Carlo e Licia

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venerdì 1 marzo 2024

La “Collezione minima” di Zavattini, 2 (1967).

 1. Pars costruens; 2. Pars destruens; 3. Cesare Zavattini pittore; 4. Ancora per una lotteria Nazionale dell'Arte.




1. Pars costruens.


Indubbiamente la “La raccolta 8 per 10 di Cesare Zavattini” è stato un libro concepito come un oggetto di “lusso”, una strenna ben stampata e rilegata robustamente, carta pesante idonea alla stampa a colori. Quanto ai contenuti critici sono prevalentemente coerenti all'iniziativa e alle opere; taluni convincenti e coinvolgenti. La qualità della stampa dei circa 2000 dipinti è mediamente ottima; le riproduzioni a colori rispettano gli originali.

E' evidente scorrendo le duemila opere che tutti gli artisti hanno affrontato la sfida stimolante di Zavattini, riuscendo ad esprimere miniature di livello museografico.

Infatti, alla fin fine la Collezione minima è una sorta di monumento, un sacrario alla pittura in cui le tombe vanno individuate singolarmente sulla base di indicazioni sommarie nel libro. Esse vanno però integrate con il Catalogo steso nel 1959 da Nino Lo Vullo (v. il primo post del 12 febbraio 2024), utile con dati essenziali ma certi scientificamente, in modo da rendere possibile una analisi, un'indagine individuale critica e storica.


Dopo questa sezione del post è opportuno fornire una sorta di Indice generale dei contenuti del libro, da me formulato in assenza di un Indice che l'editore avrebbe dovuto approntare.


1p. Frontespizio

1p. Foto di Zavattini tra i suoi dipinti 8x10

1p. Esergo (di Ezio Gribaudo)

5pp. Presentazione (di Raffaele Carrieri)

1p. Foto di Zavattini tra i suoi dipinti 8x10

54pp. Testi dei critici d'arte (con intercalate tavole di “Autoritratti” dei pittori per 37 pp; soggetti vari per 17pp.)

55pp. Tavole sistematiche di “Autoritratti” (con qualche raro altro soggetto). Sono comprese le ripetizioni in formato più piccolo della voce precedente

64pp. Tavole sistematiche di soggetti vari

2pp. Foto di oggetti decorativi e pupazzi

4pp. Due vecchie lettere (Corrispondenza tra Zavattini e C.L. Ragghianti, pubblicate anche nel post precedente del 18 febbraio 2024)

4pp. Ancora per una lotteria Nazionale dell'Arte

4pp. Elenco degli artisti (in ordine alfabetico)

1p. Finito di stampare (Novembre 1967) e Fotografie di Francesco Aschieri. 











Cinque dei trentuno testi critici

2. Pars destruens


Nel 1967 fu pubblicata la volumessa, ovverosia grosso volume, con pretese di libro d'arte, da “Edizioni d'Arte [appunto] Fratelli Pozzo – Torino”. Questo ingrombrante volume in 4° quadrato voleva rappresentare la consacrazione ufficiale, la celebrazione a stampa della straordinaria “Collezione minima” di dipinti ideata e realizzata da Cesare Zavattini.

Personalmente penso che si sia trattato di un'impresa maldestramente “originale” e presupponente realizzata da Ezio Gribaudo (1928-2002). Costui è stato, oltre che grafico, un noto artista che “dal 1966 al 1990 sotto [!?] i Fratelli Fabbri pubblicò monografie di 34 artisti con i quali collaborò direttamente”. Quanto ai Fratelli Pozzo, altrettanto noti, voglio pensare che si sia trattato di uno smarrimento momentaneo, di un tradimento dai canoni tipografici imposto loro.

Gribaudo pone in esergo una nota giustificatrice (che si riproduce), la quale risulta una contraddizione in termini dato che il libro è sfogliabile (ovviamente) ma non consultabile, salvo genericità omnicomprensive, per mancanza di punti di riferimento quali – ad es. – la numerazione delle pagine. E' lecito domandarsi: come mai?

Manca l'Indice generale. C'è, si, un Elenco degli artisti, però privo dell'indicazione di dove si trovino citate o illustrate le loro opere. Ripeto le pagine non sono numerate. Incredibile! Inoltre alcuni pittori sono presenti con due o più dipinti riprodotti in luoghi diversi mai indicati.

Il libro contiene una serie di interventi di critici e scrittori riguardanti specificamente le piccole pitture. Giacché non c'è un Indice né un Elenco di costoro, posso informare che sono 31 i personaggi. La maggior parte noti o conosciuti agli addetti, alcuni – direi – ignoti o comunque necessitanti di riscontri sul web o altrove per appurare chi siano stati.

Salvo Leonardo Borgese e tale Vittorio Del Gaizo con due pagine, i più dedicano alla “Collezione minima” una paginetta di testo; alcuni soltanto cinque o meno righe. Questi li voglio segnalare per nome: Argan (solo cognome stampato: spregio? riverenza? errore redazionale?), Carlo Barbieri, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Mario Lepore, Agnoldomenico Pica, Marco Valsecchi. 



A questo punto meglio citare tutti gli altri testimonials, perché altrimenti non sarebbe possibile sapere chi sono. In ordine alfabetico, così come nel libro si succedono: Umbro Apollonio, Guido Ballo, Renato Barilli, Eugenio Battisti, Fortunato Bellonzi, Alberto Boatto, Cesare Brandi, Luciano Budigna, Enrico Crispolti, Mario De Micheli, Giorgio di Genova, Gillo Dorfles, Maurizio Fagiolo, Emilio Garroni, Carlo Giacomozzi, Renato Giani, Giuseppe Kaisserlian, Corrado Maltese, Paolo Ricci, Marcello Venturoli, Gino Visentini, Cesare Vivaldi.

Tutta la sezione “gratulatoria” dei critici è intercalata nel libro da tavole a colori con gli Autoritratti dei pittori ritenuti più importanti. Queste tavole sono state illustrate con varianti di montaggio grafico nel precedente post del 18 febbraio 2024.

Segue la sezione sistematica, per altro non indicata come tale o altrimenti, con 55 pagine di grandi tavole a colori su due pagine a fronte, contenenti tutti gli Autoritratti. Al loro interno sono ripetute, con dimensioni minori, tutte le illustrazioni del citato precedente post n.1.

Infine seguono altre 64 pagine con 30 tavole sistematiche su due pagine a colori con dipinti soggetti vari (paesaggi, nature morte, figure e nudi umani, composizioni astratte, ecc.).

Ripeto: salvo il laterale elenco con i nominativi degli artisti ogni tavola raduna soggetti incolonnati senza un'apparente logica impostazione vuoi di Zavattini (improbabile) vuoi di Gribaudo (nel senso che egli – come ci si aspetta curando il volume – ne dovrebbe assumere la responsabilità).

Soprattutto rimane il fatto che il lettore che voglia trovare un determinato dipinto, o altra notizia, non ha altra scelta che sfogliare da capo ogni volta il volume finché non si imbatte in ciò che cerca.

Ultima considerazione: il mercato libraio dell'usato e antiquariato è sempre più filatelico. Si preoccupa di un dentino mancante ai margini del francobollo, trascura o sottovaluta la qualità del contenuto. Questo nonlibro, infatti, è ancora valutato 150-200 o più euro!


3. Cesare Zavattini pittore.


Ritengo indispensabile sottolineare il fatto che Zavattini dal 1938 (guarda caso in concomitanza con l'inizio della Collezione minima), alle proprie poliedriche attività aggiunse anche la pratica della pittura, aspetto forse meno noto della sua personalità. Ma reso degnamente noto ed esaurientemente documentata da eccellenti riproduzioni e considerazioni critiche nella monografia Cesare Zavattini. Una vita in mostra, curata da Renato Barilli ed edita, per cura dei famigliari dell'artista, nel 1997 da Bora di Bologna

Comunque Zavattini era e resta una figura indispensabile per valutare ciò che riguarda il Cinema cosiddetto “neorealista” da un lato, dall'altro è stato e resta scrittore ineludibile nella storia della cultura dagli anni Trenta agli

anni Sessanta. Autodidatta “Zava” (come viene spesso interpellato) agli esordi è schivo nel manifestarsi, così nelle prime esposizioni si affida a Autopresentazioni (che riproduciamo). Così, stante l'indubbia e profonda sua cultura visiva, evita l'approccio naïf, è “antigrazioso” e non accademico, gestuale ma senza divenire astrattista od informale, né è coinvolto nell' “Art Brut”. Con grande smacco dei suoi amici comunisti rifugge dal “realismo” staliniano prima, poi guttusiano. La sua pittura si sviluppa in originale espressione, quella di un uomo originale nel concepire l'esistenza.

F.R. (24 gennaio 2024)


Dipinti di Zavattini












4. Ancora per una lotteria Nazionale dell'Arte.


Sempre da questo libro del 1967, traggo il testo seguente e lo propongo come tipica iniziativa di Zavattini, concreta e al contempo paradossale.


Per vivacizzare e per altri versi democraticizzare il mercato delle opere d'arte non sarebbe inopportuno realizzare iniziative di similare impronta su base locale, Regionale ed anche poi Nazionale. L'unica difficoltà operativa vera sarebbe quella di fissare criteri di garanzia (oltre l'ovvia autenticità) di qualità delle opere d'arte messe in palio.

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