Doverosa
premessa: non ho visto la luce. Laico sono e rimango. Lo dico perché
è un po' eccentrico l'essermi occupato in un breve arco di tempo di
due sacerdoti cattolici dei quali si è ventilata la beatificazione.
Si tratta di coincidenza casuale che riguarda i due religiosi da
punti di vista estranei alla loro teologia. D'altro canto in questo
paese tra la gente i preti sono stati e sempre sono numerosi. Oggidì
però vedo che quelli giovani sono molto spesso africani.
Devo
anche giustificare la presenza del cognome Comparetti unito – per
Regio Decreto – a quello Milani. Ci tengo personalmente per due
motivi. Il primo, di carattere generale, è che Domenico Comparetti
(1835-1927) è stato un grande storico, filologo, epigrafista ecc.,
che ha onorato la cultura, cioè l'aspetto più elevato
dell'esistenza della specie. Il secondo motivo deriva dall'avere io
studiato – sia pure per sondaggi alternati a lettura approfondita –
il suo capolavoro, Virgilio nel Medioevo,
due corposi volumi coinvolgenti ed illuminanti sulla cultura del
mondo occidentale da Augusto a Dante Alighieri. Fu anche grazie a
questa esperienza che Giovanni Pugliese Carratelli mi dette 30
all'esame di Storia Romana, nonostante la mia non sufficiente
padronanza della lingua latina e che Giovanni Ferrara Salute, fuori
dall'aula, complimentandosi mi disse:
“ Buon sangue non mente”.
Dopo questo diffuso preambolo occorre una spiegazione sul perché diffondere tramite questo post un ennesimo riferimento di modesta incidenza per la notorietà del Priore di Barbiana. Stimolato da una ricerca sulla riforma della scuola negli anni Sessanta, rammento l'aio per i miei esami di maturità Dino Pieraccioni riscontrando nel suo libro del 1979 Incontri del mio tempo (direi semiclandestino – al di fuori dello specialismo - data la marginalità dell'editore Spes di Milazzo) uno scritto del 1974 su Don Milani (pp. 159-164). Ho pensato, quindi, che riproponendo questo breve saggio avrei potuto rendere un piccolo omaggio all'uomo di vasta e profonda cultura che si degnò di aiutare un “disperato” privatista con tre anni di programmi, e contemporaneamente ricordare un grand'uomo che ha onorato la cittadina dove risiedo – Vicchio di Mugello – con non minore risonanza di Giotto e di Beato Angelico, giganti delle arti figurative.
Dopo questo diffuso preambolo occorre una spiegazione sul perché diffondere tramite questo post un ennesimo riferimento di modesta incidenza per la notorietà del Priore di Barbiana. Stimolato da una ricerca sulla riforma della scuola negli anni Sessanta, rammento l'aio per i miei esami di maturità Dino Pieraccioni riscontrando nel suo libro del 1979 Incontri del mio tempo (direi semiclandestino – al di fuori dello specialismo - data la marginalità dell'editore Spes di Milazzo) uno scritto del 1974 su Don Milani (pp. 159-164). Ho pensato, quindi, che riproponendo questo breve saggio avrei potuto rendere un piccolo omaggio all'uomo di vasta e profonda cultura che si degnò di aiutare un “disperato” privatista con tre anni di programmi, e contemporaneamente ricordare un grand'uomo che ha onorato la cittadina dove risiedo – Vicchio di Mugello – con non minore risonanza di Giotto e di Beato Angelico, giganti delle arti figurative.
Su
Dino Pieraccioni mi ripropongo di riesumarlo dall'oblio che non
merita e dalle malevole malignità a suo tempo circolanti e
insufflatemi in Vallecchi da saputelli deviati, che lì non
mancavano.
Dell'insigne
Comparetti, ammirato da C.L.R. e sull'impulso del quale lo studiai,
non c'è bisogno di un mio contributo per apprezzarlo. Dato il titolo
del post, anche don Milani è qui ricordato tutto sommato
marginalmente. Mia madre ebbe modo di conoscerlo prima dei voti
religiosi, ma non le fece grande impressione. Anzi ne deprecava –
lei madre – la soggezione del giovane all'invadenza della propria
madre, Alice Weiss (1895-1978) la quale le stava francamente
antipatica nonostante la comune triestinità e tanti amici e
conoscenti in comune. Però Alice Weiss era una donna colta e attiva,
allieva di James Joyce per es., dotta di psicanalisi derivante
direttamente da Sigmund Freud tramite il cugino Edoardo Weiss
(1889-1970); era anche di carattere più che volitivo, forse
prepotente. Anche una tarda ma comunque
coetanea e cara amica di mia madre, Laura Weiss (1914-1987), figlia
di Ernesto fratello di Edoardo, era parente dei Milani Comparetti.
Questa
donna coraggiosa fu medico, comunista e compagna per tutta la vita di
Vittorio Vidali, un comunista di caratura internazionale che, dietro
le quinte, fu forse più importante dello stesso Togliatti. Non
ricordo se Laura Weiss è stata compagna di scuola alle elementari di
Licia Collobi, oppure il loro incontro avvenne tramite la coetanea e
compagna di classe Silvia Moravia, nata Pino, amica poi ritrovata a
Firenze nel 1950, quando suo figlio Sergio fu nella mia stessa classe
di prima media. L'amicizia tra mia madre e Laura Weiss (che C.L.R.
conobbe nel 1945 nel “raid” che fece con Ferruccio Parri a
Trieste e nel Friuli) è stata comunque intellettualmente intensa
grazie anche a tante
comuni esperienze e contatti della Resistenza e dopo a Trieste e poi con letterati quali Anita Pittoni (vedi post del 20 dicembre 2018) e le edizioni dello Zibaldone, gli Stuparich, Giotti, Saba, Slataper, Gruber Benco, Quarantotti Gambini (che ho letto tredicenne e molto apprezzato) Cecovini, ecc. Anche
mio padre Carlo Ludovico ebbe modo di incontrare varie volte Lorenzo
prima dei voti, attraverso soprattutto suo fratello Adriano Milani
Comparetti (1920-1986), eminente psichiatra infantile. C.L.R. si
interessò di quel giovane e della sua esperienza di pittore
(diplomato nel 1943 all'Accademia di Brera) interrotta dalla più
forte vocazione religiosa. Probabilmente sulla preparazione teorica e
pratica di Lorenzo M.C. aveva riserve anche pesanti avendo il giovane
studiato con Achille Funi – pittore discontinuo – e con Eva Tea,
cattolica certo, storica dell'arte confusa e carente. Penso quindi –
dati i rispettivi temperamenti – che entrambi siano rimasti sul
generico con mutua incomprensione. Per il resto so per certo che R.
approvava l'esperimento pedagogico di don Lorenzo, pur considerandolo
un fenomeno singolare, di importanza marginale a confronto della
complessità dei problemi della scuola, dagli asili nido
all'Università.
Abbastanza
intenso e profondo fu il rapporto tra C.L.R. e Adriano M.C., che era
stato suo partigiano G.L. e, quando fu membro delle squadre d'assalto
operò direttamente sotto il suo comando, e così avvenne con Radio
Co.Ra 2 riorganizzata personalmente da Ragghianti. Nel dopoguerra in
varie occasioni mio padre sentì il suo parere circa l'espressività
artistica dei bambini ( una ricerca e uno studio cui attese per tutta
l'esistenza, sia pure saltuariamente) e contemporaneamente ciò
avvenne con Franco Basaglia (1924-1980) – col quale guarda caso
collaborò Laura Weiss – alla fine degli anni '50 e inizi '60.
In
particolare ci furono due momenti di forte vicinanza tra Adriano M.C.
e mio padre. Cronologicamente il primo ha per protagonista proprio
me. E' stato un episodio scolastico che, per quanto abbia tentato non
mi è riuscito rimuovere, e gli accenni di cui adesso scrivo sono i
primi che esterno. Per quanto il fatto sia stato a suo modo
rilevante, ritengo sia meglio relazionarlo a sé stante e insieme ad
un in parte analogo accadimento scolastico successivo. Voglio solo
anticipare che il dottor Adriano Milani Comparetti, interpellato per
una eventuale peizia di parte in Tribunale, dopo avermi incontrato e
“visitato”, dichiarò – a me undicenne seduta stante e, poi, ai
miei genitori in sala d'attesa – che avrebbe più che volentieri
accettato l'incarico di perito per dire che ero perfettamente sano di
mente e che avevo reagito ad una ingiustizia ed offesa enormi con la
disperazione e la paura proprie dell'età. Naturalmente in concreto
non patii nessuna sanzione (era stata richiesta l'espulsione da tutte
le scuole della Repubblica!) né querela, mentre i responsabili della
“persecuzione” furono puniti per via amministrativa.
Il
secondo momento di ripetuta frequenza tra C.L.R. e Adriano M.C.
Avvenne tra il 1963 e 1964 in occasione della progettazione e
realizzazione della cartella Galleria Grafica Contemporanea
(comprensiva di 50 incisioni originali di altrettanti tra i
maggiori artisti italiani nati prima del 1913, data scelta per poter
inserire anche Emilio Greco). Questa, celebre nell'ambiente degli
esperti e dei collezionisti di grafica, cartella eseguita con grande
perizia editoriale ed artistica era stata ideata da Carlo L.
Ragghianti, edita da Maria Luigia Guaita con il suo
“Bisonte” – diretto da Rodolfo Margheri – voluta e sostenuta da Bruno Tassi, allora benemerito presidente della Associazione Nazionale Assistenza agli Spastici, della quale Adriano Milani Comparetti – tra gli altri suoi incarichi – era il “supervisore” medico, coscenzioso ed assai presente.
F.R. (30 settembre 2019)
Dipinti di Lorenzo Milani Comparetti.
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