Carlo e Licia

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giovedì 20 ottobre 2022

(glossario) "Nascita e progresso della Verità e concetto di Superamento" di Manlio Ciardo.

 Da "Rivista di Studi crociani", ott.-dic. 1979.


Pubblico questo scritto per svariati motivi, il primo dei quali – e principale – è dovuto all'esemplare chiarezza dell'esposizione riportata con rigore filosofico. Un ulteriore motivo è collegato al fatto che Ciardo, pensatore indipendente, vero e leale seguace di Benedetto Croce, è stato più volte discriminato nell'ambiente universitario, ben al di là del consueto prevalente settarismo di più o meno accattata matrice marxista.

Manlio Ciardo (nato nel 1907, morto a Viareggio in data non reperibile sul web) di fatto è stato ristretto all'insegnamento liceale vita natural durante. Di conseguenza la circolazione del suo pensiero, nonostante la nutrita bibliografia, è stata ostacolata anche negli ambienti editoriali, troppo sensibili alle mode e al reciproco conformismo.

La corrispondenza di Manlio Ciardo (nessuna parentela con il nostro amico pittore Vincenzo) con C.L. Ragghianti è indicativa delle difficoltà sociali del filosofo e degli amicali sostegni di mio padre solidale con questo mesto galantuomo, coerente con pervicace onestà intellettuale, evidentemente inidoneo a diffusi compromessi gratificanti. A Ciardo, nella lettera del 15 novembre 1965, ad es., sfugge uno smarrito grido di soccorso quando scrive: "ci ha lasciato l'amico Antoni, ci ha lasciato il grande nostro amico Flora che era ancora il solo che mi volesse bene. E ora un crociano come me è veramente solo e derelitto".

Poi, in questo testo mi ha fatto particolare piacere constatare che la descrizione della "umana pietas" di cui era capace l'animo del Croce (p.352), è sentimento che ho riscontrato esistere tale e quale – sia pur con propria declinazione caratteriale – in Carlo L. Ragghianti, padre alla cui eticità ho tentato di essere coerente come figlio e collaboratore.

Ho apprezzato dipoi la riflessione sugli "influssi", cioè la detestatissima influenza su, circa, ecc., che C.L.R. ha fieramente contrastato. Essa viene descritta e spiegata – dalla fine di p.353 – in modo chiaro, limpido, di modo che i termini formulati in proposito da "estrinseci" si fanno "intrinseci"; non sono più tali ma "azioni della mente che li ha raccolti e nell'atto stesso li ha trasformati che giunge a questa via a impensate verità o anche se ne serve come di esperienze e ammonizioni per prendere diversa od opposta strada".

Quanto al superamento in sé, si deve condividere (e praticare) la via indicata da Ciardo (p.355) e non incorrere nell' "errore" che di "superamento in superamento si arrivi alla conclusione che il passato sia sempre e solo quella novissima ed attuale; la quale poi diverrebbe pur essa errore, allorché fosse cacciata dall'altra che verrà nel futuro".

Posso testimoniare, per inciso, per averne più volte sentito i giudizi che come Ciardo anche C.L.R. era negativamente reattivo alle elucubrazioni di Ugo Spirito (come per altro si può riscontrare nei suoi scritti), considerato un "confusiologo" di nessun pregio. 

La corrispondenza, non numerosa, tra C.L.R. e Ciardo verte prevalentemente sulle vicende accademiche frustrate del filosofo e nella disponibilità di C.L.R. a proporre e sostenere la pubblicazione di un libro di Ciardo presso la Editoriale



Nuova (coedizione di De Agostini, Novara e "Il giornale" di Montanelli) la quale aveva testé pubblicato Traversata di un trentennio e, dopo traccheggiamenti per riserve non espresse, Marxismo perplesso di Ragghianti.

Naturalmente la inequivocabilità dello stile di Ciardo non si adattava ai contorti detti non detti del politichese sedicente liberale e alle finalità del protoberluschismo ufficiale, quindi Ciardo fu di fatto rifiutato. Ragghianti era stato edito perché rappresentava una rottura etica e strutturale con il sistema degenerato del partitismo consociativo: ciò poteva tornare loro utile per "imbarazzare" repubblicani e socialisti ancora non completamente coinvolti.

Il signor Janovitz, citato da Ciardo e C.L.R., era il proprietario di una TV privata di Firenze (canale 48), in seguito ceduta non a caso a Mediaset, era altresì un imprenditore sedicente crociano, che si atteggiava a Mecenate della causa liberale.

Non so se il libro Il moderno principe, pubblicato da Ciardo nel 1978/79 con Sansoni per conto di Istituto di Storia del Movimento Liberale, sia lo stesso volume proposto alla Editoriale Nuova. Comunque questo libro, che fu dedicato a penna "A Carlo Ludovico Ragghianti con la stima e l'amicizia che egli infinitamente merita/ Firenze 12.2.1979/ Manlio Ciardo", dimostra che il filosofo è stato anche un attivo seguace politico di Benedetto Croce, quindi un liberale. In proposito a ciò, vedo con sorpresa nell'imponente Dizionario del Liberismo Italiano Tomo II: Liberali dall'ottocento al XXI secolo (Rubettino, 2015) che è assente Manlio Ciardo! E' invece presente C.L.R., il quale è stato socialista-liberale, azionista Rosselliano.

Dal carteggio Cione-C.L.R. in questa nota redazionale riporto lettere di C.L.R., con due inserti di Ciardo quale accenno di un rapporto intellettuale ed umano tra due studiosi di affine impostazione ma di carattere decisamente differente.

Nella lettera del 21 agosto 1951, Carlo L. Ragghianti ragguaglia Ciardo sull'opportunità di poter esercitare la libera docenza presso l'Università di Pisa.

Nella seguente lettera del 15 novembre 1965, Manlio Ciardo ragguaglia C.L.R. della propria situazione circa

i concorsi universitari ai quali partecipa; lo informa anche della propria situazione personale.

Il 17 febbraio 1979 C.L.R. invia a Ciardo una serie di suggerimenti per alleggerire e uniformare il libro che in seguito sarà proposto ad Editoriale Nuova. Contiene anche

osservazioni sul liberal-socialismo di Capitini e Calogero. Segue una Appendice – stessa data – da utilizzare come 4a di copertina o traccia di questo libro su Marx e Croce.

Il 19 luglio C.L.R. informa Ciardo della "segnalazione" inviata a Banca Toscana del figlio, ventottenne ancora a carico del padre, il quale doveva provvedere con modeste

risorse anche alla moglie dalla quale era separato. Ancora notizie su Marxismo perplesso. Editoriale Nuova, Università.



Lettera di Ciardo del 3 settembre 1979: dopo ragguagli e commenti sui propri studi e sul comune interesse in corso d'opera per l'"homo abilis" (Ciardo) e l'"homo conscius"

(C.L.R.) che presumo non coincidenti nelle conclusioni effettive – la lettera contiene un imbarazzato e dignitoso richiamo a proposito dell'assunzione del figlio.


Il 4 settembre C.L.R. risponde circa la segnalazione del figlio di Ciardo. Quindi conferma i propri intenti riguardo il volume sulla "preistoria". A orecchio direi che mio padre sia, più che infastidito, imbarazzato per la situazione 

famigliare di Ciardo; ed anche, direi circa l'inevitabile divergenza di opinioni derivanti proprio dai limiti che C.L.R. aveva individuato nel pensiero crociano, di cui Ciardo era assai aderente interprete.

    Non mi risultano ulteriori contatti epistolari tra C.L.R. e Manlio Ciardo.

F.R. (12 ottobre 2022)

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