Carlo e Licia

Carlo e Licia

Archivio

Cerca nel blog

lunedì 5 settembre 2022

[Bacheca] 1. Flavio Caroli: "Con gli occhi dei Maestri. Longhi, Graziani, Arcangeli, Briganti, Gombrich e Ragghianti". 2. La Galleria del Levante di Emilio Bertonati – Simbolismo e nuova oggettività.

1. Flavio Caroli: "Con gli occhi dei Maestri. Longhi, Graziani, Arcangeli, Briganti, Gombrich e Ragghianti".


 

Con Flavio Caroli (n. 1945, Ravenna ) critico d'arte, professore ordinario all'Università, romanziere, non ho conoscenza personale, soltanto notizie bibliografiche di alcuni suoi libri e un contatto indiretto, fortuito e lontano. Nel 1994 passai una decina di giorni nel Pronto Soccorso di Careggi a causa di una melena, conseguenza di derivato di acido acetilsalicilico. Ogni mattina passava il giornalaio con bottega di fronte ai cosiddetti "Greci", vendeva i quotidiani e prendeva prenotazioni di settimanali e mensili per il giorno dopo. Io non compravo niente perché allora ero abbonato a "La Stampa" di Torino, che mi portavano da casa. Non so come, però quell'uomo più che sessantenne, vispo e chiacchierone curioso, seppe dal mio cognome e – a me allettato indifeso – attaccò un "bottone" vantando che anche lui in famiglia aveva un noto critico d'arte, suo genero. Chiarito che non ero il famoso prof. Ragghianti, per altro già defunto, risultò che questo genero era Flavio Caroli, del quale feci finta di conoscere "opere e giorni", mentre in realtà sapevo soltanto che era un giovane studioso piuttosto attivo, di orientamento longhiano, però non parrocchiale. Feci quindi i complimenti al garrulo giornalaio e il giorno dopo, prima del suo consueto giro di vendita, fui dimesso.

Pochi giorni fa, per una consueta ricerca su internet, mi capitò sott'occhio il libro qui in oggetto di cui mi colpì il sottotitolo e lessi, con una certa sorpresa " ...insegnamenti di Longhi, Graziani, Arcangeli, Briganti, Gombrich e Ragghianti". Salvo lo studioso straniero, ho conosciuto, sia pur da bambino, tutti i personaggi citati. Tramite "prime" Amazon acquistai subito il volume che mi fu recapitato il giorno dopo.

Longhi, il professore al cui esame universitario presi 30, era un signore alto e stizzoso che fino ai miei 10/11 anni, cioè finché fui molto assiduo a Palazzo Strozzi (all'ufficio del Babbo e al Vieusseux) e al centro cittadino, l'avrò incontrato casualmente e salutato una dozzina di volte. Di queste, in almeno tre egli era accompagnato dalla moglie Anna Lo Presti (Banti), ci furono brevi conversazioni e tanti cari saluti a mia madre da parte della signora.

Alberto Graziani (1916-1943), che è stato amico di mio padre e collaboratore di "La Critica d'Arte", non lo posso ricordare, però il mio primo, ed unico, ritratto eseguito l'11 gennaio 1940 (il giorno dopo la mia nascita) porta la sua firma. Graziani è anche autore di un ritrattino, sempre a matita, di mio padre visto di schiena, più o meno dello stesso periodo (qui riprodotto a lato di una lettera di Caroli).

Con Francesco Arcangeli (1915-1974), il Momi, sono documentate fotografie nel giardino di Casa Gnudi a Bologna fino al 1943. "Zio" Cesare Gnudi e Giancarlo

Cavalli mi hanno in seguito raccontato che per giocare Momi era il mio preferito e lui pazientemente – ma non scontento – si prestava.

Di Giuliano Briganti (1918-1992) scomparso dalla nostra vita familiare nel 1946, ho un vago ricordo, forse in Palazzo Venezia dove abitavamo a Roma durante la Sottosegretariatura di mio padre. So soltanto che è stato una dolorosa delusione per C.L.R., il quale l'ha guidato e formato dalla sua adolescenza alla maturità di giovane studioso.

Ciò premesso non potevo non comprare questo libro edito nel 2017, di cui non avevo fino ad ora intravisto la minima recensione, il minimo accenno, non so se per mia ignoranza o per faziosi silenzi accademici. L'uso della damnatio memoriae è un'arma a doppio taglio. Praticarla efficacemente esige molta autorevolezza.

Il settarismo evidentemente non è un difetto di Flavio Caroli. Direi, anzi, che riconoscere pubblicamente l'importanza per la propria formazione di studioso – nonché di uomo di cultura – di contributi provenienti da fonte, ambientalmente non consentanea, fa di lui una persona equanime e intellettualmente onesta.

Ritengo che a questo studioso, anch'egli non più giovane, potrà far piacere sapere che se C.L.R. avesse potuto leggere le due pagine di questo libro su di lui, sarebbe stato felice. Appagato (non nella vanagloria, di cui era praticamente privo) certamente, forse addirittura commosso perché lo scopo di rispondere a chiunque gli rivolgesse quesiti sensati era per C.L.R. un dovere morale, che troppo spesso non ha ottenuto il riscontro metodologico che animava il suo dire.

Riporto dal libro la bella fotografia di C.L.R., a noi familiari ignota, le due pagine del professore Flavio Caroli. Seguono – non riprodotti – la biografia di Ragghianti, ivi curata da Marina Scognamiglio (pp.223-227); ricordo poi le illustrazioni e i commenti di Caroli su temi da lui ritenuti salienti per la comprensione dell'opera di C.L. Ragghianti (pp.224-253); infine la "Bibliografia selezionata" per ciascuno degli storici dell'arte argomento del libro. Riproduco, invece, i disegni citati di Alberto Graziani.

Dimenticavo, beata senectus "un tubo" (come si diceva a Firenze da ragazzi), l'aspetto all'origine della scelta di Caroli, il motivo per certi versi più importante del discorso. Mi riferisco alla considerevole corrispondenza intercorsa tra C.L.R. e Flavio Caroli. La riproduco dalle fotocopie del mio Archivio, quindi prive di eventuali correzioni e aggiunte da Ragghianti sugli originali inviati.

F.R. (10 giugno 2022)









Appendice

Alberto Graziani: Francesco Ragghianti a un giorno (11 gennaio 1940).

2. La Galleria del Levante di Emilio Bertonati – Simbolismo e nuova oggettività.



Come precisato nel frontespizio, il Catalogo della Mostra presso il Museo di Arte Contemporanea di Rovereto – edito da Silvana Editoriale – deriva “da un'idea di Vittorio Sgarbi”, compreso il titolo Paradiso perduto, poi “ragioni editoriali hanno consigliato il più secco e istituzionale … Simbolismo e nuova oggettività”. Noto con piacere che per il famoso critico d'arte, tra l'altro Presidente del Museo di Rovereto, Raffaele Monti – uno dei mentori, come Lara Vinca Masina da poco defunta, extrafamiliari della mia formazione giovanile e conoscenza costante durante la sua vita – è 

stato “mio amico prezioso”. Il bel volume, di formato A4 con 310 pagine illustrate prevalentemente a colori, tra Saggi e Catalogo compie una ricostruzione documentata ed approfondita della prestigiosa attività di Emilio Bertonati come gallerista attivo in Italia e Germania dal 1962 al 1981, anno della sua tragica scomparsa. Nel complesso con questa esperienza critica ci è mostrata e in parte disvelata l'attività veramente rara di apporto culturale di Bertonati nel nostro Paese e soprattutto di espressioni artistiche germaniche originali, altrimenti poco note e considerate.

Personalmente ho rivolto particolare attenzione al saggio di Maria Flora Giubilei perché da lei informato dell'iniziativa del Museo trentino in corso di allestimento, che implicava anche Carlo Ludovico Ragghianti, il quale ebbe – tramite il citato Raffaele Monti – modo di conoscere e di collaborare con il Bertonati incisore e con il Bertonati gallerista e uomo di cultura artistica spiccata e originale.

Una pietra nello stagno”: la Mostra Genova tra simbolismo e futurismo ed Emilio Bertonati “sommozzatore solitario” (pp. 74-95 del libro). Questo il suggestivo titolo che Giubilei, tra l'altro collaboratrice scientifica della Fondazione Ragghianti di Lucca, ha dato alla propria analitica ricerca. Nella prima parte del saggio sono ricostruite le vicende che determinarono la mostra Genova tra simbolismo e futurismo (Galleria del Levante, 1977-78), nella quale furono rivalutati quattro artisti liguri: Domingo Motta (1872-1962), Cornelio Geranzani (1890-1955), Enrico Castello che si firmava Chin (1890-1960) e Sexto Canegallo (1892-1966).

In queste circostanze il rapporto con Ragghianti, cementato dalla Mostra Emilio Bertonati: opera grafica (1966, Pisa, Istituto di Storia dell'Arte dell'Università), con “brillante introduzione” di Raffaele Monti, fu ripreso; quindi C.L.R. nel 1977 fu anche implicato nei contorni di una polemica iniziata nel 1975, nella quale Bertonati si vide costretto a discutere con C.G. Argan. Comunque quella che Bertonati chiamò “anomalia ligure” lo aveva costretto a sceverare “una realtà nota in termini superficiali e discontinui”, suscitando molte polemiche con la critica ordinaria. 

La mostra fu trasferita presso la Galleria dell'Incisione di Brescia (24 febbraio 1979), ricevendo recensioni riduttive.

Con le parole scritte da Giubilei: “Per concludere: oggi, nonostante tutto il lavoro di ricerca portato avanti, dalla spallata critica di Emilio Bertonati in poi per confermare il ruolo nevralgico di Genova e della Liguria nelle vicende delle Avanguardie del Novecento e, in primis, proprio nell'affermazione di Simbolismo e Futurismo; nonostante il riconosciuto posizionamento degli artisti apprezzati da Emilio Bertonati, sia in ambito scientifico, sia nel contesto del mercato dell'arte … nel percorso della Galleria d'Arte Moderna di Genova, senza alcuna motivazione scientifica, è stata eliminata la sala dedicata al Futurismo ...”.

Fatti come questo di Genova purtroppo non meravigliano stante l'ormai lunga gestione di un ministro inconsapevole iconoclasta, giulivo demolitore di quel poco di buono e funzionante dell'istituto delle Soprintendenze, un tessuto burocratico ultra centenario bisognoso di riforme anche radicali, non di satrapi stranieri. Concludo il post, riproducendo cinque lettere inviate da Carlo L. Ragghianti a Emilio Bertonati. Sono nella trascrizione fattane dalla prof. Maria Flora Giubilei per avere il placet della nostra famiglia per la loro pubblicazione nel suo studio. Consenso che ovviamente abbiamo dato giacché riteniamo che gli scritti di uno studioso siano di pubblico dominio (salvo specifiche eccezioni) e quindi utilizzabili purché integralmente o comunque con citazioni senza intenti lesivi, deformanti, arbitrari.

Data la notevole importanza culturale, nonché grafica, dei cataloghi realizzati da Emilio Bertonati tra il 1962 e il 1981, ritengo opportuno riprodurre la sequenza delle Mostre della Galleria del Levante (con relativa immagine della copertina) dell'accurata elencazione a cura di Ilaria Cimonetti per il poderoso Catalogo del Mart di Rovereto.

F.R. (22 giugno 2022)




Ho successivamente rinvenuto anche la lettera seguente (19 giugno 1970), nella quale Bertonati

scrive a C.L.R. in merito alla sua partecipazione all'esame per la Libera Docenza nell'Università.

Nessun commento:

Posta un commento