Il
secondo volume dei “Quaderni della Fondazione Ragghianti”,
stampato nel 2020, è opera di Lorenzo Mingardi, dottore di ricerca
in Storia dell'Architettura (2016) presso Iuav di Venezia, quindi
borsista a Lucca, poi docente all'Università di Firenze. Mingardi è
anche autore di due monografie sugli architetti Giovanni Klaus Koenig (2025) e
Giancarlo de Carlo (2019) sul quale ha scritto altri contributi e
curato due mostre nel 2015 e 2016 presso l'Iuav di Venezia.
Dalla
citazione che l'autore pone in esergo alla Introduzione di questo
libro è tratto il bel titolo della monografia. Siccome essa è
tratta dalla severa nota Si distrugge
l'Italia (“seleArte”,
n.11,nov.-dic. 1953, pp.43-48), ritengo opportuno riprodurre
integralmente il breve saggio quale “Appendice documentaria”, sia
a questo post che virtualmente al libro.
Noto
che praticamente di norma intervengo con mie considerazioni o
osservazioni nei post assai raramente. Ciò non è dovuto a scarsa
considerazione del testo in esame, né di particolare ignoranza da
parte mia. Lo faccio in coerenza col fatto di non
aver voluto percorrere un cursus accademico o comunque di
insegnamento scolastico. Ho sempre trovato festidiose (o peggio, se
gli interventi erano pro faccende non strettamente inerenti la
cultura) le recensioni-perifrasi anziché parafrasatiche.
Specialmente
quando si condivide il testo di un autore è lui che deve “parlare”
non chi ne fa una parafrasi più o meno stilisticamente riuscita. Di
conseguenza condividendo in linea di massima quanto scritto da
Mingardi, non mi dilungo con mie considerazioni differenti solo
formalmente da quanto scritto dall'autore del libro.
Certo
in disaccordo di metodo, in polemica, o per precisazioni puntuali
significative circa quanto esposto da uno studioso è più che
opportuno non tacere le proprie opinioni. Ma ne deve valere la
candela (cioè: lo sforzo non sarà probabilmente ripagato dai
risultati).
Faccio
queste osservazioni qui perché m'è capitato di pensarci ora. Però
si tratta di una osservazione valida per il passato e il futuro delle
note editoriali dei post da me presentati in questo blog.
Non
posso non condividere le parole con le quali Mingardi termina la
scheda Introduzione:
“ Le
battaglie di Ragghianti diventano dunque una nuova forma di
Resistenza partigiana contro l'analfabetismo architettonico delle
istituzioni – locali o nazionali – che va combattuto con ogni
mezo e potere: politico, accademico, culturale”.
Tenendo
presente che le “battaglie” di C.L.R. dalla Ricostruzione del
Centro di Firenze distrutto dai tedeschi, ai maturi anni Sessanta
furono molte, Mingardi ne analizza emblematicamente tre
particolarmente importanti e significative: Lucca, Firenze, Venezia.
Di
Lucca, in “Critica d'Arte” sono presenti vari studi, di
Firenze-Sorgane la complessità e la durata non sono riducibili ad un
post complessivo, perciò delle vicende veneziani (che implica anche
la eterna questione della riforma della Biennale) invece è
estraibile la vicenda del Masieri Memorial, che riproduciamo.
Voglio
ricordare che benemeritamente Mingardi ha ricostruito l'integrità
degli Atti
del Convegno su Sorgane del 1953, integrando le parti già note ma parziali.
Nelle
vicende del Masieri Memorial sono implicati il grande architetto
Frank Lloyd Wright e il caro amico di famiglia Carlo Scarpa, grande
architetto e designer pure lui. Compare anche il caro e non
dimenticato amico Giuseppe Mazzariol, la cui precoce morte ha
lasciato Rosetta e me privi del suo consiglio e conforto dopo la
morte dei nostri genitori.
F.R.
(11 marzo 2025)
