Ritengo
opportuno un breve preambolo riguardo Licia Collobi Ragghianti nel
quale si chiarisca il perché fosse in grado di spaziare, nei suoi
studi, nelle ricerche e nelle recensioni in tutti gli aspetti dello
scibile riguardante le arti figurative.
Questa
latitudinarietà scientifica è stata resa possibile da due elementi
costitutivi la sua personalità di studiosa.
Il
primo è la conoscenza delle lingue straniere, dal tedesco a livello
di madrelingua (e quindi olandese, danese ecc..), all'inglese, al
francese e a tutte le altre lingue neolatine, alle lingue slave
(polacco escluso, chissà perché) a livello di sicura comprensione.
Ovviamente aveva padronanza ottimale di latino e greco antico (per
cui comprendeva anche quello moderno).
Il
secondo motivo determinante la sua vocazione di studiosa è stata la
curiosità, insaziabile, inesauribile (da non confondere con
eclettismo ed enciclopedismo) di fare nuove esperienze ed analisi
critiche su tutte le arti figurative, nonché quella altrettanto
forte di approfondire il già acquisito.
A
queste due motivazioni va associata l'etica della partecipazione del
proprio sapere. Quindi, pur essendo moglie e madre di quattro figli, ed occupandosi di loro e della gestione
della famiglia, Licia Collobi ha lavorato
intellettualmente per tutta la vita ed è morta colta da una crisi
respiratoria mentre, degente a letto, stava studiando un libro che
intendeva recensire, nella sua camera inondata della luce solare del
pomeriggio estivo.
Due
interventi su Nuňo
Gonçalves (1420-1490) il
primo grande pittore portoghese, la cui conoscenza e la cui
importanza storico-culturale sono sottostimate, sono stati
sicuramente scritti da Licia Collobi e provengono il primo da un
importante libro cui la studiosa attese nei primi anni Ottanta: Il
Quattrocento europeo volume
IV della Storia
della pittura
dal sec. IV al sec. XX, De Agostini 1985. Da questo ed altri volumi
dell'opera – diretta da C.L.Ragghianti – posteremo altri
contributi di indubbio interesse. Il secondo studio, incentrato
esclusivamente sul Polittico
di San Vincenzo proviene
da “Critica d'Arte”, V serie, n. 17, giu.-ago. 1988.
Su
“seleArte” (n. 21, nov.-dic. 1955, pp. 26, 27 e colore a sé
stante) fu pubblicato un breve excursus
attribuito a C.L. Ragghianti. Secondo me è opera in collaborazione
con Licia, che sovente impostava il testo nel quale R. inseriva
qualche osservazione.
F.R. (11 gennaio 2020)
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