Carlo e Licia

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venerdì 2 febbraio 2024

Mario Cavaglieri (1887-1969), disegni e tempere.

Illustrato nel blog il 6 novembre 2021 quale pittore con la scheda di Guido Perocco e con altri contributi inerenti alla rievocazione della mostra Arte Moderna in Italia 1915-1935, questo appartato artista di cultura e modus operandi europei viene in questo post illustrato come disegnatore.

Proseguendo, così, la serie iniziata con Nino Tirinnanzi (v. Post del 9 dicembre 2023) ed Ada Negri (v. Post del 17 gennaio 2024), la esperienza di Mario Cavaglieri conferma l'intento di dedicare particolare attenzione al disegno degli artisti.

Modalità espressiva assieme alle altre tecniche grafiche, il disegno si configura spesso altrettanto qualificante della pittura e della scultura realizzate dall'artista, rimanendo comunque troppe volte attività misconosciuta o sottostimata da collezionisti e mercanti.

Ricordo che nel lungo post in cui Perocco presenta anche il lavoro di Zecchin, di Garbari e di Cagnaccio di San Pietro, l'operato creativo di Cavaglieri è illustrato con varia documentazione, tra cui rammento il saggio di Giuseppe Raimondi per la mostra del 1953 alla "Strozzina" (del quale qui si riportano gli ultimi capoversi).

Di Raffaele Monti, pur ricordando con rammarico quanto ebbi a scrivere nel 2021 (cioè << Raffaele Monti è stato lo studioso che dalla mostra di Palazzo Strozzi del 1967 in poi si è distinto per aver scritto articoli e saggi su Cavaglieri. Purtroppo contemporaneamente, assieme all'amicissimo gallerista Silvano Menghelli, acquistarono praticamente anche l'intero studio del pittore dopo la sua morte. Lo dispersero in seguito in spicciolo dettaglio, che non ha certo giovato alla statura di primo piano del pittore >>), va ricordato l'acume critico e l'assiduo studio dell'opera dell'artista. Quindi qui si riporta il saggio che Monti scrisse nel 1977, dedicato al disegno nell'ambito dell'attività di Cavaglieri.

Nel Catalogo n.47 della Galleria Menghelli, infatti, viene presentata anche una Antologia della critica ampia ed interessante (che si riferisce – però – quasi esclusivamente ai dipinti) con estratti dai saggi di Fortunato Bellonzi, Viviane Vereilles, Luigi Carluccio, Roberto Tassi, Roberto Longhi, Giorgio Bassani, Giuseppe Raimondi, Guido Perocco, Tommaso Paloscia, Virgilio Guzzi, Gino Visentini.

Oltre ad essere di agevole accesso bibliografico, le pubblicazioni monografiche sull'artista confermano gli accertamenti e gli orientamenti consolidati entro gli anni 


Ottanta, permanendo l'attività pubblicistica di Monti fino alla sua morte ( 
nei primi anni Duemila ). 

Il rapporto personale tra C.L. Ragghianti, la coniuge Licia Collobi e Mario Cavaglieri è descritto nella sostanza nella citata rievocazione della mostra del 1967 a Palazzo Strozzi. Posso poi aggiungere che ci furono alcuni incontri, avvenuti tutti a Firenze dove l'artista (che andava spesso a Bologna a trovare la sorella) era accolto con amicizia e stima. L'ospitalità calorosa è ben documentata dalle quattro grafiche che riproduciamo (figg. n. 16-19), superstiti di altre disperse in parte per la consueta generosità di C.L.R. nei confronti dei propri collaboratori.

Le opere, qui riprodotte da n.1 a n.15 furono inedite fino alla mostra del 1977; quelle n.16 – n.19 sono qui riprodotte per la prima volta; le successive n.20 – n.35 derivano da mostre e cataloghi di asta.

F.R. (8 gennaio 2024)



Tavole dal Catalogo Menghelli n.47, 1977
Omaggi dell'artista ai Ragghianti

Altri disegni e tempere

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