Carlo e Licia

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martedì 18 aprile 2023

MAILLOL, Rouault, Sintenis, 1.

In questo post – articolato in tre puntate – ciò che accomuna la considerazione di tre artisti di notevole diversità espressiva è il fatto che, nonostante la loro indubbia qualità, sono stati praticamente presi in considerazione solo con scarni interventi o con semplici citazioni e riproduzioni nella rivista "SeleArte" (1952-1966), scritta interamente dai coniugi Ragghianti.

Assorbito dalla rivisitazione (quasi terminata) della Mostra Arte Moderna in Italia 1915-1935, fino ad ora nel blog si sono trascurati scultori, pittori e architetti certamente di grande levatura, talvolta persino eponimi della loro epoca. Comincio ad occuparmene partendo da tre casi di apparente noncuranza da parte degli studiosi Ragghianti.


E' molto probabile, infatti, che soprattutto per Maillol e Rouault i coniugi Ragghianti si siano espressi puntualmente in altri loro scritti. Forse questo tipo di indagine sulla loro opera è stato effettuato da qualche studioso. Manca comunque un'indicizzazione complessiva sui loro studi.

Per ragioni anagrafiche non posso che augurarmi di poter riproporre altri studi e scritti dei miei genitori pertinenti in modo particolare le tante personalità artistiche che essi hanno indagato (fatto che può avvenire anche senza esito esplicito) e pubblicato nella loro intensa vita di storici dell'arte.

Aristide Maillol (1861-1944) – Scultore, disegnatore e xilografo celeberrimo e forse perciò criticamente non stimolante l'attenzione di Carlo L. Ragghianti in modo particolare. D'altro canto C.L.R. era attirato nel valutare un'opera d'arte dalle problematicità, dalle incongruenze, da quanto non individuato o scevrato criticamente. Ciò non si è verificato nel caso di questo, per altro, da lui veramente apprezzato maestro.

Posso comunque testimoniare questa positiva valutazione dalle sue argomentazioni in risposta a mie domande, postegli nei primi anni Sessanta quando riordinai nuovamente la sua Fototeca, durante un accompagnamento in automobile a Pisa presso il suo caro Istituto.

In "SeleArte" (n.10, gen.-feb. 1954) C.L.R., dopo alcune sue righe di presentazione, riproduce una lettera dello scultore il quale dà spiegazioni del suo operato a proposito della scultura "La Notte". Quindi C.L.R. conclude l'articolo pedagogico chiarendo l'importanza metodologica delle intenzioni dell'artista, il quale si preoccupa anche della sistemazione "museografica" più opportuna per quell'opera.

Grazie al volume (con CD-Rom allegato) curato da Vittorio Fagone, coadiuvato da Francesca Pozzi, seleArte. Indici (Fondazione Ragghianti, Lucca s.i.d.), a mo' d'esempio parziale dell'attività dei Ragghianti riporto quanto là registrato su Maillol: si tratta di citazioni del nome dell'artista in contesti vari e di riproduzioni a stampa di sue opere.

Seguono, esemplificative, le immagini di due disegni di nudo femminile, quindi quattro riproduzioni come esempi delle sue sculture, cui furono debitori tanti artisti della prima metà del Novecento (si pensi, ad es. alle Pomone di Marino Marini). Quindi si postano tre immagini di Maillol, precedute dalla testimonianza di H. Frère. Poi viene riprodotta una pagina dalla benemerita Arte Moderna, opera 

in fascicoli diretta da Franco Russoli (Fratelli Fabbri, Milano 1967). Tra parentesi ricordo che proprio opere come i Maestri del Colore Fabbri ed altre iniziative rutilanti di colori furono all'origine della decisione di cessare la pubblicazione di "SeleArte", proprio perché la Olivetti post Adriano non era in grado di sostenere un simile costo aggiuntivo. Concludono questa sezione 11 riproduzioni delle elegantissime xilografie eseguite da Maillol, colloquiando anche con Matisse.

Ho deciso, infine, di documentare la scultura di Maillol con una serie di opere caratterizzate da figure femminili scolpite acefale e/o con le braccia amputate: cioè torsi e acroliti.

Ciò a causa di un personale ricordo di un insultante giudizio – per altro rintuzzato – di una sedicente artista, figlia di scultore (mediocre) la quale offese la Danzatrice di Manzù donata dall'artista a mio padre come segno di stima e riconoscenza (si vedano i post in italiano ed in inglese del 31 ottobre 2016, che inagurarono questo blog). Criticando l'amputazione delle braccia e della testa operate dal Maestro, costrei oltretutto ignorava la "sfida" del torso acefalo e acrolita iniziata già in età classica e operata successivamente da quasi tutti gli scultori degni di tal nome (e anche da tanti pittori). In proprosito si veda il libro Torso – das Unvollendete als Kunstlerische Form, Catalogo riccamente illustrato della mostra presso la Kunsthalle di Recklinghansen, 1964.

Concludo: siccome ho sempre pensato che quando ci siano dati significativi disponibili vanno ricordati assieme all'artista anche modelle e modelli, nonché altri che hanno contribuito all'esecuzione delle opere d'arte, riproduco da "Terzoocchio" (n.106, 2003) la prima pagina dell'articolo La Musa di Maillol di Giuliano Serafini, nonché il precedente (marzo 1995) profilo della modella Dina Vierny pubblicato ne "Il giornale dell'arte".

F.R. (16 marzo 2023)


Maillol nell'Indice dei nomi di "SeleArte".



Xilografie di Maillol


Torsi e acroliti di Maillol

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