALCIATI, Nino BARTOLETTI, Pasquarosa BARTOLETTI, BIASI, BONZAGNI, BOSIA, BUCCI, CHECCHI, COSTETTI, FERRO.
3. 28 febbraio 2018
Artisti: GALIZZI, GEMITO, GRAZIOSI, Piero MARUSSIG, OPPI, PENAGINI, PRENCIPE, SPADINI, WILDT.
4. 25 marzo 2018
Artisti: BACCI, DUDREVILLE, GOLA, MAGRI, PARESCE, RAMBELLI, BARTOLI NATINGUERRA, GUIDI.
5. 15 aprile 2018
Artisti: BARTOLINI.
6. 4 maggio 2018
Artisti: SAVINIO, TROMBADORI, MONACHESI, FONTANA, MUNARI, FRANCALANCIA.
7. 3 luglio 2018
Artisti: FURLOTTI, METELLI, BARBIERI, BROGGINI, CAGLI, CAPOGROSSI.
8.
Artisti: CESETTI, FAZZINI, GENNI WEIGMANN, GENTILINI, GUTTUSO.
9. 16 settembre 2018
Artisti: Edita e Mario BROGLIO.







A Carlo Levi, oltre alle grandi qualità di pittore e di scrittore, va riconosciuta la dote di essere naturalmente carismatico in tutte le circostanze. Il suo prestigio personale o carisma va meglio specificato e inteso nel senso proprio del termine di dono divino, non nella odierna diffusa degenerazione che lo attribuisce a chi detiene un potere, laico o religioso che sia. Due altre caratteristiche, o meglio due significati di uno stesso termine secondo il dizionario dei sinonimi, si evidenziavano dopo la sua conoscenza. Anche queste qualità tutto sommato comunemente considerate disdicevoli, negative, però erano in lui – misteriosamente – se non totalmente, certo largamente condonate: l'egocentrismo e una forma di avarizia consistente nel gravare placidamente sugli altri, come se ciò fosse naturalmente dovuto.
Di conseguenza, anche chi non lo trovava particolarmente simpatico e affascinante, come mia madre Licia Collobi, ne accettava l'indubbia fascinazione. Mio padre Carlo L. Ragghianti lo ammirava in modo particolare, almeno come e quanto rispettava e stimava Gaetano Salvemini, tanto per fare un esempio illustre. Ciò pur essendo consapevole dei difetti dell'amico, cosa che non ammetteva, lo definiva però con un paradosso esemplare paragonandolo ad un serafico Buddah, concretamente imperscrutabile. Nel nostro lessico familiare è ricordato anche per l'effetto profondo di ammaliamento anche su noi bambini. A Roma, durante il sottosegretariato del babbo (1945) ci era stata assegnata come abitazione un appartamento in Palazzo Venezia già a disposizione dei familiari del Duce, e lì spessissimo veniva a pranzo e/o a cena Carlo Levi (il quale dagli inconsapevoli monaci buddhisti aveva mutuato l'usanza di scroccare il cibo con la disinvoltura ben mostrata in Kim da Kipling). Avvenne che un pomeriggio, presenti Sandrino Contini Bonacossi, Zevi, Levi ed altri, non ricordo più chi chiese scherzosamente a Rosetta (di appena due anni e tre o quattro mesi) come si chiamasse suo padre e lei rispose “Carlo”. Quando l'altro ribadì “Sì, ma Carlo come?”, lei serafica rispose “Carlo Levi”, suscitando l'ilarità generale. Per quel che mi riguarda ricordo che a Firenze già nel '44 fine e inizi '45 e poi soprattutto in Viale Lavagnini dai primi del '46, Carlo Levi veniva spesso – sempre a pranzo e/o cena (in casa nostra anche nelle ristrettezze la qualità della cucina è sempre stata ottima) – e io, che adesso certo non ricordo di quelle fantastiche schermaglie amichevoli più niente, facevo però in modo di rimanere presente il più possibile, anche dopo il pasto, perché volevo seguire quei magnifici duetti (solo in piccola parte politici) che Levi e Ragghianti inter pocula improvvisavano con evidente reciproca soddisfazione. Credo che in Archivio sia rimasta qualche traccia cartacea di ciò e, come diceva lo Strambi “a dio piacendo” spero di poterne fare un piccolo post.
In un primo momento avevo pensato di postare a sé stante la “scheda” 1915-35 redatta da C.L.R., accompagnandola con una ampia documentazione riguardante la sua poliedrica attività e il rapporto tra questo eccezionale personaggio e il suo amico critico, e compagno. 
Ciò perché pensavo che non fosse possibile circoscrivere in una sezione di artisti una personalità come Levi pittore sì ma anche grande scrittore e letterato, giornalista uomo politico, maître à penser. L'inconveniente di quella scelta monografica era però evidente: ci sarebbe voluto l'equivalente di un volume ingombrante, cosa che avrebbe creato dei problemi di disparità con l'esposizione più contenuta di tanti altri illustri maestri compresi in spazi ragionevoli e più consoni a questa intera ripubblicazione (con aggiunte) della storica mostra in Palazzo Strozzi “Arte Moderna in Italia, 1915-1935”. Perciò in questo post su Carlo Levi esporremo la seguente citazione, più volte riferita, da “Leonardo” (n.3, 1936, p.77 da Indicazioni sulla pittura italiana contemporanea): “il Levi nel quale peraltro le esperienze di cultura, visibili nella sua nuova pennellata torrenziale, ancora gravano troppo”. Dopo di essa il testo di C.L.R. (l'unico prima del '46) della recensione Mostra in New York della Galleria la Cometa di Roma da “La Critica d'Arte” (n. 4-6, 1938) puntualizza l'indubbio valore espressivo di Carlo Levi. Si prosegue con la “galleria” dei dipinti e un ritratto a carboncino di Ragghianti nel 1944 dove il critico mostra una giovinezza in forte contrasto con le responsabilità militari e politiche che in quel momento gravavano sulle sue spalle. A fianco un disegno autoironico di Levi che cronologizza le proprie lontane ascendenze nei tratti del proprio volto (inedito, credo). Viene riprodotta quindi l'incisione (con sottoscritto il motto distintivo scritto da C.L.R.) che Levi donò per la cartella “Galleria grafica contemporanea. 50 incisioni originali dei maestri italiani”, edita nel 1964 dal Bisonte di Maria Luigia Guaita, su iniziativa di C.L.R. e Bruno Tassi, a sostegno dell'Associazione Nazionale per l'Assistenza agli spastici”. Vengono quindi illustrati due dei tre dipinti che Levi ha regalato ai coniugi Ragghianti. Il post prosegue con la trascrizione dell'importante incontro con Levi (1971) avvenuto nel Palazzo dei Congressi di Firenze (nell'ambito di una serie di dibattiti aperti al pubblico oltre che agli studenti) organizzato dall'Università Internazionale dell'Arte. Si tratta di un testo piuttosto lungo e poco noto perché pubblicato in “Critica d'Arte” (n.148-149, lug.-ott. 1976, pp.11-43) la cui circolazione, come per tutte le pubblicazioni scientifiche, non era certo capillare. D'altra parte non c'è dubbio che l'incontro, come scrive al termine di esso C.L.R., documenta che l'artista “nell'espressione del suo pensiero, e nella partecipazione della sua esperienza artistica e umana … è stato raramente così compiuto e felice”.
Conclude questa documentazione la scheda che Pia Vivarelli scrisse per il volume C.L.R. e il carattere cinematografico della visione, curato nel 2000 da Marco Scotini, Charta editore.
Naturalmente su Carlo Levi su questo blog saranno postati altri contributi di C.L. Ragghianti. Essi saranno incentrati, oltre che sulla pittura, sul “bilinguismo” di Levi anche scrittore di indubbia valenza internazionale. Ce ne sarà anche uno breve sul “famoso” stendardo di “Giustizia e Libertà”, più volte pubblicato.
F.R. (1 ottobre 2018)

Autoritratto, 1928. -  Autoritratto, 1928.
Nudo, 1922. -  Figura sdraiata.
Candida, 1926.  -  Francesca, 1927.


Nello Rosselli, 1929. - Giulio Einaudi, 1929. - Filippo Turati, 1929.

Figura Etrusca, 1929.  -  Le due signore, 1930 c.

Natura morta con frutta, 1932.  -  Paesaggio di Alassio, 1933.

Figura femminile, 1933.  -  Giovane donna, 1934.

Le pagine riguardanti C. Levi del Catalogo di una delle sei esposizioni (comprendente 37 artisti italiani di primo piano) che tra il 1947 e il 1948 la CADMA (Commissione Assistenza Distribuzione Materiali Artigianato, presieduta da C.L. Ragghianti) di Firenze realizzò per conto di Handicraft Dev. Inc. di New York (presieduta da Max Ascoli) allo scopo di promuovere le arti e l'artigianato italiani negli Stati Uniti dopo la guerra.

Ritratto di Carlo L. Ragghianti, 1944.  -  Autoritratto, Firenze 1944.


Gli amanti, 1964. Incisione  -  Natura morta con funghi. Dono a Licia Ragghianti in piena clandestinità




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