Carlo e Licia

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giovedì 23 agosto 2018

Arte Ittita, 1.

Ripropongo oggi, anziché in un domani ancora indefinito, questo articolo di “SeleArte” (n.25, lug.-ago. 1956, pp. 20-24) scritto da Licia Collobi per relazionare della civilità di un popolo che ha con noi europei un'antica contiguità linguistica, antiche radici indoeuropee. Insediatisi quasi quattromila anni fa in Asia Minore, i Curdi sono riusciti a rimanere uniti da usi e costumi praticati anche in situazioni statuali molto differenti. Quindi, attraverso la rievocazione di questa antica civilità, è mio intendimento ricordare i sacrifici di questa eroica popolazione in cerca di una propria entità unitaria statale. Da notare che in via subordinata ma effettiva i curdi sono stati sempre disponibili ad accettare entità “sovrane” forti, come la Turchia o l'Iran 
ad esempio, rivendicando soltanto un'autonomia locale, linguistica e culturale, come da noi avviene ormai pacificamente in Valle d'Aosta o in Alto Adige/Sud Tirol. Vorrei infine stigmatizzare lo sconcio comportamento degli U.S.A. e di altri paesi occidentali, che per debellare l'Isis e il suo Califfato, hanno chiesto il sostegno, la partecipazione dei curdi, che sono risultati essenziali (specialmente le brigate interamente femminili veramente di un eroismo inaudito) per sconfiggere sul terreno quell'ignobile congrega settaria e assassina. Occidentali e soprattutto U.S.A. hanno tradito tutte le promesse e le assicurazioni. Veramente ignobili!
F.R. (31 maggio 2018)


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