Carlo e Licia

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domenica 6 gennaio 2019

Parole in libertà.

Carlo L. Ragghianti ha usato l'espressione “Parole in libertà” in tre titoli. Nel post del 21 giugno 2018 essa viene associata ad Artemanti alla Biennale; in precedenza l'aveva usata in un articolo di “Critica d'Arte” riproposto in seguito nel volume L'arte e la critica (Vallecchi 1980) con il titolo Confusiologia dell'arte. Parole in libertà. Nel presente post proveniente da “Critica d'Arte” (IV serie, n.4, gen.-mar. 1985) il contenuto è analogo a quello postato il 21 giugno 2018 ma differisce perché la scelta
delle citazioni di “illeggibilità che maschera il vuoto delle idee” è stata effettuata da Giovanni Antonucci, mentre il testo di Ragghianti dopo alcune analisi e considerazioni piuttosto amare (ed eravamo “soltanto” nel 1985!) si conclude in questi termini: “Dilettantismo ed ignoranza uniti ad arrivismo veemente si sono dilatati con il redditizio esercizio odierno dell'effimero, accentuando il fenomeno di patologia culturale”.
F.R. (12 ottobre 2018)


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