Carlo e Licia

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giovedì 26 aprile 2018

Ufficio Arti e Antichità del Comune di Firenze - progetto di C.L.R. 1947 e '66









Avveniva alla vigilia di Natale che in casa Ragghianti si festeggiava un laico scambio di regali, stante il fatto che i genitori erano battezzati non credenti e noi quattro figli non battezzati. Prima dell'evento, previsto attorno alle 18, il babbo come sempre continuava a lavorare nello studio fino a quando assieme alla mamma (e a me da quando ero undicenne, e via via con Rosetta, il fratello; non Anna che aveva soltanto 10 anni) addobbavano l'albero quel tanto che poi i figli potessero partecipare a concludere l'operazione deponendo in esposizione i doni-sorpresa. Nel 1966 C.L.R. trovò anche quell'anno il modo di dedicarsi gratuitamente ad un progetto nonostante il “surmenage”   che lui ed io (assistente volontario) avevamo accumulato per la diuturna gestione a Palazzo Strozzi e altrove del dopo Alluvione: Fondo Internazionale per Firenze e attività connesse con Musei, Enti, ecc.; istituendo Museo d'Arte Contemporanea; allestimento e Catalogo Mostra d'arte Moderna 1915-1935. Inoltre c'erano le abituali attività con i problemi connessi all'emergenza, dell'Ufficio di “SeleArte” e di “Critica d'Arte” comprendente la cura degli impianti IFAS e i residui dello Studio Italiano di Storia dell'Arte e infine la redazione de L'Arte in Italia per conto dell'editore Casini.
Quel pomeriggio l'occupazione di C.L.R. consistette anche nel recupero dalle sue accatastate carte del progetto del 1947 (oggettivamente ancor validissimo nonostante i 19 anni trascorsi) per il riordino degli 
Uffici d'Arte e Antichità del Comune di Firenze e, quindi, nel battere a macchina la lettera con cui lo proponeva all'avv. Edoardo Speranza (onorevole DC allora autorevole, momentaneamente anche assessore alla Cultura nella Giunta di centro sinistra con Piero Bargellini sindaco). Naturalmente non si trattava di un'iniziativa subitanea da parte di R., tale da poter essere considerata incongrua o addirittura inopportuna. Posso testimoniare che qualche tempo prima – non ricordo se settimane o giorni perché dopo il 4 novembre tutto o quasi si svolgeva accavallandosi freneticamente e stocasticamente – accompagnai il babbo in Palazzo Vecchio per un incontro con Speranza durante il quale furono esaminati problemi specifici e inerenti le emergenze culturali della città. Alla fine della riunione l'on. Speranza chiese a mio padre se poteva dargli anche qualche indirizzo e consiglio riguardo all'assessorato nel quale egli riscontrava difficoltà a districarsi e a gestire le competenze. Oltre a qualche specifico suggerimento, ricordo che C.L.R. assicurò all'Onorevole che avrebbe pensato a quei problemi e che gli avrebbe comunicato quanto ritenuto opportuno e fattibile.
La lettera so che fu apprezzata e so anche che Speranza, nonostante il cognome, non riuscì a convincere certe obiezioni nel suo partito, né a vincere le resistenze burocratiche interne, come sempre schierate per il ne varietur.
F.R., (6 marzo 2018).

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