Carlo e Licia

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domenica 24 giugno 2018

Congo l'artista

Controllo e vedo che sul web è stato dato un certo rilievo mediatico al fenomeno di Congo e di altri scimpanzé sparsi in varie parti dal mondo con comportamenti indipendentemente gli uni dagli altri analoghi a quelli del “pupillo” di Desmond Morris. Però osservo anche che si tratta di interventi piuttosto superficiali, prevalentemente aneddotici; ed anche con riferimenti a fonti originali poi non postate o difficili da individuare su Internet. Perciò ritengo opportuno riproporre il testo che Licia C.R. dedicò al problema dell'espressività figurativa di esseri viventi non umani, analizzando e riferendo delle ricerche originali dell'etologo Desmond Morris (n. 1928), il quale a 
suo tempo fu anche un famoso divulgatore scientifico. Il testo di “SeleArte” (n.57, mag.-giu. 1962, pp. 2-7) è rilevante anche perché è l'unico coevo che affronta gli interrogativi scaturiti da questo eccezionale evento pittorico. Anzi osservo che, dopo Congo (1954-1964) e colleghi, sull'espressività visiva e figurativa dei viventi non umani non ci sono state ulteriori significative ricerche originali e risultanze con risonanza importante. Ciò è accaduto a causa della cessazione di ricerche e studi perché si sono ritenuti risolti i problemi – anche etici – derivanti da quella sperimentazione? Oppure?


Ricordo bene le ripercussioni suscitate dai “media” circa l'indagine di Morris su Congo e la sua creatività e delle conseguenti discussioni, anche tra noi studenti universitari, in prevalenza “negazioniste”. Oggi riscontro sull'inevitabile Internet che per qualche anno sono stati riferiti, più o meno documentati, casi di altri animali “pittori”, come suini, cavalli e persino elefanti. Anzi constato da un estratto di “Amica” (18 aprile 2001) che c'è addirittura una Elephant Art. Questi fogli mi furono dati dal prematuramente scomparso Leonardo Baglioni (2010), solerte procuratore di fondi per la mia ingombrante “WunderKamner” cartacea o per la biblioteca, talvolta seriamente, più spesso con garbata derisione che fingevo di non rilevare. Da quelli illustrati sulla rivista mi pare che i dipinti possono considerarsi autenticamente proboscidati, con artigianale monotonia; mentre sul web vedo Hong (talora indicato al maschile, altrimenti al femminile) il cui operato, come una silhouette di autoritratto o composizioni in stile cartoline natalizie, mi appare molto sospetto.
Concludo asserendo che non ci sono dubbi plausibili che la scrittura di questo Congo l'artista sia di Licia Collobi, come d'altronde si deduce da entrambe le “Bibliografie degli scritti” dei coniugi Ragghianti. Però vedo che la firma in calce all'articolo “L.R.” è inconsueta, inusitata. Si potrebbe pensare ad un (grave) refuso invece di C.L.R., cioè Carlo Ludovico Ragghianti. Però ragionevolmente penso che questo acronimo dipenda dal fatto che mia madre all'epoca faceva precedere il proprio cognome da quello del marito non solo perché si è sempre  
fatta chiamare “signora Ragghianti”, anche sul lavoro dove per lo più le donne si fanno interpellare con il cognome originario, che nel suo caso era stato imposto dal fascismo in luogo di “Golubic”. Comunque sono dubbi inconsistenti. Per di più proprio io, allora ventenne, ricordo vivamente lo spasso con cui nostra madre un giorno a pranzo parlò di questa sua indagine su una scimmia che dipingeva, con un finale accostamento scherzoso ai disegni della piccola Anna, allieva di seconda elementare. Inoltre C.L.R., una volta tanto non a Pisa né a Roma, si dimostrò molto interessato al fenomeno e le chiese di passargli il libro una volta utilizzato, perché avendo letto e sentito parlare di questo Morris voleva farsene un'opinione fondata. L'impronta di C.L.R. in questo studio di Licia è comunque presente nella citazione dello scritto Arte primitiva contemporanea (“SeleArte”, n.53, sett.-ott. 1961, pp.45-48), circa le origini del linguaggio figurativo dei cosiddetti primitivi e delle implicazioni e conseguenze.
F.R. (1° maggio 2018)


P.S. - Il post successivo a questo sarà proprio la riproduzione di Arte primitiva contemporanea, utile collegamento con Congo l'artista ma anche soprattutto necessario complemento “all'affermarsi progressivo della coscienza dell'arte primitiva e dell'arte popolare nel pensiero storico ed estetico moderno”.

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