1. "selearte", II s., n.1, in "Critica d'Arte", n.78, maggio 1966. (29 giugno 2024)
2. "selearte", II s., n.2, in "Critica d'Arte", n.78, maggio 1966. (30 giugno 2024)
3. "seleArte", II s., n.3, in "Critica d'Arte", n.78, maggio 1966. (30 agosto 2024)
4. “seleArte”, II s., n.4, in “Critica d'Arte”, n.81, sett. 1966. (10 settembre 2024)
5. "seleArte", II s., n.5, in "Critica d'Arte", n.85 marzo 1967.
6. "seleArte", II s., n.6, in "Critica d'Arte", n.86, aprile 1967.
Sommario
1 mostre musei gallerie – Museo di San Paolo, 1; Art nouveau, 2 (A. Beardlsey al Victoria & Albert Museum, lavori giovanili editi da Gallery of Modern Art; J.S. Taylor, Art nouveau book in Britain); Giacomo Quarenghi, 2-3; Per Firenze, 3-4 (Arte italiana ai Musei Reali del Belgio; Manifestazione del CRIA a New York); Disegni, 5-6 (L. Goldscheider: Michelangelo Drawings; P. Pouncey, Lotto disegnatore; F. Stampfle – J. Bean, The 17th Century in Italy, dalle collezioni di New York; A. Schmitt, Disegni del Pisanello a Venezia; B. Degenhart, disegni dal Codice Resta a Monaco; A. Bettagno, Cat. Di una coll. Veneziana del Settecento; Cento disegni napoletani agli Uffizi a c. W. Vitzthum).
7 biblioteca – M.J. Friedlaender, I° vol di “Early Netherlandish Painting: I van Eyck, Petrus Christus”, 7-8; Fiamminghi primitivi a Bruges di J.P. Sasson, 8; Cat. Di G. Marlier e J. Gudiol su arte europea nel Museo della Bob Jones University di Greenville, 8-9; G. Marlier, “Pierre Coeck d'Alost”, 9-10; V. Dene, Cat. 23 arazzi fiamminghi nel Museo di Bucarest, 10; L. Puppi, “Francesco Verla pittore” e la collana ideata da Riccardo Maroni, 10; C.G. Bulgari “Argentieri, gemmai e orafi – Lazio-Umbria”, 11; H. Brunner, “Vecchi argenti europei”, 11; Edizioni Dover: N.J. Bienenstock, “Mobili Chippendale”, 11-12; E.G. Miller jr, “American antique Furniture”, 12; J. Plath, “The Decorative Arts of Sweden”, 12; N. Gabrielli. “Museo dell'Arredamento a Stupinigi”, 12; Libri ricevuti, 12.
13 il collezionista – attr. L. Cranach, T. Stimmer, J.S. Davis, Iran sec. V, 13; Cézanne, Picasso, 14; Morandi, De Chirico, Rosai, Ernst, Sironi, Campigli, 15; attr. Lorenzo di Niccolò, frammento attr. Durer, J. De Beaumetz, Bernardo Daddi.
Addendum (1 luglio 2024) – Nota redazionale. Da “seleArte”, n.7 (lug.-ago. 1953): Pier Maria Bardi “Un museo in Brasile”; da “seleArte”, n.9 (nov.-dic. 1953): Museo di S. Paulo a Parigi”; da “seleArte”, n.13 (lug.-ago. 1963): “Ancora Museo di San Paulo”; da “seleArte”, III s., n.13 (apr.-giu. 1987): Roberto Carvalho de Magalhaes: “Il Museo di San Paolo ha quarant'anni”. Il Museo e le sue opere (12 ill.).
Addendum – 1 luglio 2024: Museo di San Paolo del Brasile. Il progetto, la costruzione e la contemporanea acquisizione di prestigiose opere d'arte antiche e moderne di questo Museo sono state una delle imprese culturali più ragguardevoli del dopoguerra 1939-45.
I coniugi Bardi coadiuvarono l'iniziativa del mecenate Assis de Chateubriand: Pier Maria Bardi con la vasta e qualificata esperienza in Italia di gallerista ed organizzatore culturale, Lina Bo con la progettazione e realizzazione dello straordinario edificio sede del Museo, che la rese quello che oggi si definisce Archistar.
Ovviamente Carlo L. Ragghianti non poteva ignorare un originale caso di realizzazione così in sintonia con I propri progetti e le proprie intenzioni operative in Italia, dove imperava un clima generalmente di fatto conformista ed autoritario. Tanto che C.L.R. per certi versi fu apprezzatore del Conte Cini, nonostante le profondissime divergenze metodologiche ed ideali. Ciò perché la Fondazione Cini di Venezia ebbe ed ha strutture e risorse praticamente uniche nel nostro paese.
In “SeleArte”, II serie (1952-1966), oltre al contributo di Pier Maria Bardi (n.7, lug.-ago. 1953) già nel primo fascicolo dell'anno precedente a p.76 si dava notizia della preparazione di una Mostra del Seicento italiano a San Paolo, dopo aver esposto artisti quali Le Corbusier, Max Bill, Ernesto De Fiori, Morandi.
Nel n.4 (gen.-feb. 1953) a p.79 si dà notizia de “Les Baigneuses”, 1876, di Edouard Manet. Nel n.5 (mar.-apr. 1953) a p. 46 si informa dell'acquisto del “S. Girolamo nell'Eremo rupestre”, opera già attribuita a Mantegna e a Marco Zoppo. A p.61 con 2 illustrazioni si ricorda la mostra di Saul Steinberg, “ben noto in Italia dove ha lavorato fino al 1939”.
Nella “corrispondenza” di “SeleArte” vol. n.8 (sett.-ott. 1953) l'allora noto scrittore e viaggiatore Vittorio G. Rossi scrive una lettera cui C.L.R. risponde:
Sempre su “seleArte” n.9 (nov.-dic. 1953) si sottolinea la circostanza per la quale – con le risorse destinate a questo nuovo Museo – cosa si potrebbe fare in Italia per suscitare una partecipazione di mecenatismo “diffuso” analoga se non uguale, nell'ambito della trasferta antologica del Museo di San Paolo a Parigi (Musée de l'Orangerie). Segue l'elencazione e la disanima di molti dei capolavori esposti.
Conclude questa rassegna l'articolo Il Museo di San Paolo ha quarant'anni, scritto da Roberto Carvalho de Magalhaes, studioso già allievo dell'Università Internazionale dell'Arte, pubblicato in “seleArte”, III s., n.13 (apr.-giu. 1987).
Ragghianti conobbe Bardi attorno alla metà degli anni Trenta, dopo la liberazione nel 1945 si incontrarono varie volte a Roma quanto C.L.R. era Sottosegretario di Stato con la delega Belle Arti, Spettacolo, Turismo. In seguito ebbero contatti attraverso lo Studio di Storia dell'Arte di Palazzo Strozzi per seguire la costruzione del Museo di San Paolo.
In una rimpatriata dal Brasile, i coniugi Bardi vennero a Firenze, dove in Viale Lavagnini 17 incontrarono un pomeriggio i Ragghianti nella loro abitazione. Rosetta (7/8 anni) ed io (10/11) per l'occasione agghindati fummo presentati agli ospiti. Rimanemmo nello studio di nostra madre assistendo a gran parte dell'incontro con gli illustri ospiti. Naturalmente ricordo soltanto alcuni flash del clima cordiale e dell'esuberanza dell'opulenta arch. Bo, imperversante sul suo edificando Museo. Il fatto che una donna architetto potesse essere così importante impressionò tantissimo mia sorella, tanto che ritengo che questo incontro non sia estraneo alla sua vocazione per l'architettura, palesata in seguito fin dalla sua prima media.
F.R. (28 giugno 2024)