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sabato 28 maggio 2022

Marxismo perplesso, 1.

La seguente nota redazionale è stata scritta l'8 agosto 2018, in vista della pubblicazione del volume Marxismo perplesso (1980) di C.L. Ragghianti nel blog. Sospeso per contingenti motivi di palinsesto, il progetto si realizza oggi conformemente all'impostazione originaria. Il presente testo, salvo tre aggiunte, è rimasto invariato.

Fino ad ora “perplesso” ero io circa l'opportunità di riproporre su Internet, tramite il blog “Ragghianti&Collobi”, un libro d'argomento ideologico, che affronta temi filosofici, estetici, politici quale è Marxismo perplesso.

Da un lato quest'opera presa in considerazione oggi è destinata prevalentemente a nuovi lettori, per lo più giovani o ex comunisti in disarmo, spesso purtroppo regrediti – se non in massa in buona parte – verso il centro-destra democratico renziano e salviniano (ho letto con orrore che un terzo degli iscritti alla CGIL è salviniano!). Mentre altri potenziali lettori, immemori dei loro trascorsi marxisti hanno posizioni blairiane o rigurgiti clericali di fatto destrorsi. Gli altri potenziali “utenti” virtuali del libro sono le nuove generazioni dei millenials in poi, cresciuti sentendo dire che la Storia era finita, e resi incapaci di distinguere disinformazione e fake news, nell'implicito invito a coltivare l'ignoranza perché più redditizia.

D'altro canto in quest'epoca di mancato impegno civile e sociale motivato da ideali e di pavidità d'uscire dal gregge conformista, che si crogiolava fino a poco tempo fa in un buonismo peloso quando non oggettivo complice degli sfruttatori reali ed ora in baldanzoso bellicismo gregario USA, mi sembrava che un libro impegnato di non facile scrittura, che comunque costringe a pensare, fosse destinato all'affronto palese di un rifiuto drastico quale è non essere “cliccati”.

Considerando, poi, l'attualità guerrafondaia della politica attuale (che tanto per cambiare si contrappone drasticamente alla volontà popolare palesemente “pacifista”, per usare un termine unificante tra chi vuole soltanto la fine della belligeranza con un compromesso e tra chi – con varie motivazioni anche tra loro assai distanti – è per la pace aprioristicamente) una riflessione sul “marxismo” può risultare del tutto incongrua.

Penso, però, con esatta analogia con le Biblioteche, che tutto ciò non ha importanza dirimente e che comunque immesso in rete un documento esiste ed è a disposizione di chiunque, dovunque si trovi. Se non è oggi sarà un domani o un postdomani che quel libro potrà tornare utile e formativa lettura per qualche essere umano, foss'anche uno solo.

Comunque per prendere questa decisione il motivo principale è stato imprevisto, insospettato. Mentre scorrevo le pagine della copia indicata con nota manoscritta “dell'autore” per verificare eventuali correzioni 

ed appunti, il volume mi si è disintegrato in mano, letteralmente. E' successo che l'ignobile collante usato in tipografia per unire i fogli rifilati ha manifestato di colpo la propria obsolescenza, fosse o non fosse programmata.

A differenza dell'altro libro (Traversata di un trentennio) di mio padre, pubblicato dal medesimo editore due anni prima (1978) e che fu stampato in sedicesimi piegati, poi cuciti a filo refe, Marxismo perplesso dopo la stampa è stato con taglierina industriale rifilato a fogli singoli, incollati in costola. Ciò ha comportato che ogni copia del libro, al primo o al secondo maneggiamento, quando è stato aperto per leggerlo esso si è squadernato, dapprima in pezzi di 10/20 pagina, poi via via fino a fogli singoli. L'Editoriale Nuova (emanazione congiunta della Casa Editrice De Agostini di Novara e de “Il Giornale” ancora di Indro Montanelli) aveva assunto evidentemente un nuovo orientamento tecnico con il lungimirante risultato di risparmiare qualche lira a copia nella stampa, mentre la vita prevista del libro passava da molti decenni se non addirittura secoli, a pochi mesi (se subito consultato) con meno di quaranta anni – che per altro sono già trascorsi – se intonso.

Considerando quindi che le copie di Marxismo perplesso in circolazione e quelle in Biblioteche si possono considerare come distrutte o presto tali, direi diventa addirittura indispensabile mettere a disposizione della informazioni e della cultura una edizione elettronica integrale consultabile, oltretutto gratuitamente.

Dopo quanto sopra detto, mi si può obiettare che nulla vieta di procedere ad una nuova edizione cartacea di Marxismo perplesso. Però, obietto io, dopo quasi mezzo secolo e la scomparsa del “comunismo reale” in una parte d'Europa e nell'Unione Sovietica, dopo tanti altri accadimenti con risvolti ideologici, economici e sociali, coinvolgenti le teorie (e le critiche relative) marxiste, una nuova edizione senza apparati e note sarebbe editorialmente inutile, mentre una sorta di edizione anastatica è di gran lunga più costosa di un'immissione in Internet, come sto facendo.

Anche se mi dispiace ancora aver inavvertitamente distrutto la “copia d'autore” anziché un altro esemplare, che pur possediamo, userò proprio quei fogli per effettuare le scannerizzazioni necessarie a tramitare il libro nel web. Così anche i pochi interventi manoscritti da C.L.R. saranno “filologicamente” a disposizione di tutti.

F.R.


P.S. 2022 – Alla settima postazione di Marxismo perfetto rimandiamo la nota bibliografica che puntualizza l'origine di parti del libro in precedenza stampate su riviste. Così in quella sede saranno anche pubblicati recensioni del volume e interviste e scritti inerenti di Carlo L. Ragghianti.






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