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domenica 26 agosto 2018

Il 1948 dei critici d'arte - Il Convegno di Firenze, Atti (II) - Sezione 1A

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23 luglio 2018. N.1 - Preliminari e Inaugurazione.

Esordisce Matteo Marangoni (1876/1958), allora professore all'Università di Pisa appena andato fuori ruolo e maestro di Carlo L. Ragghianti, con una serie di aforismi, riflessioni e provocazioni già pubblicate in “SeleArte” (IV serie, n.21, marzo 1995; vedi “Indici” nella testata del blog). Conclude con “alcune di queste idee le ho scritte più che altro per me: anch'io sento il gusto di certe tendenze estremiste d'oggi ma... non mi fido del mio istinto quando non possa essere anche giustificato dalla ragione, oggi troppo spesso messa alla porta”. [1948!]
André Chastel (1912-1990), già affermato accademico francese, con De l'intéret des techniques Décoratives pour l'interprétation des styles comunica una dotta e breve notazione.
Alfredo Gargiulo (1876-1949) noto studioso e critico letterario, collaboratore di B. Croce, presenta un lungo intervento sulla semiologia, per certi versi allora dibattuta come aspetto relativamente nuovo dell'uso dei mezzi di comunicazione.
Il giovanissimo Claudio Savonuzzi (1926-1990), vicino a C.L. Ragghianti nello Studio Italiano di Storia dell'Arte organizzatore del Convegno e allievo all'Università di Roberto Longhi, interviene – piuttosto temerariamente – su Roberto Longhi critico d'arte concludendo “Insomma è necessario saper avvisare che nella personalità critica del Longhi è un riacutizzarsi della dialettica tra forma-contenuto, rappresentata per lo più affatto modernamente come antitesi-frizione di poesia e poetica, stile e linguaggio […] ma mantenuta e tramandata irrisolta per il permanere, sia pure riformato, di sociologismi e premesse protocrociane”.
Peter Meller (n. 1923), specializzando presso l'Accademia Ungherese di Roma, riferisce in Iconologia e storia dell'arte allineandosi sulla scia metodologica del Saxl e del Panofwsky ancor poco nota in Italia. Tornato in Ungheria ne fuggì nel 1956 durante la rivolta del popolo contro la tirannide comunista. Nel '58 a Firenze per 10 anni, evitando C.L.R., quindi nel 1968 in USA dove divenne professore all'Università.
Wladimir Weidlé (n. 1895) studioso russo antibolscevico nel 1924 si rifugia a Parigi gravitando in ambienti legati alla chiesa Ortodossa. Qui discetta in francese sulla distinzione tra critica e storia dell'arte in termini scontati.

Luigi Grassi (1913-1995) svolge pertinenti Osservazioni sul non finito nella storia del disegno, argomento di cui sarà specialista per tutta la sua esistenza. Terrà un altro intervento “appassionato” (come dice il Dizionario Biografico Treccani online) alle pp. 201-203 di questi Atti a proposito dell' “Insegnamento di Storia dell'Arte nei Licei”.
Gino Severini (1883-1966), notissimo artista cortonese residente a Parigi, illustra in francese i Problèmes de l'artiste moderne. Si tratta di un intervento con aspetti profetici che si conclude con la visione apocalittica: “... nous aurons bientôt une Europe peuplée de robots et de fantômes, dans des paysages de cauchemar, et d'enfer que notre imagination ne peut concevoir” che potrà essere evitata soltanto se gli artisti di tutto il mondo si batteranno contro i loro governi per ottenere che essi compiano il loro dovere verso la CULTURA, e in primo luogo che essi facilitino gli scambi tra le nazioni con fatti concreti e non con vacue parole.
Giusta Nicco Fasola (1901-1960) docente universitaria di Storia dell'Arte ad Architettura e poi a Lettere, in Precisazioni sulla critica d'arte attuale conclude il suo intervento auspicando “un andamento meno schematico, una lingua meno crittografica, da iniziati, con interesse e possibilità di partecipazione non esclusivi per i soli specialisti, e di conseguenza può rendere possibile che l'arte rientri come fattore costitutivo della coscienza comune”.
Leone Minassian (1905-1978) pittore e scultore di origine armena, cerca di mediare tra “astrattismo” e “figurativo” perché “ la fusione delle posizioni così ferocemente antagonistiche gioverà all'affermazione di personalità valide e durature”.
Maria Luisa Gengaro (1907-1985), docente con d'Ancona alla Statale di Milano, relaziona su Metodo per una Storia dell'Arte in termini certamente non condivisi da Carlo L. Ragghianti, il quale non aveva grande stima delle sue capacità critiche.
Federico Righi (1908-1986) pittore e grafico triestino da giovane neo futurista, con Posizione dell'arte nell'epoca attuale sostiene che “lo Stato dovrà prendere il posto degli antichi committenti incrementando la continuità e il progresso dell'arte senza asservirla alle forme della gretta e contingente propaganda di un partito o dell'altro”.
F.R.



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