Fa un po' di malinconia
dopo quasi settantanni che un testo didascalico risulti
sostanzialmente valido. Ancor più sconfortante, però, è constatare
la validità di una riflessione e di una analisi perché nel contempo
sussiste la necessità educativa di fasce larghe e numerose dei
cittadini. Distinguere tra versificazione e poesia, tra adoperare
tecniche artistiche e opere d'arte è un basamento della cultura.
Quindi inficiare anche solo un aspetto dei pilastri della civiltà,
cioè la capacità di distinguere esteticamente, apre varchi
incontrollati di regressione, di demagogia nel
nostro vivere quotidiano.
Perciò in questa parte del mondo sempre minoritaria purtroppo, non
oppressa da regimi tirannici quando addirittura totalitari, cioè
l'Occidente euroamericano bisogna di nuovo difendere anche questi
capisaldi culturali. Temo che sia lecito cominciare a pensare (e ad
agire) che è in corso – con rapida espansione, almeno per il
momento – e che va assolutamente contrastata una crisi
profondissima di valori democratici e culturali assaliti da rigurgiti
nazionalisti e razzisti, da volgarità violenta e primitiva.
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