Questa
inchiesta su “ Come si presenta alla comprensione del pubblico il
panorama delle arti figurative nelle tendenze, scuole,
raggruppamenti? ” fu nell'autunno 1953 effettuata su “Il Nuovo
Corriere”, il quotidiano nato per volontà degli Alleati che,
nell'immediato dopoguerra, volevano avere una propria voce per far
controcanto alla sequestrata “La Nazione” che il Comitato Toscano
di Liberazione Nazionale gestì col nome “Nazione del Popolo”.
Successivamente i proprietari dell'epoca fascista riottennero “La
Nazione” e gli Alleati se ne tornarono a casa lasciando il loro
giornale che fu acquistato dal Partito Comunista Italiano (credo
tramite una società fiancheggiatrice).
Romano
Bilenchi, scrittore veramente notevole ma uomo di poca coerenza
caratteriale e intellettuale, dopo una più che brillante carriera giornalistica
organica ai dettami del
Regime fascista, nel dopoguerra – e non fu certo l'unico – si
scoprì comunista e fu premiato con la direzione del “Nuovo
Corriere”. I rapporti tra Bilenchi e Carlo L. Ragghianti, dati i
moltissimi amici e compagni che avevano in comune e un certo
reciproco rispetto, furono cordiali ma sempre piuttosto formali.
Bilenchi, ad esempio, prestò a Ragghianti diversi fascicoli della
rarissima rivista “Il Selvaggio” di Mino Maccari perché
il critico potesse studiarli ed utilizzarli per il suo libro Il
Selvaggio (Copyright 1955, edito 1959, ripubblicato tale e quale
nel 1994 senza previa autorizzazione, ma questo è un altro
discorso). Comunque sulla relazione epistolare tra questi due
intellettuali ci riproponiamo di intervenire in seguito.
F.R.
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