Carlo e Licia

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martedì 11 ottobre 2022

Arte Moderna in Italia 1915-1935 - Testi dei Critici, 46. GINO VISENTINI (SCIPIONE).

 


Post Precedenti:

1. RAFFAELE MONTI ( I ) - 16 giugno 2018
2. IDA CARDELLINI (LORENZO VIANI) - 28  settembre 2018 
3. UMBRO APOLLONIO (NATHAN, BIROLLI) - 19 settembre 2019
4. MARCELLO AZZOLINI (GUERRINI, CHIARINI, VESPIGNANI). 6 ottobre 2019
5/I. FORTUNATO BELLONZI (BOCCHI, D'ANTINO). 12 novembre 2019
5/II. FORTUNATO BELLONZI (MORBIDUCCI, SAETTI). 28 dicembre 2019
6. ALDO BERTINI (CREMONA, MAUGHAM C., PAULUCCI). 22 gennaio 2020.
7. ANNA BOVERO (BOSWELL, CHESSA, GALANTE). 5 febbraio 2020.
8. SILVIO BRANZI (SCOPINICH, BALDESSARI, NOVATI, SPRINGOLO, RAVENNA, KOROMPAY, ZANINI). 23 febbraio 2020.
9. GIOVANNI CARANDENTE (COMINETTI, MARINI). 4 marzo 2020.
10. ITALO CREMONA (REVIGLIONE). 7 maggio 2020.
11. ENRICO CRISPOLTI, I (BALLA, EVOLA, ALIMANDI, BENEDETTA). 2 aprile 2020.
12. ENRICO CRISPOLTI, II (COSTA, DIULGHEROFF, DOTTORI, FILLIA). 6 aprile 2020.
13. ENRICO CRISPOLTI, III (ORIANI, PANNAGGI, PRAMPOLINI, MINO ROSSO), 10 aprile 2020.
14. RAFFAELINO DE GRADA I (BOLDINI, ANDREOTTI). 22 giugno 2020.
15. RAFFAELINO DE GRADA II (BERNASCONI, CARPI, CARENA, FUNI). 6 luglio 2020.
16. ANTONIO DEL GUERCIO (MAZZACURATI, MENZIO, RICCI). 8 agosto 2020
17. TERESA FIORI (INNOCENTI). 1 settembre 2020.
18. CESARE GNUDI (FIORESI, PIZZIRANI, PROTTI). 2 ottobre 2020.
19. VIRGILIO GUZZI (MANCINI, CAVALLI, MONTANARINI, PIRANDELLO). 19 novembre 2020.
20. MARIO LEPORE (DEL BON, LILLONI). 21 dicembre 2020.
21. LICISCO MAGAGNATO (NARDI, PIGATO, FARINA, TRENTINI, ZAMBONI, BERALDINI, SEMEGHINI). 21 gennaio 2021.
22. CORRADO MALTESE (GERARDI). 4 marzo 2021.
23. FRANCO MANCINI (PANSINI, NOTTE, BRESCIANI, CRISCONIO, CIARDO, GATTO, VITI).  3 aprile 2021.
24. GIUSEPPE MARCHIORI, 1 (ROSSI, LICINI). 3 maggio 2021.
25. GIUSEPPE MARCHIORI, 2 (SEVERINI, SPAZZAPAN). 28 maggio 2021.
26. MICHELANGELO MASCIOTTA, 1 (LEGA, VENNA LANDSMANN, CALIGIANI, COLACICCHI). 7 giugno 2021.
27. MICHELANGELO MASCIOTTA, 2. (DE PISIS, PEYRON, LEVASTI, CAPOCCHINI). 18 giugno 2021.
28. GIAN LORENZO MELLINI. (VITTORINI, SALIETTI, SANI, DE JURCO, BUGIANI). 23 luglio 2021.
(Il numero 29 sarà prossimamente pubblicato).
30. ALESSANDRO PARRONCHI (CARLINI, MOSES LEVY). 14 settembre 2021
31. GIACINTO NUDI. (RAFFAELE CASTELLO). 16 agosto 2021.
32. GUIDO PEROCCO (CADORIN, MARTINI, MOGGIOLI, PELLIS), 1. 23 ottobre 2021
32bis. GUIDO PEROCCO (ZECCHIN, CAVAGLIERI, GARBARI, CAGNACCIO DI S. PIETRO), 2. 6 novembre 2021
33. AGNOLDOMENICO PICA (DEPERO, BOLAFFIO, MARTINI, SIRONI, D'ALBISOLA, GHIRINGHELLI, USELLINI). 16 dicembre 2021
34. ATTILIO PODESTA' (MERELLO, RAMBALDI, SACCOROTTI). 24 gennaio 2022
35. GIUSEPPE RAIMONDI (ROMAGNOLI, BERTOCCHI, COLLIVA, CORAZZA) con Appendice 1946, del 16 febbraio 2022. 13 febbraio 2022
36.  MARIO RIVOSECCHI(RICCARDI). 8 marzo 2022
37. MARIO ROSCI(BONFANTINI). 14 marzo 2022
38. PIER CARLO SANTINI (ROSAI) 1. 17 aprile 2022
39. PIER CARLO SANTINI (SOLDATI) 2. 22 aprile 2022
40. ALBERTO SARTORIS (PETTORUTI, BADIALI, RADICE, REGGIANI, RHO). 24 maggio 2022
41. GIUSEPPE SPROVIERI (DE ANGELIS). 18 giugno 2022
42. ANTONELLO TROMBADORI, 1 (DONGHI, CERACCHINI). 13 luglio 2022
43. ANTONELLO TROMBADORI, 2 (GUZZI, STRADONE, RAPHAEL MAFAI, ZIVERI). 23 luglio 2022
44. MARCO VALSECCHI (CORSI, DE GRADA). 22 settembre 2022.
45. MARCO VALSECCHI, 2 (TOSI, TOZZI, BREVEGLIERI). 27 settembre 2022


Gino Visentini (1907-1988) è stato un personaggio piuttosto rilevante e polivalente della cultura artistica italiana. E' stato pittore, dopo aver frequentato l'Accademia Carrara di Bergamo, fino al 1935, però di non rilevante ed ignota qualità espressiva. Nel contempo (1932-35) ha diretto a Bergamo la rivista letteraria ed artistica “Cronache”, alla quale collaboravano giovani scrittori e pubblicisti oggi noti, fra cui Guglielmo Petrori e Mario Tobino. Pubblicò disegni di Morandi, e di Manzù di cui era amico personale. Nel 1936 si trasferì a Roma, dove certamente conobbe Carlo L. Ragghianti, divenendo redattore della nota ed importante rivista “Cinema”, dai primi numeri fino al 1939. Ha collaborato ad “Omnibus” di Leo Longanesi. Come giornalista e critico cinematografico de “Il Giornale d'Italia” divenne presidente del sindacato dei giornalisti cinematografici. Fu soggettista e sceneggiatore dal 1942 di diversi film, di cui c'è nel web adeguata documentazione.

Di particolare interesse la sua partecipazione a “Il Mondo” di Mario Pannunzio, la ormai storica ed importante rivista settimanale, di cui disegnò la testata e di cui fu impaginatore (nonostante che normalmente si pensi che questo compito fu svolto soltanto da Ennio Flaiano). Nella rivista romana fu titolare della rubrica “Tempi moderni”, con brevi saggi di moralità applicata ai costumi correnti. In precedenza fu anche redattore di “Risorgimento liberale”, quotidiano di fatto organo del P.L.I. di cui Benedetto Croce era il presidente. Mi fa piacere segnalare che fu amico di Mino Maccari e di Amerigo Bartoli Natinguerra i celebri vignettisti de “Il Mondo”. Giornalista professionista fu titolare a lungo della rubrica d'arte de “Il Messaggero” quotidiano di Roma.

Dalla corrispondenza con Carlo L. Ragghianti, col quale Gino Visentini ebbe sempre contatti amichevoli, citandola ricordo la lettera del 25 luglio 1963 con la quale C.L.R. lo ringrazia per “il bell'articolo che ha voluto dedicare alla seconda edizione del mio Mondrian”, e gli comunica alcune riflessioni sull'opera, che renderò note nel post che – spero – sarà dedicato alla critica del libro, cui C.L.R. teneva molto.

Riporto in questa sede, invece, lettere di entrambi riguardanti la Mostra “Arte Moderna in Italia 1915-1935” e l'immediatamente successivo Premio Marzotto 1967 (vedasi il post del 6 gennaio 2020). Il 29 aprile 1966 , Visentini si rammarica di non essere stato interpellato a proposito della Mostra 1915-1935 in allestimento. Da notare che lui e C.L.R. si davano del “tu”, in conseguenza di accadimenti – presumo legati ancora soprattutto all'ADESSPI - che tennero mio padre spesso a Roma prima del 1965. Il 2 maggio risposta di R, “ti debbo una giustificazione...”. Il 6 maggio Visentini scrive l'autografo nel quale concorda “con l'idea che la mostra dovrebbe essere come un libro di sistemazione storica del periodo di tempo che la riguarda”. Seguono due lettere di Visentini (21 giugno e 2 agosto 1966) circa dettagli specifici della preparazione. Questo tipo di corrispondenza – a volte più voluminoso – fu tenuto da C.L.R. e dalla Segreteria (R. Monti, N. Lo Vullo) con tutti i critici implicati e con decine e decine di artisti e collezionisti.

Riproduco, quindi, le lettere del 20 ottobre 1966 da R. a V.; del 26 dicembre di V. a R., del 16 gennaio 1968 di R. a V.; soprattutto come esempi delle corrispondenze intercorse tra R. e gli altri membri della Giunta del Premio Marzotto 1967, e quale integrazione al citato post del 6 gennaio 2020.

Riproduco, infine, l' “attestato” col quale i membri della Giuria consegnarono a C.L.R. quale ricordo della partecipazione alla manifestazione. Visentini oltre alla firma, scrive “toto corde”.

Con la lettera del 30 giugno 1969, Visentini (membro degli Amici del Premio Strega con diritto di voto) assicura il proprio impegno a favore di Claudio Savonuzzi. Questa insolita attività di “sponsorizzazione” da parte di C.L.R. soddisfece le aspettative dell'antico “allievo” Savonuzzi e le insistenti pressioni di Alfredo Righi e Geno Pampaloni, responsabili editoriali del libro.

Chiude la corrispondenza la malinconica e preoccupata lettera con cui Gino Visentini declina con rammarico l'invito a recensire la monografia di C.L.R. su Moses Levy. Non avendo altre notizie, non posso augurarmi che Visentini non sia rimasto vittima della depressione (comunicata nel 1975) fino alla morte avvenuta nel 1988.

F.R. (28 luglio 2022)


Considerando che quest'uomo dall'aspetto robusto si è spento per tisi ventinovenne la cui effettiva attività concentrata in pochi anni di frenetico lavoro nonostante quella malattia notoriamente debilitante, c'è da rimanere sbalorditi per l'altissima qualità dei suoi disegni e delle sue pitture, contraddistinte da originalità di invenzione e tratto straordinariamente innovativo.

Come e più di numerosi artisti della prima parte del Novecento, in Scipione il disegno costituisce anche un linguaggio a sé stante, indipendente ma non dissociato. E' questo il motivo per cui questo aspetto specifico dell'artista sarà affrontato in un post monografico, aderendo così ad un iniziale convincimento di C.L.R. ricordato in un suo scritto pubblicato in "Critica d'Arte" (a. IV, gen.-mar. 1985, pp.24,25). D'altra parte lo studioso Giuseppe Appella, che nel 1984 ha pubblicato il corpus dei disegni di Scipione, ricorda che Antonino Santangelo agli inizi degli

anni Quaranta aveva scritto: "Ma il vero Scipione sarà conosciuto solamente quando verrà pubblicato un corpus dei suoi disegni".

Non ricordo se ci sono fonti o notizie circa il fatto che Carlo L. Ragghianti, appena giunto a Roma, abbia avuto l'opportunità (soprattutto tramite il comune grande amico Gino Parenti) di conoscere e di frequentare Scipione. E' certo, invece, che egli ebbe l'opportunità di studiare il lavoro dell'artista romano (specialmente i disegni presso Falqui, come R. ricorda nella qui di seguito riprodotta lettera allo studente Martinelli) e di avere notizie di prima mano ed affidabili riguardanti la personalità dell'artista. Nel marzo 1936, infatti, nel più volte citato saggio breve Indicazioni sulla pittura italiana contemporanea ("Leonardo", n.3, p.74), C.L.R. così si esprime: 

Oltre alla sopra citata lettera del 16 agosto 1954 a Martinelli (ricordo ancora una volta che R. rispondeva a quesiti o problemi espressi meditatamente da chiunque con lo stesso impegno, secondo un imperativo derivante dalla sua impostazione intellettuale iniziale, socialisteggiante ed egualitaria) che contiene, oltre a quelle su Scipione, importanti considerazioni su Dali' (vedasi il post del ...), si riproduce Esperienze di Scipione ("Critica d'Arte", n.79, 1966, p.1 della rubrica "SeleArte").

Riporto poi un aneddoto, alcune volte raccontato da C.L.R., a proposito della sua capacità di immedesimazione critica sull'opera di un artista, tramite il disegnarne d'après, plausibili stilisticamente, perché eseguiti deducendone criticamente i dettami operativi del Maestro indagato. Nel caso di Scipione, mio padre eseguì a Roma un disegno che in seguito regalò al collega Pallucchini, studioso di Scipione e recensore della monografia di Marchiori sull'artista, come proprio esempio di strumento di indagine critica. Chissà se questo esercizio di R. esiste ancora tra le carte lasciate dallo studioso veneto?

Sempre in tema, ricordo che nel 1954 durante le vacanze estive al Saltino di Vallombrosa, il babbo, durante un pomeriggio piovoso, uscendo dalla stanza adibita a studio trovò Rosetta, il fratello minore e me mentre disegnavamo svogliatamente sul tavolo di cucina. Vagliando con curiosità i nostri modesti sforzi (8, 11 e 14 anni) notò che un disegno "ricalcava" un'immagine da "SeleArte". Era quello un procedimento che C.L.R. detestava, reputandolo distorsivo della capacità espressiva. Quindi ci rimproverò blandamente e disse che casomai si doveva cercare non tanto di copiare quanto invece di interpretare quello che avrebbe fatto un determinato artista. Al mio "come?" rispose chiedendo se avevamo qualche foglio da disegno di decente qualità, tipo album: sì, c'erano 2 Fabriano intatti, con filigrana. Assieme a matite, inchiostro nero e blu, acquarelli, C.L.R. si accinse a disegnare chiedendo quale artista desiderassimo vedere riprodotto interpretativamente. Andò a finire che eseguì una ventina di acquarelli, con o senza altri mezzi scrittorii. Furono disegnati d'après di tutti gli Impressionisti, poi Picasso, Matisse, Marc, Schlemmer, Rosai, De Pisis, Donghi e di altri che non ricordo.

Risultarono così disegni di stesura accurata, "finiti", alcuni addirittura firmati secondo l'abitudine dell'artista interpretato. Non furono soltanto schizzi o pezzi di bravura noti, eseguiti per stupirci. Infatti il gioco si trasformò quasi subito in impegno, sfida: R. disegnava seriamente – direi – per sé, per dar corpo ad una propria idea precisa, tanto che tutti e tre restammo spontaneamente basiti, silenti, attenti 

e immobili. Giunti all'ora di cena, reclamando la Maria Landi da poco presso di noi e la mamma il tavolo, l'entusiasmante esperienza, unica, finì. I disegni girarono per casa "Grazzini" qualche giorno, poi, al momento di tornare a "La Costa", furono raggruppati e messi tra le carte del babbo. Anni dopo, riordinando le carte tante e diverse lasciate dal babbo, feci degli ordinamenti provvisori e approssimativi via via. In questa sequenza di sistemazioni ho riscontrato e radunato soltanto disegni e appunti disegnati di vario tipo, soprattutto giovanili sostituti della macchina fotografica in musei ecc. Quel prezioso rotolo non c'era più. Posso escludere che C.L.R. l'avesse distrutto per molti motivi evidenti; posso pensare al massimo che l'abbia portato a Pisa per utilizzarlo durante qualche lezione o seminario; però lo reputo improbabile e comunque li avrebbe riportati a Firenze per l'Archivio, che lui già sapeva da tanto tempo avrebbe costituito un Fondo che si è realizzato nel 1981 nel Centro Studi – Fondazione di Lucca. Regalati da C.L.R.? Escludo, vuoi perché tipico materiale da lasciare per studio, vuoi perché ricordo familiare raro e importante. Restano interrogativi evidenti: che fine hanno fatto? chi li ha eventualmente sottratti? (e per ignoranza abbia pensato trattarsi di originali, per es.: non Monti – l'unico estraneo a lungo tra le carte di R. - quando tentò un riordino della Fototeca tra il 1957-58 circa, perché era un ottimo "conoscitore"). Dove possono essere finiti?


La collocazione critica nella storia dell'arte contemporanea alla prima metà del Novecento per ciò che pertiene Mario Bonichi – Scipione è prevalentemente orientata su una interpretazione mitica del suo lavoro. Altre valutazioni di diverso orientamento, basate sull'analisi di un processo formale e stilistico di valutazione contrastante, risultano comunque uniformi nel considerare Scipione un artista di straordinaria qualità espressiva.

Nella breve antologia critica riporto quindi alcuni esempi: dall'ufficiale intervento del rappresentante corporativo fascista Cipriano Efisio Oppo (1935) sul catalogo della II Quadriennale d'arte italiana di Roma; alla recensione di Rodolfo Pallucchini della tempestiva monografia di Giuseppe Marchiori (1939) su "Le Arti"; alla innovativa esposizione presso la Pinacoteca di Brera allestita dall'architetto Franco Albini, relazionato nella sua originale soluzione visiva da Gian Alberto Dell'Acqua ("Le Arti", apr.-mag. 1941); alla panoramica dell'opera di Scipione esposta da Albino Golvano (ibidem). Seguono l'intervento autorevole di Lionello Venturi ("L'Europeo", 9 maggio 1954) e quello divulgativo di Garibaldo Marussi su Scipione e la scuola romana ("Le vie della pittura", 1966).



Antologia critica
Dipinti di Scipione

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