Carlo e Licia

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lunedì 9 dicembre 2019

Don Milani Comparetti. Testimonianza di Dino Pieraccioni e dipinti.


Doverosa premessa: non ho visto la luce. Laico sono e rimango. Lo dico perché è un po' eccentrico l'essermi occupato in un breve arco di tempo di due sacerdoti cattolici dei quali si è ventilata la beatificazione. Si tratta di coincidenza casuale che riguarda i due religiosi da punti di vista estranei alla loro teologia. D'altro canto in questo paese tra la gente i preti sono stati e sempre sono numerosi. Oggidì però vedo che quelli giovani sono molto spesso africani.
Devo anche giustificare la presenza del cognome Comparetti unito – per Regio Decreto – a quello Milani. Ci tengo personalmente per due motivi. Il primo, di carattere generale, è che Domenico Comparetti (1835-1927) è stato un grande storico, filologo, epigrafista ecc., che ha onorato la cultura, cioè l'aspetto più elevato dell'esistenza della specie. Il secondo motivo deriva dall'avere io studiato – sia pure per sondaggi alternati a lettura approfondita – il suo capolavoro, Virgilio nel Medioevo, due corposi volumi coinvolgenti ed illuminanti sulla cultura del mondo occidentale da Augusto a Dante Alighieri. Fu anche grazie a questa esperienza che Giovanni Pugliese Carratelli mi dette 30 all'esame di Storia Romana, nonostante la mia non sufficiente padronanza della lingua latina e che Giovanni Ferrara Salute, fuori dall'aula, complimentandosi mi disse: 

“ Buon sangue non mente”. 
Dopo questo diffuso preambolo occorre una spiegazione sul perché diffondere tramite questo post un ennesimo riferimento di modesta incidenza per la notorietà del Priore di Barbiana. Stimolato da una ricerca sulla riforma della scuola negli anni Sessanta, rammento l'aio per i miei esami di maturità Dino Pieraccioni riscontrando nel suo libro del 1979 Incontri del mio tempo (direi semiclandestino – al di fuori dello specialismo - data la marginalità dell'editore Spes di Milazzo) uno scritto del 1974 su Don Milani (pp. 159-164). Ho pensato, quindi, che riproponendo questo breve saggio avrei potuto rendere un piccolo omaggio all'uomo di vasta e profonda cultura che si degnò di aiutare un “disperato” privatista con tre anni di programmi, e contemporaneamente ricordare un grand'uomo che ha onorato la cittadina dove risiedo – Vicchio di Mugello – con non minore risonanza di Giotto e di Beato Angelico, giganti delle arti figurative.
C'è poi ancora un motivo che mi ha convinto a organizzare questo post: l'incidenza e coincidenza di fatti riguardanti direttamente e indirettamente le due famiglie, quella dei Milani Comparetti e quella di Carlo L. Ragghianti e di Licia Collobi.



Su Dino Pieraccioni mi ripropongo di riesumarlo dall'oblio che non merita e dalle malevole malignità a suo tempo circolanti e insufflatemi in Vallecchi da saputelli deviati, che lì non mancavano.
Dell'insigne Comparetti, ammirato da C.L.R. e sull'impulso del quale lo studiai, non c'è bisogno di un mio contributo per apprezzarlo. Dato il titolo del post, anche don Milani è qui ricordato tutto sommato marginalmente. Mia madre ebbe modo di conoscerlo prima dei voti religiosi, ma non le fece grande impressione. Anzi ne deprecava – lei madre – la soggezione del giovane all'invadenza della propria madre, Alice Weiss (1895-1978) la quale le stava francamente antipatica nonostante la comune triestinità e tanti amici e conoscenti in comune. Però Alice Weiss era una donna colta e attiva, allieva di James Joyce per es., dotta di psicanalisi derivante direttamente da Sigmund Freud tramite il cugino Edoardo Weiss (1889-1970); era anche di carattere più che volitivo, forse prepotente. Anche una tarda ma comunque coetanea e cara amica di mia madre, Laura Weiss (1914-1987), figlia di Ernesto fratello di Edoardo, era parente dei Milani Comparetti.
Questa donna coraggiosa fu medico, comunista e compagna per tutta la vita di Vittorio Vidali, un comunista di caratura internazionale che, dietro le quinte, fu forse più importante dello stesso Togliatti. Non ricordo se Laura Weiss è stata compagna di scuola alle elementari di Licia Collobi, oppure il loro incontro avvenne tramite la coetanea e compagna di classe Silvia Moravia, nata Pino, amica poi ritrovata a Firenze nel 1950, quando suo figlio Sergio fu nella mia stessa classe di prima media. L'amicizia tra mia madre e Laura Weiss (che C.L.R. conobbe nel 1945 nel “raid” che fece con Ferruccio Parri a Trieste e nel Friuli) è stata comunque intellettualmente intensa grazie anche a tante  
comuni esperienze e contatti della Resistenza e dopo a Trieste e poi con letterati quali Anita Pittoni (vedi post del 20 dicembre 2018) e le edizioni dello Zibaldone, gli Stuparich, Giotti, Saba, Slataper, Gruber Benco, Quarantotti Gambini (che ho letto tredicenne e molto apprezzato) Cecovini, ecc. Anche mio padre Carlo Ludovico ebbe modo di incontrare varie volte Lorenzo prima dei voti, attraverso soprattutto suo fratello Adriano Milani Comparetti (1920-1986), eminente psichiatra infantile. C.L.R. si interessò di quel giovane e della sua esperienza di pittore (diplomato nel 1943 all'Accademia di Brera) interrotta dalla più forte vocazione religiosa. Probabilmente sulla preparazione teorica e pratica di Lorenzo M.C. aveva riserve anche pesanti avendo il giovane studiato con Achille Funi – pittore discontinuo – e con Eva Tea, cattolica certo, storica dell'arte confusa e carente. Penso quindi – dati i rispettivi temperamenti – che entrambi siano rimasti sul generico con mutua incomprensione. Per il resto so per certo che R. approvava l'esperimento pedagogico di don Lorenzo, pur considerandolo un fenomeno singolare, di importanza marginale a confronto della complessità dei problemi della scuola, dagli asili nido all'Università.
Abbastanza intenso e profondo fu il rapporto tra C.L.R. e Adriano M.C., che era stato suo partigiano G.L. e, quando fu membro delle squadre d'assalto operò direttamente sotto il suo comando, e così avvenne con Radio Co.Ra 2 riorganizzata personalmente da Ragghianti. Nel dopoguerra in varie occasioni mio padre sentì il suo parere circa l'espressività artistica dei bambini ( una ricerca e uno studio cui attese per tutta l'esistenza, sia pure saltuariamente) e contemporaneamente ciò avvenne con Franco Basaglia (1924-1980) – col quale guarda caso collaborò Laura Weiss – alla fine degli anni '50 e inizi '60.



In particolare ci furono due momenti di forte vicinanza tra Adriano M.C. e mio padre. Cronologicamente il primo ha per protagonista proprio me. E' stato un episodio scolastico che, per quanto abbia tentato non mi è riuscito rimuovere, e gli accenni di cui adesso scrivo sono i primi che esterno. Per quanto il fatto sia stato a suo modo rilevante, ritengo sia meglio relazionarlo a sé stante e insieme ad un in parte analogo accadimento scolastico successivo. Voglio solo anticipare che il dottor Adriano Milani Comparetti, interpellato per una eventuale peizia di parte in Tribunale, dopo avermi incontrato e “visitato”, dichiarò – a me undicenne seduta stante e, poi, ai miei genitori in sala d'attesa – che avrebbe più che volentieri accettato l'incarico di perito per dire che ero perfettamente sano di mente e che avevo reagito ad una ingiustizia ed offesa enormi con la disperazione e la paura proprie dell'età. Naturalmente in concreto non patii nessuna sanzione (era stata richiesta l'espulsione da tutte le scuole della Repubblica!) né querela, mentre i responsabili della “persecuzione” furono puniti per via amministrativa.
Il secondo momento di ripetuta frequenza tra C.L.R. e Adriano M.C. Avvenne tra il 1963 e 1964 in occasione della progettazione e realizzazione della cartella Galleria Grafica Contemporanea (comprensiva di 50 incisioni originali di altrettanti tra i maggiori artisti italiani nati prima del 1913, data scelta per poter inserire anche Emilio Greco). Questa, celebre nell'ambiente degli esperti e dei collezionisti di grafica, cartella eseguita con grande perizia editoriale ed artistica era stata ideata da Carlo L. Ragghianti, edita da Maria Luigia Guaita con il suo 




“Bisonte” – diretto da Rodolfo Margheri – voluta e sostenuta da Bruno Tassi, allora benemerito presidente della Associazione Nazionale Assistenza agli Spastici, della quale Adriano Milani Comparetti – tra gli altri suoi incarichi – era il “supervisore” medico, coscenzioso ed assai presente.
F.R. (30 settembre 2019)











Dipinti di Lorenzo Milani Comparetti.

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