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lunedì 25 aprile 2022

Carlo L. Ragghianti: Tempo sul tempo, 1 - Croce e il mio lavoro - Un trentennio di lavoro - Cinema e cultura.

Tempo sul tempo, 1. (1970)

Croce e il mio lavoro (1984)

Un trentennio di lavoro (1965)

Cinema e cultura (1965)

 


Tempo sul tempo, 1.


Estratto da “Critica d'Arte”, n.112, lug.-ago. 1970, questa memoria autobiografica è uno dei più citati e, si presume, letti scritti di C.L. Ragghianti. Mi sembra opportuno perciò immetterlo in rete, in modo da poter essere letto e consultato senza ricorsi in biblioteca.

Nonostante sia stato pressato da insistenti richieste di concludere Tempo sul tempo, 1, C.L.R. non 



dette seguito a questo progetto (come sembrerebbe indicate il n.1 dopo il titolo). Mi sono chiesto varie volte se ciò non sia dipeso da “spirito di contraddizione”, difetto in me suo figlio riscontrato. Dato che dai genitori si ereditano tanti aspetti genetici – pregi e difetti – potrebbe darsi quindi che questa attitudine mentale di ripulsa a fronte di richieste – in certi casi avvertite come impositive – operasse anche in C.L.R.

F.R. (25 marzo 2022)

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Croce e il mio lavoro (e Croce contro Roosevelt?).


Estratto da Arte essere vivente (Pananti, Firenze 1984) anche questo secondo intervento di C.L.R. è di carattere prevalentemente autobiografico. In esso al di là di questi aspetti, alcuni poco noti, risalta la “controversia” con il Maestro Benedetto Croce, derivante dal famoso “ircocervo” definitorio del Partito d'Azione (costituito da un bailame ideologico di intellettuali, quale per certi aspetti oggi è il caotico marasma di 5stelle, ex cittadini qualsiasi).



In relazione a questa situazione, per chiarire aspetti altrimenti criptici, allego l'articolo Croce contro Roosevelt? (“Il Mondo”, Firenze aprile 1945) scritto di C.L.R. – poco noto – che chiarisce la necessaria distinzione tra il liberalismo di Croce e il socialismo di Ragghianti, non partitico né marxista, ma autenticamente tale (e condiviso oggi ancora da chi scrive e, forse, da superstiti dell'Italia pensante e resistente).

F.R. (25 marzo 2022)


Un trentennio di lavoro.


Estratto da “Critica d'Arte” (n.69, marzo 1965) anche questo articolo è di carattere biografico. Non di persona ma di “Critica d'Arte” rivista (o meglio “figlia prediletta”) concepita e realizzata – con vincoli piuttosto pesanti di coabitazione, inevitabili al tempo dei fasci – da C.L. Ragghianti. Nel 1935 era un venticinquenne senza parte e senza peculio, con la forza della volontà, di prepotente personalità, ma con la stima e (forse più che implicito) l'assenso di Benedetto Croce – non si può pensare che il termine “critica” in una testata sarebbe stato possibile senza l'avallo del filosofo – e l'appoggio determinante di Giovanni Gentile, uomo per certi versi straordinario 




tanto da imporre un giovane che gli ricordava se stesso a quell'età, pur cacciandolo dalla Normale di Pisa perché insubordinato e antifascista. Chi scrive si onora di essere stato per quasi trent'anni grafico, redattore, capo redattore, assistente e custode di quella fragile mia sorellastra. La rivista poi proseguì anche senza Carlo L., Licia e Francesco Ragghianti, ma non fu più né figlia né sorella. Oggi tornata all'ovile della Fondazione Ragghianti, m'auguro che oltre ad essere edita con un logo che contiene il cognome Ragghianti, la “Critica d'Arte” possa essere nuovamente considerata metodologicamente progenie del padre.

F.R. (22 marzo 2022)

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Cinema e cultura.


Sempre da “Critica d'Arte” (n.69, marzo 1965) proviene questo articolo non di teoria e di tecnica del cinema, ma di difesa e sviluppo della circolazione dei film come contributo attivo allo sviluppo della cultura sociale e dei



singoli individui, che contribuisce perciò a essere presidio per la democrazia del Paese. Questo scritto non è presente in Arti della visione. I. Cinema (Einaudi, Torino 1975) proprio perché non di carattere metodologico.

F.R. (26 marzo 2022)


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