Carlo e Licia

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venerdì 7 aprile 2023

Honoré Daumier negli scritti dei coniugi Ragghianti.

In appendice la pittura di François Bonhommé.
 

La raccolta degli scritti che segue è sostanzialmente completa riguardo a studi e recensioni monografiche sul caricaturista e grande artista francese Honoré Daumier (1808-1878), la cui vita si svolse nell'arco dei primi ottant'anni del secolo XIX. Certamente altri interventi e altre notazioni di Carlo L. o di Licia Ragghianti sono riscontrabili (anche in poche righe ma incisive) in altri loro studi.

Artista unico, come lo sono tutti i significativi e innovativi interpreti delle arti: originali ed inequivocabili rispetto al loro contesto storico. Honoré Daumier per certi versi è stato una figura di artista dai molteplici talenti operativi, così come – ad es. – nel Novecento in Italia lo è stato Mino Maccari.

Colpirà di primo acchito che l'immensa, strepitosa, acuta e lungimirante opera grafica (e letteraria, giacché sue sono le didascalie poste alle illustrazioni: oltre 4000 litografie; numerosissimi disegni da cui furono tratte incisioni xilografiche, più tante incisioni di sua mano o da suoi disegni trasferiti su lastra) dell'artista incida negli scritti dei Ragghianti poco, quasi marginalmente. Così è stato non per sottovalutazione dell'originalità di quelle bellissime e sferzanti immagini, ma al contrario ciò è avvenuto perché queste opere fin dalla loro pubblicazione sono state studiate e analizzate criticamente da molti e diversi punti di vista, con risultati incisivi, nel complesso approfonditi, condivisi dagli studiosi successivi.

Sono state la “pittura” e soprattutto la scultura, per quanto note e indagate, che hanno richiamato in maniera preponderante l'attenzione critica dei Ragghianti. Di conseguenza in questa sede sono illustrati quasi esclusivamente dipinti e sculture di Honoré Daumier.






Al di là della scorsa “letteratura” italiana su Daumier, mi permetto di suggerire di evitare la sgangherata voce di Wikipedia Italia, ed anche per approfondimenti nozionistici di rivolgersi ad altre fonti critiche su Daumier, definito dall'amico Honoré de Balzac con l'appellativo di “Michelangelo della caricatura”.

Da sottolineare anche che Honoré Daumier è stato un repubblicano coerente, critico deciso e mordace sotto gli ultimi Re e durante l'Impero di Napoleone le Petit III. Tanto che Re Luigi Filippo negli anni Trenta gli inflisse sei mesi di detenzione (effettiva! non putativa come oggi). Ampia la “letteratura” degli studiosi che ha soprattutto indagato l'artista in relazione alle vicende e alle conseguenze sociali e politiche.

Ricordiamo che Daumier fu personaggio disordinatissimo nei fatti della vita e nella conservazione delle proprie opere (delle sculture, non cotte, dipinte approssimativamente molte sono andate perdute, altre hanno avuto certamente interventi di restauro) tanto da morire in autentiche ristrettezze economiche, nonostante la grande notorietà. Fu confortato dall'ammirazione tributatagli da eminenti artisti e scrittori, tra i quali ricordo soltanto Baudelaire, Delacroix e Courbet.

F.R. (23 febbraio 2023)






da "SeleArte", n.4, 1.2, 1953.
Studi di Daumier

Licia Collobi Ragghianti, "SeleArte", n.16, gen.-feb. 1955, p.45.

I visionari (Daumier e Balzac)

da "SeleArte", n.35, mar.-apr. 1958, pp.74-76.
Testo di Henry Focillon, introdotto da Carlo L. Ragghianti



Daumier a Parigi

Carlo L. Ragghianti, "SeleArte", n.36, mag.-giu. 1958, p.20.
Daumier alla Bibliotéque Nationale di Parigi

Carlo L. Ragghianti, "SeleArte", m.37, sett.-ott., 1958.
Callot e Daumier

Licia Collobi con Carlo L. Ragghianti, "SeleArte", n.39, gen.-feb. 1959, pp.38-39.



Daumier
Licia Collobi Ragghianti, "SeleArte", n.47, lug.-sett. 1960, pp.11-12, all'interno di "Biblioteca", pittura francese dell'Ottocento.
Honoré Daumier

Collaborazione dei coniugi Ragghianti, "SeleArte", n.53, sett.-ott. 1961, pp.56-64.
Lettera di Carlo L. Ragghianti a Dario Durbé, 9 gennaio 1962.

Appendice


Nell'ultimo saggio di questa serie di C.L.R. l'autore ricorda il pittore François Bonhommé (1809-1881) illustrandone alcune opere. Di questo artista coetaneo di Daumier, di singolare espressività e quasi sconosciuto, praticamente non sono sopravvisute opere, salvo alcune documentate in due articoli della “Gazette des Beaux-Arts” (J.F. Schnerb: François


Bonhommé, 1 e 2: LV a., 1913, I semestre, pp.1125 e pp. 132-142). Riproduciamo questi disegni e dipinti in appendice, concordando con C.L.R. che non vale la pena di riprodurre anche il testo della “Gazette”, perché si tratta di uno scritto solo documentario. Nel web in francese sono subito accessibili la scarna voce di Wikipedia, la scheda di Marc Le Bot in Encyclopédie Universalis e poche altre voci molto ripetitive.

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