Col
titolo L'eredità dell'antico Decio Gioseffi (1919-2007)
introduce il primo volume della Storia della Pittura (De
Agostini, Novara 1983) interamente scritta di sua mano e con i
contributi esterni dello specialista Antonino Caleca (Miniatura) e
Franco Cardini, noto e autorevole Medievista (Profilo culturale dal IV al X secolo). Quest'ultimo contributo mi risulta letto
attentamente ed approvato da mio padre C.L.R., il quale aveva assunto
la direzione dell'opera, già strutturata ma sospesa dalla De
Agostini, e quindi riorganizzata (come risulta da nostro post del 17
aprile 2020), confermando soltanto una parte degli autori scelti in
un primo tempo dall' Editore.
Il
Sommario del volume scritto da Gioseffi non può rendere
pienamente l'originalità dell'impostazione che lo studioso triestino
ha infuso nell'opera. Questa infatti, oltre che per la limpida
scrittura si fa leggere con attento coinvolgimento proprio a causa
dei punti di vista, delle interpretazioni non conformiste di questo
periodo così complesso, con tante fonti disperse o danneggiate, che
risulta tuttavia particolarmente ricco di autenticità innovativa dei
linguaggi espressivi delle arti figurative. Ritengo utile complemento
riportare anche la Tavola cronologica del periodo (304-1099),
dalla quale ci si rende meglio conto del fatto che in questi otto
secoli il nostro mondo ha vissuto enormi cambiamenti e distruzioni da
una parte, ma è riuscito dall'altra a salvare e conservare
testimonianze e documenti. Gioseffi fa rivivere la pittura con le sue
grandi espressioni creative di indubbia originalità, degnamente
paritaria con i grandi momenti culturali dell'umanità.
Per fare un esempio di questa asserzione, lascio inframezzato al testo introduttivo il primo inserto di Lettura di un'opera d'arte inerente il periodo (inizi I sec. d.C.). Si tratta de la Battaglia di Alessandro (pp.28-31) copia in mosaico pavimentale da Pompei di una pittura eseguita intorno al 300 a.C. di Filosseno di Eretria.
Per fare un esempio di questa asserzione, lascio inframezzato al testo introduttivo il primo inserto di Lettura di un'opera d'arte inerente il periodo (inizi I sec. d.C.). Si tratta de la Battaglia di Alessandro (pp.28-31) copia in mosaico pavimentale da Pompei di una pittura eseguita intorno al 300 a.C. di Filosseno di Eretria.
Decio
Gioseffi è stato uno studioso piuttosto eccentrico nel ricco
panorama del Novecento, non abbastanza conosciuto e valutato, anche a
causa della sua indole schiva nei rapporti sociali. Vedo con sorpresa
che attualmente nelle voci biografiche o rievocative Gioseffi non
viene associato a Carlo L. Ragghianti, studioso col quale egli ebbe
invece stretti rapporti scientifici e di personale stima ed amicizia, Così la pubblicazione dell'importante Giotto architetto, senza l'imposizione di R. probabilmente sarebbe rimasta inedita per molti anni. Così anche per questa Storia della Pittura, la quale se non fosse stata
Dopo
la morte di Ragghianti (1987), Gioseffi – come tanti, anche
seri e preparati studiosi – si illuse di poter incidere
nell'amministrazione e nella riforma dei Beni Culturali (di cui fu
“persino” presidente del Comitato per i Beni Artistici e Storici
del Ministero). Naturalmente non incise nemmeno la cera, come
dimostra la cronistoria di quel cronicario e la malversazione dei
tanti reali beni culturali italiani. Ciò nonostante lo studioso
triestino, degno allievo di Luigi Coletti e certamente il più
illustre, resta e mi auguro resterà tra i pochi teorici
dell'arte del Novecento che hanno elaborato (superando o modificando
le basi”ideologiche” di partenza) un pensiero originale, con
grandi aperture di interessi ed orizzonti culturali. Nel nostro blog
ricordo i post C.L.R. e Giotto architetto (15 ottobre 2017);
R., Zevi, Gioseffi, Scalfari e Giotto (24 aprile 2019);
Storia della Pittura De Agostini (17 aprile 2020).
Da
una cronaca, firmata Franca Marri sul quotidiano “Il Piccolo” di
Trieste di un anno fa (9 agosto 2019), apprendo che di Decio Gioseffi
esiste una Storia dell'arte in Europa “inedita, in forma di
dattiloscritto, non rivisto e non ultimato”. Dato che questo
scritto sembra rappresentare “una sorta di summa del suo pensiero”,
ritengo necessario che questo testo venga pubblicato anche se si
tratta di un abbozzo sintetico in alcune sue parti. Se invece, come
mi auguro, quelle pagine sono abbastanza articolate, con
interpretazioni originali degne dell'autore, si rende necessario un
editing con criteri filologici analoghi a quelli adottati dal
Comitato che ha curato l'edizione del bel volume Prius Ars di
Carlo L. Ragghianti pubblicato con successo dalla Fondazione
intitolata ai miei genitori operante a Lucca.
F.R. (10 agosto 2020)
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