Quando il Cav. (?), Prof., Avv., Dr. Alberto Predieri era ancora soltanto una brillante promessa come giurista, un partigiano di un coraggio spericolato – quasi temerario – un giovane affidabile e spiritoso fin quasi alla “disperazione”; quando si faceva chiamare autoironicamente “dita mozzate” (alludendo al congelamento nella Campagna di Russia del 1942 delle proprie dita di un piede mutilate chirurgicamente per evitare la cancrena); quando fu membro della prestigiosa Sezione d'Assalto (S.A.) del Partito d'Azione “composta da uomini arditissimi, come Giuseppe Petacchi (Roberto), Luigi Gori, Tonino Triglia, Rodolfo Borgianni ed altri” (come a pag. 305 di “Una Lotta nel suo corso” scrivono Sandro Contini Bonacossi e Licia Collobi Ragghianti); quando poi gli fu affidata la Commissione Intendenza per Firenze “che organizzò come un servizio regolare, sia nel periodo di occupazione, che durante l'emergenza e l'insurrezione (11 Agosto 1944); assicurando oltre quantitativi di alimentari, circa tremila razioni giornaliere per i patrioti combattenti” (ivi, p. 302); quando cosi era, Alberto Predieri nei giorni immediatamente precedenti si trovava – con altri membri del Comando P. d'A. – acquartierato di notte in un appartamento di Via Roma in attesa del segnale dell'insurrezione generale. Colà, per ingannare l'attesa, egli formulò anche una fulminante norma giuridica che in un solo articolo abrogava i codici vigenti e quelli futuribili:
“Articolo Unico:
Chiunque, dovunque, comunque
faccia alcunchéè condannato a morte”.
Questa paradossale, iperbolica regola piacque moltissimo, quando ne furono informati (Carlo era Oltrarno a pungolare gli inerti alleati, Licia
– da staffetta – vorticava come una trottola tra il comando e le postazioni distribuite sul territorio) ai genitori Ragghianti, che la citarono spesso in relazione a situazioni ingarbugliate.
Anni fa in
“SeleArte”, IV, n. 19, giugno 1994, p. 89, pubblicai come “pausa
relax” il testo della facezia predieriesca in un fotomontaggio con
Groucho Marx, la stessa che qui è
riproposta, riprodotta tale e quale.
Il
Cav. Prof. ecc. ecc. ne venne a conoscenza soltanto se si degnò
di scorrere la rivista, di cui era uno dei non molti destinatari. Se
fu disturbato dal ricordo della propria spiritosaggine, vuol dire che
aveva subito una trasformazione caratteriale radicale. Questa è
comunque una illazione generata dalla ricerca del perché
di un comportamento più
che scostante altezzoso, spocchioso e offensivo nei miei confronti.
Gli avevo soltanto chiesto – per lettera – un consiglio relativo
ad una situazione di cui avevo letto essere egli magna
pars. E'
ben piccola cosa e verso i
defunti sarebbe meglio attenersi al motto “de mortuis nihil nisi
bene”. Salvo le debite eccezioni, tra cui il suddetto. Perché
? Perché una
persona che molto
doveva ai Ragghianti e che fino ad allora nei miei confronti, nelle
rare occasioni d'incontro, era stato fin troppo amicale, non aveva
giustificazioni per un voltafaccia. A meno che … stante che nei
secondi anni '90 ero – per così
dire – socialmente passato dalle stelle alle stalle … Beh, …
per salvaguardare i bei ricordi anche infantili (l'11 Agosto 44,
liberati! Mentre per strada, tra la folla festante, aspettavamo mio
padre e gli alleati, Predieri mi diede il suo bracciale CTLN e mi
fece imbracciare il suo mitra – avevo 4 anni e 8 mesi! - ) voglio
sperare oggi che egli fosse solo malato di Megalomania perniciosa.
F.R.
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